di Enrico Pirondini

Avanzano i Buroscriba. I moderni amanuensi del Palazzo che col Covid hanno trovato praterie in cui sfogarsi. E scrivono, scrivono. Di tutto. Se vedono un foglio bianco, zacchete vi si tuffano gongolanti, certi di interpretare bene la forsennata ansia di regolazione del governo Conte. Risultato: in dodici mesi di pandemia hanno costruito una montagna di carta.

Qualcosa come 450 norme. Hanno scritto circolari, ordinanze, decreti, ben 25 Dpcm, linee guida sulla sicurezza sul lavoro. Una raffica senza sosta, asfissiante.

Nemmeno un monaco zen riuscirebbe a stare calmo davanti a questa esplosione dei buroscriba. Siamo ormai in una giungla normativa fin qua. Lo certifica la CGIA di Mestre, una organizzazione sindacale di 3.000 soci che dal 1945 fa le pulci a lorsignori. Senza sconti. Mai.

UN DEDALO DI LEGGI CHE HA DISORIENTATO LA SOCIETÀ - Il Ministero della Salute ha sfornato 170 provvedimenti, la Protezione civile 86, il Ministero dell’Interno 37. E non contiamo le Faq, cioè le risposte alle ricorrenti domande per capirci un po’. Il caos regolamentare dello Stato pasticcione ha causato un grosso guaio. L’intera società ha perso ogni certezza del diritto.  Lo presagiva – già cinquant’anni fa – il filosofo e politologo Bruno Leoni ( 1913-1967 ). Uno che ha sempre combattuto la logica dell’intervento pubblico sostenendo il liberalismo a spada tratta. E così è andata. Il bizantinismo della macchina politica ha superato sé stesso.

UNA CASTA POTENTE E INAFFONDABILE - La burocrazia in Italia ha raggiunto vette impensabili. Tutti dicono di volerla riformare ma in realtà certi provvedimenti sono addirittura surreali. Cozzano col buon senso, non hanno equilibrio, ragionevolezza. Sono capolavori nel rendere complesso ciò che è semplice. Architetti capaci di costruire complicate architetture di obblighi e divieti. E sono intoccabili. I burocrati costituiscono una casta potente, inaffondabile e intramontabile. Hanno imparato dagli scribi dell’antico Egitto, della Mesopotamia. Sanno come mantenersi a galla.

UN LINGUAGGIO ASTRUSO, FRASI ERMETICHE - A completare la frittata la burocrazia fa largo uso di un linguaggio astruso, parole e frasi ermetiche, fumose, che narcotizzano. Ricordate il pastrocchio che si è creato col termine “congiunto“? Un rompicapo. A cosa lo associamo? Perché c’è una differenza col “ ricongiungimento “. E poi bisogna stare attenti alle sfumature tra “partner“, “fidanzati“, “coppie stabili“.

Una cortina di nebbia che confonde, spiazza, genera anarchia. Se vogliamo ripartire dopo il flagello pandemico dovremo fare parecchia chiarezza. Come dice l’Europa che rischia di non darci gli aiuti promessi. Quando a Bruxelles leggono le scartoffie italiane ci capiscono poco. E cercano il cestino più vicino.