Su Draghi Mattarella (capo dello Stato) ha scandito le parole. Parole trasmesse in tv e pubblicate ovunque, parole a comporre frase neanche tanto lunga: "Un governo di alto profilo che non debba identificarsi in alcuna formula politica". Cosa risulta di non chiaro in "alcuna formula politica"? Alcuna sta per nessuna, nessuna formula politica.

Non centro sinistra, non centro destra, non alleanza giallorossa, non governo perimetro Ursula, non riedizioni di quello che una volta si chiamava arco costituzionale, non sbarramento ai sovranisti, non cintura anti populisti. Ci si può stare o no ma non capire non si può. Eppure ovunque non mancano quelli che fanno a non capire.

Draghi, Mattarella e... M5S e la consultazione su Rousseau - Fanno a non capire non pochi in M5S. Fanno a non capire che governo non identificabile in alcuna formula politica significa che M5S non può dire: io ci sto se Salvini fuori. A parte che con Salvini M5S ci ha fatto un governo ed erano solo loro due, M5S fa a non capire che governo Draghi non nasce per tenere insieme alleanza M5S-Pd-Leu e Conte in caldo come futuro candidato premier.

Non identificabile in alcuna formula politica significa che di questo il governo che va a nascere giustamente se ne frega. Fanno a non capire in M5S, anche se hanno capito. E con sostanziale politica viltà, novello Ponzio Pillato, scaricano la scelta sugli iscritti-votanti piattaforma Rousseau. Di nuiovo la scena grottesca e improbabile, stavolta come non mai, di alcune decine di migliaia (se va bene) di italiani promossi a popol tutto che devono pronunciarsi sul sì o sul no al governo più d'emergenza e più d'eccezione della storia recente.

Draghi, Mattarella e... Zingaretti e il totem M5S-Conte - Fa a non capire il segretario Pd Zingaretti e il suo suggeritore Bettini. Che fatichino a capire è consustanziale alla coppia. Non hanno capito che o Conte o elezioni era strada sicura per né Conte né elezioni. Non hanno capito Renzi e lo hanno dato per morto, asfaltato, cancellato mentre lui, Renzi, gli smontava e disinstallava un governo inadeguato che Zingaretti e Bettini difendevano come fosse un tempio di virtù.

Ancora e ancora e ancora Zingaretti e Bettini pensano che il sol dell'avvenire sia l'alleanza-fusione con M5S e che il Pd ritroverà se stesso nel populismo di sinistra. Non lo sanno ma non fanno altro che rimasticare l'antico e non sempre salutare "nessun nemico a sinistra". Solo che M5S non sono neanche sinistra. Fa a non capire Zingaretti e infatti prova a mettere paletti di schieramento politico al governo non dei partiti. Governo cui non può dire di no: ottima strategia per raddoppiare l'insuccesso politico.

Leu, l'identità unica ossessione - Fa a non capire una parte di Leu. I custodi dell'identità non vogliono intaccarla, anzi la vogliono tenere in teca, disponibile alla liturgia dell'adorazione. In nome del con Salvini mai sono disposti e pronti a non sporcarsi le mani e il grembiulino partecipando allo sporco lavoro di tenere in piedi la nazione.

Draghi, Mattarella e... Meloni ha capito - Giorgia Meloni non fa a non capire, ha capito ciò che voleva Mattarella e ha detto no. Una destra reazionaria, anti europea, in flirt ideologico e culturale con le democrature d'Europa in Italia c'è. La Meloni se ne fa amorevole genitrice e custode. Fratelli d'Italia sì, ma mica in Italia tutti della stessa famiglia e comunque prima i Fratelli, poi l'Italia.

Draghi: Berlusconi ha capito - Da tempo, prima degli altri nel suo schieramento. Ha capito che una destra di governo non può sottrarsi e sembra aver capito lo spirito civile oltre che la sostanza politica dell'appello di Mattarella. Berlusconi ha capito che Draghi è insieme l'ultima carta e la carta più alta.

Salvini ha capito, quel che conta di più - Salvini ha capito che vuol dire "non identificabile in alcuna formula politica". Non pone veti, non dice questo no altrimenti non ci sto. Non fa la vergine violata. Disposto a fornire voti in Parlamento e ministri se serve e se Draghi vuole. Ha capito che un'alternativa reale ai governi e alla politica inconcludenti e impotenti va tentata. Salvini colto da un lucido istinto di sopravvivenza nazionale.

Per la cronaca, il più antipatico e decisamente il più bocciato dalla pubblica opinione, Matteo Renzi, aveva, se non capito, intuito per primo.

Riccardo Galli