Il City University of New York, CUNY, è l'istituzione che rappresenta il sistema di università pubbliche della Big Apple. Si tratta del più grande agglomerato urbano di atenei in tutti gli Stati Uniti. Sono compresi 25 campus, ha un budget annuale che supera i 3,6 miliardi di dollari, uno staff accademico composto da quasi 20.000 addetti che diventano oltre 33.000 per il settore amministrativo mentre la popolazione studentesca arriva a quota 274.000. Un colosso per quello che riguarda l'istruzione nella enorme città di New York. Inutile aggiungere le ripercussioni che ha il CUNY non solo in ambito educativo, ma sociale e tutto quello che ne consegue. Un pilastro fondamentale che però si sta rivoltando contro gli italo-americani.

È questa la pesante accusa partita in particolare dal professor Joseph Scelsa, una delle voci più importanti e prestigiose degli italo-americani di New York. Presidente dell'Italian American Legal Defense and Higher Education Fund, fondatore e presidente dell'Italian-American Museum ed ex direttore del John Calandra Italian-American Institute che fa parte proprio del CUNY. Gli attivisti italo-americani di New York, guidati dal prof. Scelsa, vista la situazione attuale, hanno chiesto al City University of New York di riaffermare l'impegno di offrire alla loro comunità un trattamento preferenziale per quello che concerne il reclutamento, assunzione e promozioni del personale.

"CUNY non rappresenta una istituzione ospitale per gli italo-americani" ha affermato Scelsa. E lo scorso 29 dicembre era stata già inviata una lettera a Felix Matos Rodriguez, il cancelliere del CUNY, nella quale si evidenziava il numero "inacettabilmente basso" di italo-americani presenti nell'istituzione. "Ci aspettiamo una parità di trattamento" aveva scritto tra l'altro Santi Buscemi, docente, a nome dell'associazione, chiedendo a Matos Rodriguez di impegnarsi a riaffermare il sostegno del CUNY nei confronti degli italo-americani. Ma finora non è arrivata nessuna risposta.

A far scoppiare il caso, in maniera fragorosa si può dire, è stata la eliminazione l'anno scorso, da parte del Brooklyn College (altro istituto che fa parte del CUNY) del programma di studi di italiano che ha portato anche alla causa per discriminazione sul lavoro, promossa da uno dei docenti di italiano. "La decisione del Brooklyn College - ha evidenziato Buscemi - ha avuto effetti negativi sulla facoltà per il programma Italian Studies in un distretto come Brooklyn rinomato per la cultura italo-americana, cuore dell'America italiana". Non si è trattato però dell'unica causa all'interno del CUNY: infatti un'altra è stata presentata dall'ex capo della sicurezza, italo-americano, al Kingsborough Community College, sempre a Brooklyn, per lo stesso motivo: discriminazione.

Al CUNY la disputa sui diritti civili che riguardano gli italo-americani va indietro decenni, dal 1976 con il culmine, per quei tempi, nel 1992 quando fu proprio Scelsa a presentare una causa con il giudice Costance Baker Mobley che affermò che il CUNY si era assunto l'obbligo "di aumentare il numero di italo-americani, senza poi adempiere a quel vincolo". All'epoca il defunto Governatore Mario Cuomo, primo italo-americano in quella carica (padre dell'attuale Governatore Andrew Cuomo) risolse il caso prima del processo. Ma adesso la situazione è precipitata e la Conference of Presidents of Major Italian-American Organizations, il gruppo ombrello più grande che rappresenta gli italo-americani negli States, ha minacciato un'altra denuncia se il cancelliere Matos Rodriguez si rifiuterà di fornire un nuovo impegno da parte del CUNY, abolendo i pregiudizi esistenti. "Diversità e inclusione - le parole di Frank Sobrino, portavoce del CUNY - sono valori fondamentali della nostra istituzione e stiamo esaminando la lettera".

Roberto Zanni