Conte unto dall’Elevato, resterà solo al comando. “Tutte le cose che non verranno pubblicate sono vere”, tuona Beppe Grillo travestito da marziano. Comodo dirlo oggi ai giornalisti con un tono tra l’ironico e il sarcastico. Sempre comodo ora che i 5Stelle sono ormai al governo da tempo e non hanno più bisogno di pubblicità. Ancora più comodo, specialmente per lui, che oggi viene inseguito e braccato dalla stampa per strappargli una sia pur minima dichiarazione.

Chiediamo: come mai non ci si comportava così quando il Movimento era ancora una chimera?

E nessuno pensava che potesse diventare la forza di maggioranza in Parlamento? A quel tempo, per intenderci al tempo del “vaffa day”, l’ex comico aveva grande necessità dei giornalisti. Era lui magari ad inseguirli per poter far conoscere il suo pensiero e far nascere quelli che poi si sarebbero chiamati grillini. Allora, il capo del Movimento non si azzardava ad essere ironico e sarcastico. Era addirittura gentile e accomodante con quanti avrebbero potuto dargli una mano e renderlo famoso. Più di quel che lo era quando strappava un sorriso ed un applauso a chi vedeva o ascoltava le sue gag.

La musica è cambiata, ora c’è Conte

Oggi, la musica è cambiata, il refrain non è più lo stesso e quindi Grillo fa lo spavaldo. Non gli va di essere intervistato, fa il difficile. Ma in fondo gli piace essere una stella. E far soffrire quanti vorrebbero sapere da lui qualche notizia in più di quelle ufficiali. Indiscrezioni, rumors che rendono più appetitoso un articolo. Invece, ieri, dopo la riunione che ha “santificato” Giuseppe Conte, Beppe si è squagliato. Non prima di essersi offerto alla folla di colleghi con un casco in testa, tipo marziano. Ennesima trovata del comico perché sa perfettamente quali sono le particolarità che possono attrarre i fotografi Assai più di un’intervista parlata in politichese. Dunque, il quartier generale dei 5Stelle ha sancito una nomina che già circolava da settimane. Da quando l’ex premier aveva dovuto lasciare la sua poltrona a Palazzo Chigi. “Io sono loro amico e lo sarò pure in futuro”, aveva annunciato in piazza. Nel momento in cui la stravagante trovata dei “responsabili” che lo avrebbero tenuto a galla, era miseramente fallita.

Il Movimento cambia pelle

In parole più semplici, da domani, o da oggi stesso, il Movimento cambia pelle. Abbandona i vecchi toni virulenti e vuol dimostrare di essere diventato un vero e proprio partito. Con un capo che probabilmente riscriverà lo statuto rendendolo simile a tutte le altre forze politiche. Luigi Di Maio è entusiasta: “Sono anni che ci danno per morti e invece noi scriveremo il futuro di questo Paese”. “Sarà un partito accogliente e intransigente” titola stamane il Fatto, un giornale molto vicino ai grillini. Ma insieme con Conte chi ci sarà con lui al vertice? Alcuni esponenti di peso avevano suggerito la nomina di un vice, se non addirittura di due vice. Altri pensavano ad una “governance” che potesse affiancare l’ex premier. Ipotesi cadute immediatamente nel vuoto perché a Giuseppe Conte piace tanto “essere un uomo solo al comando”. Aveva tentato di esserlo durante la sua seconda esperienza di governo. Ora ci riprova nella speranza di togliersi qualche sassolino nella scarpa.

Bruno Tucci