Dal renziano “stai sereno”, che segnò la fine della sua avventura ai piani alti di Palazzo Chigi, alla possibilità di potersi “prendere” il Pd, il passo, per Enrico Letta, non è stato di quelli brevi. Praticamente una legislatura. Ma tant'è, oggi l’ex premier sembra effettivamente avere tutte le carte in regola per potersi mettere al timone del Nazareno, sostituendo il dimissionario Nicola Zingaretti in uno dei momenti più bui della storia dem, con il partito sprofondato nei sondaggi e quasi “fagocitato” dal Movimento grillino a guida Conte.

"Sono grato per la quantità di messaggi di incoraggiamento che sto ricevendo. Ho il Pd nel cuore e queste sollecitazioni toccano le corde più profonde. Ma questa inattesa accelerazione mi prende davvero alla sprovvista; avrò bisogno di 48 ore per riflettere bene. E poi decidere" ha twittato l’ex europarlamentare, dopo essere stato indicato dal Partito democratico come la persona più adatta a ricoprire il ruolo di segretario che fino a qualche giorno fa era appannaggio dell’attuale governatore della Regione Lazio.

"Enrico Letta è una figura di indiscutibile autorevolezza e prestigio” ha detto Andrea Romano, deputato Pd e portavoce di base riformista, spendendo parole a miele per l’accademico. E a favore dell'ex presidente del Consiglio si è speso anche un big del calibro di Pier Luigi Bersani, parlamentare e presidente di Articolo Uno MdpLeu: "Letta ed io siamo la prova vivente che in quel partito, una volta, si poteva lavorare assieme in vera amicizia e in vera lealtà", ha detto l’ex ministro, che del Pd, fino a prova contraria, è stato anche segretario.

Dal canto suo, il diretto interessato ha preferito nicchiare. Almeno per ora, s'intende. Ha chiesto due giorni di tempo per sciogliere la riserva, pur sapendo che è il suo il nome più accreditato per la leadership del principale partito della sinistra italiana. Intanto il prossimo weekend l'assemblea nazionale del Pd si riunirà per votare il nuovo segretario. Per la presidente dem, Valentina Cuppi, Enrico Letta è "una personalità autorevole” tuttavia, “sono stati fatti anche altri nomi” e “le candidature si faranno domenica in assemblea”.

“Probabilmente fino ad allora ci saranno colloqui e interlocuzioni, vedremo nelle prossime ore” ma resta “l'assemblea il luogo deputato a decidere e a scegliere". A tal proposito, proprio in vista dell'Assemblea nazionale, si sta facendo largo, in queste ore, anche l'ipotesi di una candidatura tutta al femminile (il nome più gettonato è quello di Debora Serracchiani). Chi la spunterà tra i contendenti?

Stefano Ghionni