Di RICCARDO NENCINI

Durante le crisi la democrazia è più debole. Sopraffatti dalla paura, i cittadini sono portati a delegare ai vertici, vi affidano la loro speranza, i poteri si riorganizzano e i più forti colgono l’opportunità per occupare uno spazio più largo. È un fatto l’uso politico della paura, in Italia più che altrove causa il tramonto del sistema dei partiti. Tuttavia, nel vuoto qualcosa si muove, a destra e a sinistra. Il Pd ha sigillato la crisi interna cambiando segretario. Non basterà. La combinazione sinistra Dc/eredi del Pci che portò alla sua nascita si sta rivelando inefficace a fronteggiare l’emergenza sociale e i cambiamenti che seguiranno alla pandemia. La fine dei Cinque Stelle come movimento antisistema è evidente. Conte ne traghetterà una parte, più che dimezzata elettoralmente, sul fronte delle alleanze a sinistra. Ignoto il progetto, ignota l’idea di società. Sì, perché se si è moderati e liberali (Di Maio) è un conto, se si è cattolici (Conte) un altro, se ci si professa radicali di sinistra un altro ancora. Salvini piloterà la Lega nel campo della destra repubblicana. Lo farà per gradi per non rinunciare di colpo alle parole d’ordine che ama di più e per non concedere troppo spazio a Giorgetti e all’anima governativa. Insomma, ai margini del Governo Draghi il movimento è massimo ma c’è da chiedersi se vada nella direzione di una rilettura di una società in forte trasformazione, piegata dalla pandemia, rancorosa, afflitta da ineguaglianze esagerate. La mia risposta è no. In stagioni come questa chi è depositario della tradizione e della cultura del socialismo umanitario qualche cartuccia da sparare ce l’ha. Siamo di fronte a un tornante della storia come lo furono i nostri padri alle soglie degli anni ’60. Allora un’Italia in pieno boom economico desiderosa di riforme, oggi un’Italia in surplace che si allena a ripartire. Stagioni diverse e comunque situazioni che marcano una cesura col passato. Lasciamo a Draghi il tempo di cui ha bisogno (intanto il dl Sostegni è più incisivo dei dl Ristori e le misure assunte per lottare contro il Covid più efficaci) e nel frattempo tessiamo la nostra tela. Intanto a livello parlamentare e poi fuori da lì. Se Pd, grillini e Leu si ‘federano’ per affrontare assieme i provvedimenti parlamentari, non vedo perché socialisti, Italia Viva, Più Europa e Azione non dovrebbero fare altrettanto. Aggiungo che andrebbero impegnati sindaci e amministratori locali e recepite le loro indicazioni perché non si sentano soli di faccia al dramma dei cittadini. Si tratterebbe di un primo campo riformista che darebbe prova di se sulle misure per costruire l’Italia di domani. Quello di cui c’è bisogno