Il gruppo di ricercatori italiani e inglesi guidati da Mauro Giacca, professore dell'Università di Trieste, docente di Cardiovascular Sciences al King's College di Londra, nel mese di novembre dello scorso anno in un articolo pubblicato su Lancet e BioMedicine aveva scoperto che i polmoni dei pazienti morti per Covid-19, oltre a mostrare un esteso danno e la presenza di coaguli che bloccano la circolazione del sangue, contengono un vasto numero di cellule anormali, molto grandi e con molti nuclei, infettate dal virus anche dopo 30-40 giorni dal ricovero in ospedale.

Queste cellule anomale sono generate dalla capacità della proteina Spike del coronavirus di stimolare la fusione tra le cellule infettate e le cellule vicine. Stimolati da queste osservazioni, i ricercatori hanno ora scoperto il meccanismo che consente la fusione delle cellule e trovato un farmaco in grado di bloccare questo processo.

La Niclosamide è un farmaco sintetizzato negli anni '70 e usato a partire dal 1982 per la terapia delle infezioni intestinali dovute alla tenia. Il nuovo studio mostra come questo farmaco, inibendo Tmem16 e la fusione delle cellule, blocca anche la replicazione del virus.

Sulla base di questi risultati, una sperimentazione clinica su 120 pazienti è già partita in India, dove l'infezione è ancora molto diffusa e si sta somministrando la niclosamide a un gruppo di pazienti ricoverati in ospedale con Covid-19. Si tratta di una sperimentazione appena avviata, e pertanto sarà di fondamentale importanza attendere i risultati nel corso dei prossimi mesi per confermare l'efficacia del farmaco.