DI METTEO FORCINITI

Sono state prolungate nuovamente e fino al 6 giugno le misure restrittive anti Covid in Uruguay

Poche misure, a dire il vero, che riguardano la chiusura degli uffici pubblici non essenziali, i centri termali e i casinò; gli spettacoli pubblici e le feste continueranno ad essere sospesi mentre bar e ristoranti resteranno aperti ma con capacità ridotta e con la chiusura anticipata a mezzanotte.

L'annuncio arriva in seguito ai numeri raggiunti dalla pandemia negli ultimi giorni che -dopo un leggero calo- è tornata a stabilire nuovi record tra numero di casi positivi giornalieri e casi attivi.

L'obiettivo, ancora una volta, è quello di ridurre la mobilità anche se adesso sarà senz'altro più difficile dato che le misure inizialmente decise dal governo lo scorso 23 marzo sono progressivamente calate nell'ultimo periodo: dopo il ritorno progressivo delle scuole iniziato il 3 maggio e proseguito a tappe nelle settimane successive, da questo lunedì hanno riaperto le porte le palestre, i "free shop" delle zone di frontiera con il Brasile ed è anche tornato lo sport amatoriale. Queste prime riaperture sono previste fino a domenica e dovranno essere riconfermate ma adesso c'è tanta incertezza sulla loro continuità alla luce della situazione epidemiologica. L'allarme riguarda anche la scuola che è sempre stata considerata una priorità: la Asociación de Maestros del Uruguay (Ademu) ha parlato di una situazione "molto preoccupante" a causa della diffusione del virus nelle scuole pubbliche. 

I numeri del coronavirus sono tornati a crescere e continuano ad essere molto alti. La giornata di mercoledì ha segnato il record di nuovi casi positivi giornalieri (4.586), e di casi positivi totali (oltre 36mila) mentre il numero di morti ha superato i 4.000. Secondo il sito Our World in Data l'Uruguay si mantiene da tre settimane come uno dei paesi con il più alto tasso di morte al mondo per Covid 19 ma a differenza di quello che è successo in passato in altri paesi il sistema sanitario sta continuando a reggere. In questo contesto sono tornate a farsi sentire le voci più critiche -dalla politica agli esperti- che chiedono al governo misure più stringenti per ridurre la mobilità.

Nel frattempo c'è tanta attesa sulla campagna di vaccinazione che sta viaggiando a un ritmo molto elevato anche se i suoi effetti non si stanno facendo ancora sentire: quasi la metà della popolazione ha ricevuto almeno una dose (Pfizer per il personale sanitario e i più anziani mentre per tutti gli altri c'è Sinovac) mentre quasi il 30% ha già ricevuto entrambe le dosi.