di Angelo Bruscino

Federazione del centrodestra? Una buona idea, ma Salvini ha sbagliato i tempi e i modi e non potrà essere lui il federatore.

A oggi, la proposta del leader del Carroccio ha solo spinto le componenti più centriste di Forza Italia, che punterebbero a una maggioranza Ursula con Pd ed ex pentastellati, a prendere le distanze. Contemporaneamente, si è fatto un favore a Meloni, che attrae gli elettori antisistema in fuga dalla Lega di governo.

È un momento difficile per il partito di Salvini: partito conservatore che guarda a Bruxelles e a Washington? Il modello incarnato da Giorgetti, non a caso uno dei ministri più influenti del governo Draghi; o il partito protestatario della caccia agli immigrati?

Il Carroccio si muove schizofrenicamente: mentre in Italia apre a una federazione centrista, in Europa un giorno cerca di entrare nel Ppe e l’altro di agglutinare le destre antisistema intorno a Orban. Mentre Giorgetti punta sul golden power in ottica anti cinese, per blandire l’amico americano, il leader ungherese apre agli investimenti di Pechino in patria.

Sembra il “ma anche” veltroniano, ma tenere insieme le relazioni pericolose con Cina e Russia e, contemporaneamente, cercare una sponda statunitense è impossibile.

Cosa vuole essere la Lega da grande? Anche il progetto nazionale di Salvini è in difficoltà. Il Carroccio non sfonda al Sud, e la destra nel Mezzogiorno sarà sempre più a trazione FdI. Ma se la Sparta leghista piange, la Messene meloniana non ride. FdI vuole governare o rafforzare le rendite di posizione dell’opposizione?

La scelta del candidato sindaco di Roma Michetti lascia supporre che FdI preferisca perdere le elezioni. E una qualsiasi federazione della destra vincente non può prescindere da un ruolo attivo del partito di Giorgia Meloni, che si liberi dello spettro del “polo escluso”, come lo ha definito Piero Ignazi, in direzione di una destra di governo.

Infine, si tratta di stabilire cosa serva alla destra per raggiungere il potere nel Paese. In primis, un sistema maggioritario, dato che il proporzionale spingerebbe nella direzione della grosse koalition Ursula. Infine, un federatore credibile, come fu Berlusconi, perché Salvini o Meloni, perfino Giorgetti, non possono ambire a diventare presidenti del Consiglio. Perché tutte le recenti piroette euroatlantiche non possono cancellare i Borghi anti euro e i rapporti con Putin.

Insomma, l’idea della federazione è buona, ma mancano i federatori. Sono pronti i leader della destra a fare singolarmente un passo indietro per farne fare due avanti all’intera federazione?