Di Gianni del Vecchio

L’archeologo e professore Salvatore Settis in un intervento sulla Stampa ci spiega il grande rischio che stiamo correndo abbracciando senza se e senza ma la transizione ecologica: pale eoliche e pannelli solari, secondo lui, danneggeranno irreversibilmente non solo i nostri bellissimi scorci naturalistici ma anche l’agricoltura di qualità. Per Settis si rischia di compromettere per sempre l’immagine dell’Italia “giardino d’Europa”, quindi bisognerebbe fermare la corsa a nuovi impianti e tutelare tutti gli italiani che “hanno diritto a un contesto paesaggistico rispondente alle caratteristiche del Paese”.

Ora, la posizione del professore non è certamente un unicum nel mondo culturale italiano: basti ricordare la poco urbana campagna contro l’eolico portata avanti negli ultimi anni da parte di Vittorio Sgarbi, per citarne solo uno, o quanto meno il più colorito fra i suoi colleghi. Si tratta però di una posizione che per vari motivi è imprecisa e soprattutto guarda molto al presente ma poco al futuro.

Si dice che torri eoliche o campi fotovoltaici deturpino l’ambiente. Bene. Se ciò vale, allora deve essere vero anche per tutte le altre conquiste tecnologiche che hanno portato l’uomo fuori dalla condizione di schiavitù nei confronti della natura. Sono forse esteticamente belli gli immensi tralicci che portano l’elettricità in tutte le case italiane? Possiamo definire come “luoghi che curano” i chilometri e chilometri di binari o cavi o funi che ci permettono di spostarci in lungo e in largo? La lista sarebbe lunga e di facile compilazione.

C’è poi una precisazione che va assolutamente fatta sul concetto di bellezza, laddove l’estetica non può o non deve essere scollegata dalla funzione d’uso di qualsiasi oggetto. Una pala eolica può anche essere orrenda - e anche su questo ci sarebbe da ridire visto che ricorda un giocattolo molto romantico e retrò, la girandola - ma siccome riesce a trasformare come per magia il vento in energia elettrica, per giunta senza inquinare e con costi sopportabili, diventa una specie di torre delle meraviglie. Un po’ quello che si potrebbe dire per le protesi alle gambe che utilizzano gli sportivi, quelle rese famose da Oscar Pistorius per capirci: prese così, avulse da tutto, ci possono sembrare oggetti strambi e ridicoli; ma se si pensa che invece riescono a restituire la capacità non solo di camminare ma addirittura di correre a chi purtroppo gambe non ne ha, beh, possiamo dire che quelle protesi sono una strepitosa meraviglia del possibile.

Infine, la domanda che bisogna sempre porsi quando si critica qualcosa o qualcuno è: qual è l’alternativa? Vogliamo fare a meno di eolico e fotovoltaico? Ok. Ma a quale energia ci votiamo? Ritorniamo a puntare prepotentemente sui combustibili fossili come petrolio, gas e carbone? Torniamo a costruire centrali nucleari qua e là sulle nostre coste? Del resto, cosa vorrà mai dire aumentare ancora scorie nucleari o emissioni di anidride carbonica. Quest’ultime sì che non si vedono e non deturpano un bel tramonto su di un borgo medievale. Basta non respirare a pieni polmoni.