di Franco Esposito

Città che cambiano. Città che non cambieranno mai, si piacciono come sono, mai pensato di presentarsi in una  versione nuova. Diversa, anche a dispetto  della pandemia che ha trsformato tutti noi. Napoli non vuole cambiare, litiga per Maradona anche ora che il mitico favoloso Diego non c'è più. Litiga per Diego post mortum.

 Firenze no, al contrario sta cambiando se stessa, la propria identità. Ritornano le botteghe del vicinato, la città è divisa fra chi consegna in tutto il territorio e chi preferisce la consegna a domicilio vicino casa. Magari da raggiungere anche con il web. Rincuorati da recenti brillanti risultati, i commercianti fiorentini tornati al vicinato pensano di ora di poter attirare la clientela anche attraverso il web. Allo studio con il, Comune un piattaforma digitale.I fiorentini ora comprano online, cravatta e guanti vicino alla cupola di Santa Maria del Fiore. A Peretola la spesa si fa per teleono, poi passa lui, Salvatore Carlino, e provvede per le consegne. A domicilio arrivano anche i piatti semplici della tradizione: schiacciata, biscotti, pane e marmellata. Silvia Columbano ha completato il percorso all'incontrario: il mondo virtuale trasformato in boutique. In conseguenza della vendita online andata molto bene. 

Cambia Firenze, non muta Napoli legata  convinta alle sue abitudini, legata, avvinta al desiderio imperituro e incontnibili del bisticcio. Quelli che le lavandaie di una volta in competizione chiamavano “capere”. Traduzione: che si prendevano per i capelli fino a strapparseli reciprocamente. 

Napoli litiga per Maradona, pensa te. Questiona perchè a Diego ha dedicato due statue, non una soltanto, e lo stadio. Sul ring, il sindaco di Napoli inteso come primo rapapresentante dell'amministrazione comunale, e il presidente del club, Aurelio De Laurentis. Una verità intanto bisogna dirla, è difficile, quasi impossibile non litigare con il proprietario del club, affidatarario dello stadio, ma non il padrone dello stadio di Fuorigrotta. Nomato Stadio Diego Maradona subito dopo la prematura tragica morte di Diego, in virtù di un blitz possibile nella realizzazione solo a Napoli. Il San Paolo diventò Stadio Diego Maradona in dispregio di regole e tempi. Ma anche così sarebbe andata bene: per l'idolo trascinatore, il più grande calciatore che Napoli abbia mai avuto, come dire?, questo e anche altro. 

Il problema sono ora le statue. Diego ne ha due, e la particolarità manda in bestia De Laurentis, molto di più del sindaco De Magistris, mosso in questi giorni da imminenti  prossime esigenze elettorali. Le elezioni amministrative sono alle porte, si vota per un nuovo sindaco; De Magistris non è candidato, ha esaurito i suoi mandati. 

Succede questo. Napoli, già trasformata in un mezzo sacrario, dedica due statue a Maradona. Proprio a lui che avrebbe meritato un monumento per quello che ha dato in campo alla città. Il popolo aveva voluto, imposto, che gli intitolassero lo stadio. 

Ma com'è questa storia delle statue che seminano nuovi veleni tra l'amministrazione comunale e il club? De Maegistri, la sua,  l'ha ricevuta in omaggio dall'artista Mimmo Sepe. Il presidente del Napoli ne ha commissionata una versione molto  più sofisticata all'ex tuttofare e manager di Maradona, il calabrese Stefano Ceci, devoto di Diego fino all'ultimo dei respiri del Pibe de Oro. La statua prodotta dal Ceci è comprensiva delle impronte della mano e del piede sinistro di Maradona, rilevati prima della morte del superman argentino. 

Particolari che non inficiano l'azione del Comune di Napoli. Non la ostacolanoo, il blitz ci sarà comunque a distanza di sette mesi. Gli amministratori comunali hanno organizzato per giovedì prossimo l'inagurazione ufficiale dello stadio Diego Armando Maradona, finora rimandata per consentire anche ai tifosi di partecipare, anche alla sistemazione della statua. L'accelerazione – sostengono i maligni – è imposta dall'agenda elettrorale, a dispetto dei contagi in crescita e del perdurante divieto di riempire le tribune. Ma a  ottobre si vota e il sindaco ha inteso non lasciare ad altri l'organizzazione di un evento dall'eco certamente internazionale. L'atmosfera spettrale verrà ravvivata da uno spettacolo canoro. Invitati cinquecento bambini. 

Il Napoli non ci sarà? Ma come si inaugura ufficialmente lo stadio intitolato all'idolo riconosciuto e il club non prende parte all'evento? La squadra sarà impegnata quarantotto ore dopo in amichevole con il Bayern Monaco. In realtà mancato invito e assenza forzata confermano l'esistenza di storie tese tra il sindaco uscente e De Laurentis. L'uno contro l'altro anche nella commemorazione di Diego. Ognuno dei due ritiene di avere una sua statua da esporre. 

Silente De Laurentis, è questa la scelta presidenziale dal ritiro in Val del Sole. E la cosa dovrebbe allarmare De Magistris. Il taglio del nastro è confermato per giovedì prossimo.  De Laurentis è convinto che De Magistris stia per compiere un goffo autogol a celebrare Marrradona senza tifosi e senza i tesserati della squadra. 

L'altra statua, quella di Ceci, costo 60mila euro, sarà pronta a ottobre. Nel bando dell'opera c'è un vincolo di segretezza che secondo l'autore sarebbe stato violato. Visto che della statua regalata al Comune circolano foto da marzo. La partita è destinata ad essere giocata in tribunale. Proprio vero: Napoli non vuole cambiare.