Tramite una nota diramata da Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha comunicato che il governo candiderà Roma Capitale a ospitare l'Esposizione Universale del 2030, in una lettera inviata ai candidati a sindaco di Roma Capitale: “Si tratta senz'altro di una grande opportunità per lo sviluppo della città”, che ha colto l’occasione per ringraziare i candidati stessi” per la dimostrazione di unità a favore della nostra Capitale”. Roma, comunque, dovrà vedersela con le candidature di Busan (Corea del Sud) e Mosca.

Inutile dire che gli aspiranti primi cittadini si sono buttati a capofitto sull’annuncio del premier. Un po’ come degli avvoltoi, gustando la prelibata polpetta preparata da Draghi. Di certo fa sorridere il commento della sindaca uscente Virginia Raggi (che spera in una più che improbabile riconferma) che parla della news come “uno dei più importanti eventi internazionali, un evento in grado di attrarre investimenti, proporre al mondo grandi progetti di innovazione e di rilanciare il lavoro e l'economia di tutta l'Italia”.

Proprio lei, e la galassia del M5S, che non candidarono Roma per le Olimpiadi 2024 perché c’era il rischio di infiltrazioni malavitose e per i conti cittadini (per non parlare di un altro niet del MoVimento a Torino, tramite la sindaca Chiara Appendino, per le Olimpiadi invernali del 2026). La domanda è la seguente: quindi per l’Expo del 2030 non c’è alcun rischio di infiltrazioni malavitose? Come si cambia in poco tempo… a pochi giorni dalle elezioni. Meno male che comunque il popolo è sovrano