Karl Popper, l’immeritatamente guru dei Classici del Pensiero dell’Editore Fabbri, sostiene che l’idea di democrazia come “governo del popolo” deve essere sostituita dall’idea di democrazia come “giudizio del popolo”. Fin qui siamo d’accordo con lui, suggerendo però una condicio sine qua non: non può esserci “giudizio del popolo” laddove non esiste una vera pluralità dell’informazione. E quando l’informazione audiovisiva agisce in regime di monopolio, la democrazia non può esistere. Con la morte annunciata o effettiva della maggior parte dei giornali degli italiani all’estero, causata spesso dalla rapacità, ladrocinio o incompetenza dei loro responsabili, aggravata dalla mancanza di controllo e sostegno del Dipartimento per l’editoria presso la Presidenza del Consiglio, le testate (un tempo in qualche modo utili) sono state sostituite da una pletora di siti, titoli, velleità, falsità, inesattezze di cui pagano lo scotto i malcapitati che ci cascano. Gente d’Italia regge e fornisce l’analisi di tutti gli aspetti della situazione politica attuale, affinché il lettore possa esprimere un informato parere sulla vitalità della democrazia italiana in Italia e all’estero.

Questo suo valore è riconosciuto, tant’è che il link al quotidiano viene diffuso da parecchi “nomi” politici ai propri seguaci. Tradizionalmente, però, chi non ama leggere si affida alla televisione e, nel variegato mondo degli italiani fuori d’Europa, Mamma RAI fornisce un canale monopolistico, chiamato RAI Italia, il cui palinsesto è ormai al limite del clownesco per non dire dell’inaccettabile. Sono morte le partite di campionato di Prima e Seconda Serie ed è stata cancellata anche la Giostra dei Gol, inventata da uno dei migliori o forse proprio il miglior Direttore che RAI Italia abbia mai avuto, il giornalista Roberto Morrione, al quale è stato giustamente intitolato un premio. La pluralità dell’informazione tramite i telegiornali trasmessi da RAI Italia è di fatto inesistente. Il TG3 va in onda a ore antelucane nelle fasce continentali più popolate dagli italiani all’estero, seguito dal TG2 mentre le famiglie fanno la prima colazione, poi dal TG1 a pranzo e infine RAI News24 verso l’ora di cena. Tutto a posto, vero? No, la spartizione partitica dei TG fa sì che l’indottrinamento della Lega (TG2), di Berlusconi/Figlid’Italia (TG1 e RAINews24) condito dalla proliferazione di Porta a Porta e dalla correttezza del TG3, che dà pari accesso a tutti, si trasformi in un lavaggio del cervello dell’ignaro spettatore.

L’occupazione manu militari da parte di Salvini degli spazi chiave della RAI fa sì che la sua compagine, stracciata dalle ultime elezioni amministrative, sia invece quella che imperversa e gode del maggiore spazio di parola, attraverso la perenne presenza sullo schermo TV del faccione cespuglioso del Matteo lombardo. “Tutto resto è noia” come canta giustamente Franco Califano. Il palinsesto per massaie accrocca inesauribili puntate di innumerevoli soap opera e ripetuti programmi che insegnano a cucinare uno sconosciuto ortaggio pugliese da condire con un introvabile formaggio friulano. I sitcom, vale a dire i siparietti “comici”, hanno probabilmente fatto ridere i nostri nonni. I cartoni animati per le diverse fasce di età, dai più piccoli agli adolescenti, propongono modelli nati in USA negli anni ’70 o personaggi di ispirazione giapponese con enormi occhi a mandorla. I programmi di quiz, condotti dall’immarcescibile Flavio Insinna, ribadiscono – ci auguriamo del tutto involontariamente – il vetusto concetto della superiorità maschile, anche attraverso contese in cui la concorrente donna deve indovinare parole di quindici lettere che definiscono sconosciute branche del sapere più astruso, mentre il concorrente maschio viene osannato e applaudito dal conduttore perché ha indovinato la parola “mamma” o “fiore” o “buono”.

Dulcis in fundo, “L’ltalia con voi”. RAI Italia ci ha finalmente liberati dalle mani in moto perpetuo e dai 44 denti candidi di Monica Marangoni, nonché dalla sua galleria di teste parlanti, che avevano a loro vanto e gloria soltanto il fatto di vivere all’estero ed essere – alternatamente – giovanissimi esponenti del quasi nulla o vecchi esempi dell’emigrazione tradizionale contornati, in particolare in America Latina, da silenziose famiglie che tacevano perché evidentemente non parlavano una sola parola di italiano. Al suo posto c’è ora una giornalista, Maria Cuffaro, che sembra avere ben altro possesso del professionismo necessario a una vera intervistatrice. Ma la descrizione del programma sui social contiene la seguente frase: “L’Italia con Voi è anche un filo diretto con la Farnesina per un’informazione di servizio sulle attività e le iniziative per gli italiani nel mondo” e sottolineiamo PER o SUGLI, ma non DEGLI italiani nel mondo. Infatti, l’informazione è fornita con cadenza regolare, per non dire quotidiana, dagli alti papaveri del Ministero degli Esteri che, con linguaggio forbito e protocollare (vale a dire molto spesso incomprensibile) raccontano i meriti del lavoro dei diplomatici italiani e dettano le regole dei comportamenti che dovrebbero tenere gli italiani residenti fuori dal Bel Paese. Gli interventi dei rappresentanti degli italiani all’estero sono stati “motivatamente” cancellati dal 3 settembre, data delle indizioni dell’elezione per il rinnovo dei Com.It.Es.

In passato erano stati comunque pochi e molto distanti fra loro, con la brusca interruzione del dialogo con chiunque offrisse un’opinione men che encomiastica delle posizioni assunte dalle feluche della Farnesina. Il culmine del cattivo gusto e dell’insulto istituzionale si raggiunse con la brutale ridicolizzazione dei membri del Comitato di presidenza del CGIE, intervistati tutti insieme, costretti – loro malgrado – a non poter descrivere la natura e il lavoro del Consiglio generale perché forzati a raccontare barzellette e ballare tutti insieme una samba brasiliana. La Cuffaro sta trasformando l’Italia con Voi in un salotto buono del politicamente corretto e dell’elitario brillante, propedeutico a una sua auspicata (e meritata) promozione a conduttrice di un talk show nazionale in prime time. Nel frattempo, persevera la mancanza di informazione chiara e univoca delle infinite regole costruite ad arte per rendere pressoché impossibile una congrua partecipazione degli aventi diritto alle elezioni dei Com.It.Es.. Ricominciano a tempi accelerati le ballate di eroici e decisionisti diplomatici. Ognuno di loro va a versare il suo soldo di contributo pro domo MAECI alla cancellazione di tutte le rappresentanze istituzionali degli italiani all’estero, che hanno avuto il cattivo gusto di prendere finalmente coscienza dei propri doveri e diritti e li hanno messi in atto con forza, senza farsi più trascinare con l’anello al naso. Questo distacco voluto dal MAECI è un vero peccato e va a detrimento della proiezione internazionale dell’Italia, che dovrebbe basarsi sulle indubbie capacità della maggior parte del corpo diplomatico italiano e sulle infinite professionalità del cosmo italiano e italo discendente fuori d’Italia. Karl Popper afferma: “Come uno degli ultimi seguaci rimasti del Razionalismo e dell'Illuminismo, io credo nell’emancipazione dell'uomo per mezzo della conoscenza”.

Popper cita quanto detto da Hugo von Hofmannsthal: “La filosofia è il giudice di un'epoca: è brutto se essa ne è invece la sua espressione”. Gli italiani all’estero sono progressivamente diventati il giudice di questa epoca in cui vengono trattati in maniera scioccamente contraddittoria. Gli alti funzionari sembrano invece intenzionati a trasformarsi  nell'espressione del momento confuso che stiamo vivendo.

Sarebbe un terribile peccato buttare alle ortiche le potenzialità del lavoro comune degli uni e degli altri.