"Quello che si restituisce al Messico - parole del Segretario delle Relazioni estere del governo Marcelo Ebrad Casaubon -  sono più di 2300 anni, sono reperti preziosi in termine di età e di cosa si può imparare da loro. Ogni volta che qualcosa del genere viene rubato e poi commercializzato, abbiamo un pezzo della nostra storia che è nelle mani di qualcuno illegalmente".

Parole sincere al limite della commozione durante la consegna da parte delle autorità italiane e ancora una volta si tratta di una storia, a lieto fine, di preziosi reperti archeologici prima rubati e poi recuperati in Italia. E ancora una volta ha visto come protagonisti i Carabinieri del reparto Tutela del Patrimonio Culturale, guidati dal generale di brigata Roberto Riccardi, che, non a caso, proprio il 27 settembre era stato premiato dal governo del Messico, per mano del presidente Andres Manuel Lopez Obrador, con l'Ordine per l'Aquila Azteca per l'impegno e i grandi risultati ottenuti nel recupero di pezzi archeologici rubati.

"L'Italia - ha aggiunto Casaubon - continua a dare l'empio per l'impegno con il suo patrimonio e quello di altre nazioni e i pezzi che vengono restituiti hanno un grande significato per il Messico". Il bottino recuperato era composto da un vaso globulare di orine preispanica (300 a.C. - 600 d.C.) e due figure antropomorfe realizzate in ceramica appartenenenti alla cultura di teotihuacan del periodo classico mesoamericano (250-600 d.C.).

I pezzi erano stati recuperati nel 2019 e 2020 ad Ancona e Torino in seguito a un'indagine minuziosa dei carabinieri. Per le due figure antropomorfe il recupero si è reso possibile grazie alla attività di controllo e di monitoraggio dell'e-commerce, mentre per il terzo pezzo si è trattato di una indagine finalizzata al contrasto della vendita illecita di opere d'arte. Gli oggetti recuperati sono ritenuti patrimonio storico del Messico.