Il mondo sembra trattenere il fiato: la nuova variante del Covid, denominata B.1.1.529, preoccupa non poco. Presenterebbe, infatti, mutazioni particolari (32 sulla proteina spike) che fanno pensare ad una maggiore contagiosità, anche se, attualmente, i dati a disposizione dei ricercatori sono ancora troppo pochi per capirne la pericolosità. Non a caso l'Istituto "Spallanzani" di Roma ha istituito un'apposita task-force per analizzare il nuovo ceppo virale.

Lo scrive il portale TgCom 24, che sull'argomento ha intervistato il professore Giorgio Gilestro, neurobiologo dell'Imperial College di Londra. "Il Sudafrica ha riportato che la variante cresce in modo molto veloce: copre l'80% del virus che circola ora in quel paese. Consideriamo che era a zero tre settimane fa" ha spiegato il camice bianco. Cos'ha in più la sudafricana rispetto alla Delta? "Forse, può contagiare chi ha gli anticorpi contro il virus" ha proseguito Gilestro. Quindi i vaccini possono essere meno efficaci? “È troppo presto per dirlo. Come è troppo presto per dire se possano avere difficoltà nel prevenire l'infezione o anche la malattia e non si sa neanche se può ‘bucare’ i vaccini che usiamo attualmente” ha aggiunto ancora lo scienziato.