di Stefano Ghionni
No. Non ne esce bene la politica italiana, soprattutto Forza Italia, Lega e MoVimento 5 Stelle (proprio quelli dell'onestà, onestà) nel bel servizio pubblicato da 'Le Iene' su Italia1 (e presente anche sul nostro sito) in merito allo scandalo dei brogli elettorali che hanno portato alla decadenza del senatore Adriano Cario. Intervistato dall'inviato Filippo Roma, il senatore Gregorio De Falco (Gruppo Misto) ha chiaramente confermato quello che Gente d'Italia sta denunciando da tempo, e cioé che i senatori dei tre partiti di cui sopra, nonostante l'accertata falsificazione di migliaia di schede relative alle elezioni del 2018, hanno votato a favore di Cario, ossia per non farlo decadere. Quindi a favore dei brogli.....
"È probabile – ha detto De Falco – che ci sia già un accordo in merito all'oramai imminente elezione del nuovo presidente della Repubblica". Ma c'è di più: Cario durante la crisi del secondo governo Conte faceva parte dei cosiddetti responsabili e l'allora senatore faceva parte di gruppo che aveva il compito di supportare l'eventuale Conte ter. Quindi la decisione di non farlo decadere può nascere da una sorta di riconoscenza? "Può essere", la risposta di De Falco. In pratica, tu mi dai e io ti do. Alla faccia del buon senso e soprattutto della legalità.
Andando avanti, vediamo il giornalista di Mediaset sulle tracce di tre senatori del Carroccio, rispettivamente Pasquale Pepe, Simone Pillon e Luigi Augussori, per chiedere loro l'assurdo motivo di votare a favore di un broglio elettorale accertato dalla magistratura: tra una scusa e l'altra, sono stati penosamente in silenzio. Trovandoci al loro posto (ma per fortuna non è così perché la dignità viene prima di tutto) forse avremmo fatto lo stesso: come giustificare l'ingiustificabile? Filippo Roma ha poi intervistato proprio Cario che, diciamocelo francamente, sembra essere entrato in un gioco più grande di lui.
Ecco, forse lui avrebbe fatto meglio a restare in silenzio perché si è reso protagonista di alcune gaffe, come quando ha spiegato che ha firmato lui al posto della mamma 90enne (cosa ovviamente illegale) o quando ha detto che non può sapere chi ha falsificato le firme affinché avesse la meglio nella sezione del Sud-America: "Sicuro che non posso essere a conoscenza di questa cosa", la sua risposta. Una cosa che ci ha fatto sorridere, facendoci tornare indietro ai tempi dell'allora ministro Scaiola, noto anche per il caso di una casa davanti al Colosseo a Roma che sarebbe stata comprata per lui da altri "a sua insaputa" per 600mila euro.
Meglio stendere un velo pietoso...