Oltre a Salernitana-Venezia, altre tre partite della prima giornata di ritorno di serie A non si giocheranno. Le Asl di Torino e Udine, infatti, hanno imposto lo stop ai gruppi squadra di Torino e Udinese, che dunque dovranno rimanere in quarantena per i prossimi cinque giorni. A forte rischio pure Bologna-Inter, dopo che il direttore dell'Ausl bolognese, Paolo Bordon, ha dichiarato: "Difficile che si giochi. Si va verso uno stop dell’attività agonistica". E in serata lo stop dell'Asl di Bologna è arrivato.

Niente Atalanta-Torino, dunque, coi granata che a conti fatti non potranno scendere in campo neppure domenica contro la Fiorentina. Salta pure Fiorentina-Udinese e il club bianconero ha chiesto alla Lega Serie A il rinvio del successivo match casalingo contro l'Atalanta. Tra i granata sono stati otto i positivi negli ultimi giorni, sette invece tra i friulani. Regolarmente partiti per La Spezia e Torino, invece, il Verona (dieci positivi) e il Napoli (dodici).

Paradossale la situazione del Napoli. L'Asl Na1 ha dato il via libera alla partenza, poi mentre gli azzurri erano in volo per Torino l'Asl Na2 ha bloccato tre calciatori "contatti stretti" dei positivi: Lobotka, Rrahmani e Zielinski. Non potranno scendere in campo contro la Juventus. La cabina di regia nelle discussioni sulle prossime misure sanitarie ha chiesto di sospendere il campionato, ma la proposta non ha trovato seguito.

In serata, dopo le decisioni constrastanti delle varie autorità sanitarie, si è svolto un consiglio di Lega straordinario in call conference. Ribadita la linea dura: si deve giocare, costi quel che costi, anche mandando in campo i ragazzini e addirittura minacciando di ricorrere al Tar contro i provvedimenti di quelle Asl che non terranno conto delle disposizioni sulle quarantene del 30 dicembre scorso.

Nessun rinvio, nessuno stop magari di un paio di settimane per dar modo alle varie squadre di uscire dall'emergenza. "Show must go on", come cantavano i Queen: ma questo "spettacolo" interessa ancora a qualcuno?