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Nel contesto di ripresa del commercio mondiale anche l'Uruguay prova a beneficiarsene: il mese di gennaio ha visto infatti un boom delle esportazioni che hanno fatto registrare un +31% rispetto al gennaio del 2021. Per l'economia uruguaiana questo dato rappresenta senz'altro un segnale di recupero importante considerato che lo scorso anno le esportazioni avevano sofferto la peggior caduta dell'ultimo decennio.

In base al rapporto pubblicato dall'istituto Uruguay XXI, nel mese del gennaio del 2022 le esportazioni uruguaiane (includendo le zone franche) sono state di 883 milioni di dollari. 

Concentrati per la preparazione di bibite, carne, energia elettrica, veicoli e sottoprodotti carnei sono state le voci che hanno avuto una maggiore incidenza positiva rispetto allo scorso anno. I prodotti che hanno subito invece una maggiore diminuzione sono stati il riso e il bovino vivo.

La carne bovina si conferma ancora una volta come il prodotto più esportato che nell'ultimo mese: ha raggiunto vendite all'estero per 207 milioni di dollari con un aumento de 59% rispetto al gennaio del 2021. A motivare questa crescita è stato il ritorno della Cina che da sola si è comprata quasi tutta la carne venduta dall'Uruguay, circa il 70%. La domanda del gigante asiatico ha avuto una crescita interannuale del 111%. Al secondo posto per la vendita di carne, molto più staccato, c'è stato il Brasile con una partecipazione del 21%. Con un valore di 138 milioni dollari, la domanda brasiliana della carne è cresciuta del 33%.

Per quanto riguarda i prodotti che hanno visto aumentare di più le vendite, l'energia elettrica ha avuto un valore di 40 milioni di dollari mentre i veicoli hanno avuto un'incidenza di 19 milioni di dollari.

Dal contesto di recupero delle esportazioni, tuttavia, alcuni prodotti ne sono stati esclusi. È il caso del riso che ha avuto una caduta del 47% se comparato al gennaio del 2021 e dei bovini vivi le vendite sono crollate da 16 a 5 milioni.