di Federica Olivo

 

Putin è un criminale di guerra", ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. La stessa frase è stata ripetuta anche da Liz Truss, ministro degli Esteri britannico, che ha aggiunto: "Stiamo raccogliendo le prove sul campo per far sì che Vladimir Putin sia ritenuto responsabile di questi crimini". Da ultimo il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, si è rivolto al Parlamento europeo: "Chiedo che venga riconosciuto che Vladimir Putin è un criminale di guerra" e ha elencato tutti i crimini per cui potrebbe essere accusato. Ma quali sono le strade giuridiche per dichiarare il presidente russo criminale di guerra dopo l'invasione dell'Ucraina? In verità una è già alle prime battute. Altre sono immaginabili. Quello che è certo è che, da qualunque prospettiva lo si veda, il diritto internazionale ha tempi molto lunghi. Giustificati, peraltro, dalla complessità della materia. La durata dei procedimenti però, potrebbe in qualche modo far sentire Putin legittimato a ignorare del tutto le Corti sovranazionali, confidando nel fatto che nell'immediato è molto difficile che ci siano conseguenze sulla sua persona. Ma andiamo per ordine.

Una delle corti che si sta occupando del conflitto tra Russia e Ucraina è la Corte internazionale di Giustizia, organismo dell'Onu, con sede a l'Aja che non giudica le singole persone, ma gli Stati. E che sta procedendo contro Mosca su richiesta di Kiev. Il 16 marzo ha emesso una misura provvisoria contro il Paese governato da Putin. Ha ordinato, infatti, alla Russia di "sospendere immediatamente l'operazione militare avviata il 24 febbraio 2022 sul territorio dell'Ucraina". La Corte, ha affermato di essere "profondamente preoccupata" dell'uso della forza nel Paese e ha detto di essere consapevole "della portata della tragedia umana in Ucraina". La presidente Joan Donoghue ha proseguito: "Le due parti devono astenersi da atti che rischino di aggravare la controversia" su cui la Corte è stata chiamata a deliberare "o di renderne la soluzione più difficile". La risposta della Russia è arrivata il giorno successivo, ed è negativa. "No, non saremo in grado di prendere in considerazione questa decisione", ha detto ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo l'agenzia russa Tass..

La decisione della corte è stata presa con il voto contrario della Cina. Introducendo la delibera, Donoghue si è inoltre rammaricata che la Russia non abbia partecipato alle udienze precedenti e ha stabilito che - al contrario di quanto sostenuto da Mosca - la Corte internazionale di Giustizia dell'Aja abbia "la giurisdizione" per decidere sul caso in base alla Convenzione Onu sul genocidio. In un passaggio si sottolinea, inoltre, che in Donbass non è stato operato alcun genocidio da parte dell'Ucraina.

L'iter di questa corte proseguirà. Ma qualsiasi decisione riguarderà lo Stato, non le singole persone. Riguarda invece gli individui - e quindi potrebbe essere incriminato anche Putin - il procedimento che è stato aperto pochi giorni fa dalla Corte penale internazionale, che ha sede sempre a L'Aja, che opera sulla base dello Statuto di Roma. E, quindi, si occupa oltre che del genocidio, di crimini di guerra, contro l'umanità e da più di recente - anche se la modifica è stata ratificata da pochi Stati - del crimine di aggressione. La procura ha iniziato a indagare anche dopo la spinta di 39 Paesi che hanno chiesto di verificare se la Russia, a partire dal novembre 2013, abbia commesso crimini di guerra e contro l'umanità in territorio ucraino. Vale la pena ricordare che né Kiev né Mosca hanno mai aderito allo statuto di Roma. L'Ucraina, però, ne ha accettato la giurisdizione e per questa ragione la corte è legittimata a procedere, ma solo per crimini di guerra e contro l'umanità. Non contro l'aggressione. Qual è la differenza tra i due reati? Come aveva spiegato qui ad HuffPost Marco Pedrazzi, professore di Diritto internazionale alla Statale di Milano, i crimini di guerra sono le violazioni del diritto umanitario durante i conflitti armati: il bombardamento di un luogo dove ci sono i civili o di un ospedale, l'uso di particolari armi, trattamenti disumani nei confronti dei prigionieri. I crimini contro l'umanità, invece, riguardano gli attacchi ai civili che avvengono in tempi di pace. In alcuni casi le due definizioni si sovrappongono.

Quanto ai crimini di guerra, è chiaro che è più facile incriminare chi materialmente li ha commessi, ma Putin potrebbe essere accusato per il fatto di averli direttamente ordinati. Nei confronti del presidente russo, durante il procedimento, potrebbe anche essere emesso un mandato di arresto internazionale,che però non sarebbe così facilmente eseguibile. Essenzialmente per due motivi: perché la Russia, non essendo parte del trattato che ha dato vita alla Corte, non si sentirebbe assoggettata al mandato. E perché la Corte non dispone di una sua Polizia, ma si avvale di quella degli Stati membri. Tra i quali, per l'appunto, non c'è la Russia. Quali soluzioni, allora? Inutile chiedere l'estradizione, perché Mosca non acconsentirebbe mai. Putin, però, potrebbe essere arrestato nel caso in cui si spostasse dalla Russia per andare in un altro Paese che, invece, ha sottoscritto il trattato di Roma. Difficile, però, immaginare che lo 'Zar' si arrischi ad andare in un Paese che potrebbe arrestarlo. Lo stesso discorso si può fare in caso di condanna: chi ha commesso crimini di guerra o contro l'umanità può essere condannato a pesanti pene detentive. Il problema è poi far eseguire la pena.

Per perseguire crimini di questo genere è possibile anche istituire dei tribunali ad hoc. È successo per la seconda guerra modiale, con il processo di Norimberga, per i crimini commessi dai serbi negli anni '90, durante la guerra nella ex Jugoslavia e per il processo sui massacri durante la guerra civile in Ruanda nella ex-Jugoslaviae il processo i massacri e la pulizia etnica nella guerra civile in Ruanda. Il dittatore serbo Slobodan Milošević fu arrestato nel 2001, ma dalla polizia del suo Paese, sulla base di accuse che non riguardavano crimini di guerra. Fu estradato qualche mese dopo e morì in carcere a l'Aja mentre aspettava il processo. Per l'estradizione fu fatto un accordo tra Belgrado e il tribunale de l'Aja. Che accada una cosa simile con la Russia è con Putin al momento pare improbabile. Ma il passare del tempo potrebbe far cambiare gli scenari.