di Antonietta Calabró

Era una, se non la principale, “regola d’ingaggio" richiesta dal Conclave che lo ha eletto Papa: la riforma della Curia romana. All’ingresso nel decimo anno del suo pontificato, Francesco ha emanato la Costituzione apostolica “Praedicate Evangelium” che cambierà da qui a molti decenni il volto del governo centrale della Chiesa cattolica, abolendo la “Pastor bonus“ di Giovanni Paolo II (1988), che era stata promulgata accentrando le caratteristiche della Curia così come era dai tempi di Sisto V (cinquecento anni fa). Molti singoli cambiamenti, con Francesco, erano già entrati in vigore, grazie a Motu Proprio papali o altri interventi legislativi. Ma certo fa impressione vedere nero su bianco la nuova struttura, che ricalca quella della Compagnia di Gesù, i gesuiti, dove tutti gli uffici sono al servizio del Preposito generale della Compagnia di Gesù.

A cominciare dal fatto che il primo Dicastero (paragonabile a un superministero) non è più la Segreteria di Stato, che è ridotta - anche a causa degli scandali finanziari di cui è stata al centro - a una “Segreteria papale”. Basti pensare che non è richiesto che il Segretario di Stato sia un cardinale. La Segreteria di Stato non interpreta più, unica, la volontà del Papa, com’era con Giovanni Paolo II. E gli incarichi saranno quinquennali, a rotazione. Non solo, ma a partire dal 5 giugno, giorno in cui la riforma entrerà in vigore, il primo dicastero non sarà più la Congregazione per la Dottrina della fede (al cui interno peraltro verrà incorporata con autonomia propria la Commissione pontificia per la tutela dei minori) ma il Dicastero per l'Evangelizzazione, che sarà direttamente presieduto dal Papa. Il Dicastero dell'Evangelizzazione - fin qui “solo” un Pontificio consiglio, retto da monsignor Fisichella - avrà "due Sezioni: quella per le questioni fondamentali dell'evangelizzazione nel mondo e quella per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari nei territori di sua competenza".

Nella nuova Curia romana disegnata dalla costituzione apostolica "Praedicate Evangelium" nasce un nuovo "Dicastero per il Servizio della Carità", chiamato anche Elemosineria Apostolica, "un'espressione speciale della misericordia e, partendo dall'opzione per i poveri, i vulnerabili e gli esclusi, esercita in qualsiasi parte del mondo l'opera di assistenza e di aiuto verso di loro a nome del Romano Pontefice, il quale nei casi di particolare indigenza o di altra necessità, dispone personalmente gli aiuti da destinare". Il Dicastero, in veste di Prefetto, sarà guidato dall'Elemosiniere di Sua Santità a cui Papa Francesco aveva dato già da tempo dignità cardinalizia (attualmente è il polacco Konrad Krajewski).

Una scelta chiara delle priorità di governo. A cui si aggiunge il fatto che laici e donne potranno essere a capo di dipartimenti vaticani, perché i laici e le donne possono far comprendere alla Chiesa i segni dei tempi. E spetta anche a loro essere missionari. Questa sarà la Chiesa del futuro, la Chiesa del Terzo Millennio. Una Chiesa appunto missionaria, “in uscita”. Non si può non sottolineare un altro dato. La riforma è stata compiuta mentre, soprattutto sul fronte conservatore interno ed esterno al Vaticano, c’era chi da mesi sottolineava la lentezza del processo di messa a punto della nuova struttura.

Naturalmente sono molte le razionalizzazioni, gli accorpamenti per evitare duplicati e ottenere anche risparmi economici e spending review. Ma risalta anche un’opera metodica e di cesello sulle varie competenze. Il ruolo centrale del Consiglio dell’Economia e della Segreteria dell’Economia si estende alla scelta del personale (prima in capo alla Segreteria di Stato). Allo stesso tempo l’Apsa (che amministra il patrimonio, sterminato, della Sede apostolica) che ha recepito anche il patrimonio della Terza Loggia, dovrà operare necessariamente attraverso l’Istituto per le opere di Religione (lo IOR, la cosiddetta banca vaticana) e non affidarsi ad intermediari bancari al di fuori delle Mura Leonine, come era avvenuto con la Segreteria di Stato che per decenni ha fatto operazioni con banche italiane e svizzere. Inoltre gli investimenti, dopo i disastri accumulati, saranno in capo ad un apposito Comitato previsto dall'articolo 127, e in ambito economico ci sarà un’apposita Commissione per la trattazione delle questioni riservate.