di Adalgisa Marrocco

A Bucha la guerra è diventata barbarie. Lo si vede in maniera cristallina nelle immagini che hanno fatto il giro del mondo, lo si legge nel parole del primo cittadino Anatoly Fedoruk, che parla di civili uccisi "con colpi d’arma da fuoco alla nuca", abbandonati in strada, fosse comuni con centinaia di corpi. E mentre la Russia nega ogni addebito nella strage parlando di "provocazione degli estremisti ucraini", l’Ucraina replica denunciando il genocidio. Intanto a risuonare forte è la voce di chi ha vissuto, incontrovertibilmente, il dramma sulla propria pelle. Un orrore iniziato ben prima del mese di aprile.

"L'orrore nel nostro villaggio è cominciato il pomeriggio del 4 marzo, quando una ventina di tank russi hanno attraversato questa strada incolonnati e hanno cominciato a sparare con i kalashnikov all'impazzata sulle nostre case e sulle macchine che incrociavano, schiacciandole. Non evacuavano, sparavano. E con alcuni tank hanno sfondato le case" è il racconto che Tamara, sopravvissuta alla strage, fa all'Ansa. La sua testimonianza collima con quella di molti altri cittadini, che tra le lacrime e la disperazione trovano la forza di ricordare: "Hanno ucciso un uomo anziano, uno che non conoscevo. Era davanti a me, seduto su una panchina. Un russo si è avvicinato e gli ha sparato in testa, poi se ne è andato", racconta Vladislav, cittadino di Bucha, all’inviata di Repubblica Brunella Giovara. Un altro testimone oculare parla di uomini, donne e bambini uccisi a sangue freddo, con un colpo alla nuca, e di quelle fosse comuni che hanno sconvolto il mondo. “Hanno messo i cadaveri nella pala di un escavatore, il buco era già stato fatto, li hanno scaricati e coperti di terra”, dice l’uomo.

Human Rights Watch ha segnalato come le violenze fossero in atto già da settimane nella città della tragedia e in altre località ucraine: stupri, esecuzioni sommarie e minacce ai civili e ancora, e ancora. Il 4 marzo, a Bucha, i militari russi hanno costretto cinque uomini a inginocchiarsi su un lato della strada e a tirarsi su la maglietta per coprirsi la testa, poi hanno sparato a uno di loro dando vita a un’esecuzione sommaria: è questo il racconto fatto da un testimone oculare a HRW. "È caduto in avanti e le donne che si trovavano lì hanno iniziato a urlare", ha aggiunto. Quello raccontato dal testimone sarebbe solo uno dei tanti crimini di guerra commessi dalle forze russe, e solo nel periodo fra il 27 febbraio e il 14 marzo. Sono 10 le persone intervistate dalla Ong, tra cui testimoni, vittime e residenti in zone occupare dalle forze russe. Le conversazioni sono avvenute sia di persona che per telefono e molti hanno chiesto di essere identificati soltanto con il primo nome o con uno pseudonimo.

"I casi che abbiamo documentato mostrano indicibili deliberate crudeltà e violenze contro civili ucraini", ha sottolineato Hugh Williamson, direttore di Hrw per Europa e Asia centrale, "stupro, omicidio e altre violenze perpetrate su persone in mano alle forze russe devono essere oggetto di indagini per crimini di guerra", ha aggiunto.  Dmytro, di 40 anni, ha raccontato la fuga sua e della sua famiglia da Bucha, ormai alla mercé di pesanti bombardamenti. Si sono messi in marcia il 7 marzo a piedi, non essendo al corrente di corridoi umanitari. Avvolti in lenzuola bianche e agitando fazzoletti bianchi, sono arrivati nel vicino villaggio di Vorzel dove per due notti si sono rifugiati nel seminterrato di un edificio di due piani. In quel seminterrato c'era anche una donna ferita alle gambe e al torace: era stata ferita il giorno prima quando militari russi avevano fatto irruzione nel rifugio e avevano lanciato una granata lacrimogena. Una trappola mortale: in tanti, in preda al panico, sono usciti di corsa dal seminterrato e sono diventati bersaglio facile dei soldati russi che aspettavano all'esterno. Ed è allora che la donna è stata ferita, mentre stando a chi era presente e si è salvato, un ragazzo di 14 anni è stato colpito alla testa ed è morto.

Dmytro ha concluso il suo racconto rivelando che la stessa donna è deceduta l'8 marzo. Lui stesso, insieme con altri residenti locali, l'hanno sepolta non lontano dal rifugio. "La Russia ha un obbligo davanti alla legge internazionale di indagare in maniera imparziale su presunti crimini commessi dai suoi soldati", ha sottolineato, "i comandanti devono riconoscere che una mancata azione contro uccisioni o stupri li possono rendere personalmente responsabili di crimini di guerra".

Nel frattempo, l'ufficio per i diritti umani dell'Onu ha fatto sapere: "Non siamo ancora in grado di commentare le cause e le circostanze della morte di civili a Bucha, ma ciò che sappiamo fino a oggi solleva domande serie e preoccupanti su possibili crimini di guerra e gravi violazioni del diritto internazionale umanitario". Il segretario generale Antonio Guterres ha sollecitato un'inchiesta indipendente sull'accaduto.

Intanto continua il botta e riposta tra Kiev e Mosca. Per l'Ucraina quello di Bucha è genocidio, mentre la Russia nega affermando che si tratta di una provocazione degli ucraini per bloccare i negoziati. Dmitry Polyansky, vice rappresentante della Russia al Consiglio di sicurezza, twitta: "Alla luce della provocazione di Bucha, la Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite lunedì 4 aprile". Ma Zelensky assicura che, "nonostante le atrocità, i colloqui con Mosca continuano". Come presidente, ha aggiunto il capo di Stato ucraino, "devo farlo. Ogni guerra deve finire".

Tymofiy Mylovanov, consigliere del presidente Zelensky, ha affermato che atrocità ancora peggiori potrebbero essere state perpetrate a est di Kiev, nel sobborgo di Brovary e nei villaggi lungo l'autostrada per Chernihiv. Mylovanov ha detto che i primi racconti di testimoni oculari suggeriscono che bambini potrebbero essere stati bruciati vivi, giovani donne violentate in massa e poi giustiziate, altri civili potrebbero essere stati uccisi mentre lavoravano nei campi o uccisi nei loro giardini.

TROVATA PERFINO UNA CAMERA DELLE TORTURE ALLESTITA DAI RUSSI
Mentre il Cremlino "respinge categoricamente tutte le accuse" relative al massacro di Bucha, l'esercito ucraino ha trovato una camera di tortura allestita dai russi. Nel seminterrato, "i corpi, piegati in avanti, con le mani legate dietro la schiena", di cinque soldati ucraini. Morti.

Dopo le immagini raccapriccianti di corpi di civili abbandonati per le strade della città a nord-ovest della capitale, l'agenzia di stampa ucraina Unian rivela un altro orrore del massacro di Bucha: una stanza appositamente predisposta dai russi per torturare soldati dell'esercito nemico. Secondo le forze ucraine, la camera delle torture è stata allestita nel seminterrato di un sanatorio locale per bambini chiamato Radiant.

La notizia giunge poco dopo le dure affermazioni del capo della diplomazia russa Sergej Lavrov che descrive il massacro di Bucha come "una messa in scena dell'Occidente", avvertendo che Kiev, con queste provocazioni, minaccia la sicurezza internazionale. Intanto, l'intelligence di Kiev ha pubblicato sul sito della Difesa un lungo elenco di 87 pagine contenente gli oltre 1600 nomi dei soldati russi ritenuti responsabili del massacro di Bucha. Fra questi, anche alcuni ceceni.