di Matteo Forciniti

15.494 dollari: è quanto ha speso l'Ambasciata italiana in Uruguay per rifarsi l'immagine nel secondo semestre del 2021 con i soldi pubblici. Mentre le associazioni stavano con l'acqua alla gola per le chiusure imposte dal Covid, mentre la collettività era in crisi profonda e mentre questo giornale pubblicava tutti i comunicati istituzionali della sede diplomatica gratuitamente, qualcuno ha pensato bene di spendere una fortuna per rifarsi il look: per i rappresentanti dello Stato italiano a Montevideo era questa la principale prerogativa che richiedeva un intervento urgente ed accurato.

"Tenendo conto dell'interesse pubblico sotteso al mantenimento del mandato istituzionale della sede si rende necessario contare con un servizio di comunicazione strategica, diffusione e stampa dei diversi eventi di promozione dell'immagine dell'Italia in Uruguay" si legge nel documento ufficiale firmato il 28 aprile del 2021 che riguarda lavori svolti nel periodo tra maggio e dicembre dello scorso anno. Il responsabile del procedimento è stato l'ex primo segretario Alessandro Costa autorizzato dall'ambasciatore Giovanni Iannuzzi.

A beneficiarsi di questa spesa è stata l'agenzia Quatromanos, "l'impresa di comunicazione corporativa leader in Uruguay" come si autodefinisce sul proprio sito. L'Ambasciata si è trasformata così in una qualsiasi azienda molto attenta alla cura di un'immagine che era stata fortemente compromessa. Che cosa era successo? Pochi mesi prima era scoppiato il caso Ventre con la morte di una persona all'interno della sede e sulla quale non è stata fatta ancora giustizia. Dopo quella vicenda bisognava correre subito ai ripari per cercare in qualche modo di salvaguardare la propria reputazione? É questo "l'interesse pubblico" che bisognava tutelare?

A dir la verità in quello stesso periodo 15mila dollari avrebbero fatto molto comodo a tante altre cose che riguardavano "la promozione dell'immagine dell'Italia in Uruguay" che stavano soffrendo. Un esempio su tutti: la Casa degli ItalianiLo storico centro dell'italianità era in preda al degrado, una meta di rifugio per senzatetto circondata da rifiuti come era stato denunciato da Gente d'Italia. Dopo quella denuncia si avviò una raccolta fondi tra la collettività per la costruzione di una ringhiera, un elemento ritenuto imprescindibile per la salvaguardia dell'immobile. Il valore totale della ringhiera autofinanziata fu di 150mila pesos (circa 3.500 dollari), circa un quarto di quanto è stato speso per i servizi dell'agenzia Quatromanos: si tratta di promozione dell'immagine di una nazione oppure solo del desiderio di qualcuno di farsi pubblicità? 

C'è un'altra cosa molto importante che andrebbe chiarita al più presto: questo contratto è stato rinnovato anche per il 2022? Informazioni ufficiali ancora non ce ne sono ma c'è un indizio molto rilevante che sembra indicarci la continuità del servizio. Dall'indirizzo mail promozione.italia.uruguay@gmail.com che si firma "Embajada de Italia" continuano ad arrivare le comunicazioni ufficiali sugli eventi organizzati dall'Ambasciata. Alla richiesta di informazioni da parte di Gente d'Italia questa è stata la risposta ricevuta: "Questo indirizzo mail è stato creato appositamente per inviare informazioni sulle attività dell'Ambasciata. È gestito dall'agenzia Pipa incaricata da parte dell'Ambasciata per il coordinamento con la stampa di alcuni eventi che si stanno realizzando. Per questo motivo non c'è l'indirizzo mail ufficiale dell'Ambasciata". Un falso, insomma, una presa in giro ma per occultare cosa????

Stando a quello che dice l'agenzia di comunicazione Pipa, dunque, l'Ambasciata sta continuando a spendere soldi pubblici per promuovere le sue attività nonostante l'esistenza di un servizio stampa ufficiale da parte del Ministero degli Esteri che dovrebbe occuparsi di queste cose.

Quanti soldi si continuano a spendere per questi servizi?

L'aspetto più incredibile però è la segretezza di questi messaggi promozionali che nascondono volutamente l'autore cercando di confondere il lettore. I comunicati stampa vengono fatti passare per ufficiali quando in realtà sono opera di un'impresa che parla a nome della rappresentanza diplomatica per dirci quanto sono bravi a fare le cose.

C'è poi un'altra considerazione fondamentale che merita di essere fatta per inquadrare bene il panorama in cui ci troviamo: perché l'Ambasciata preferisce pagare un'agenzia di comunicazione dimenticando uno dei pochissimi quotidiani all'estero rimasti attivi che ha sede proprio in Uruguay? E che ha sempre dato spazio - GRATUITAMENTE - a tulle le iniziative e comunicati promossi dalla nostra ambasciata? 

Ah, giá, forse "la linea editoriale" non piace alla maggioranza del Comites (Maiu) e guarda caso, anche all'ambasciatore.... I due, di comune accordo lo hanno detto e scritto all'unisono, come se si fossero messi d'accordo....dimenticando peró,  volutamente, i due commi dell'Articolo 21 della bellissima Costituzione italiana: "Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure", in particolare, aggiungiamo, quando tali censure, non richieste dalla legge, potrebbero diventare un impedimento al sereno svolgimento del lavoro di informazione da parte dell'unico quotidiano italiano oggi edito in Uruguay e in Sudamerica.