DI CLAUDIO MATRICARDO

Con l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin, l’America Latina si troverà ad affrontare contesti interni caratterizzati da un rallentamento della crescita economica e dall’aumento dell’inflazione, mentre il recupero dei livelli di occupazione, crollati con il covid, sarà lento e incompleto. Tutto ciò comporterà un aumento dei livelli di povertà e di povertà estrema, in modo tale che 7,8 milioni di persone andranno ad aggiungersi agli 86,4 milioni di esseri umani che già vivono in condizioni di insicurezza alimentare.

Questo in sintesi quanto è stato reso noto ieri a Santiago del Cile dalla Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL), una delle cinque commissioni regionali dell’ONU, che ha pubblicato un rapporto in cui si analizzano gli impatti economici e sociali del conflitto suggerendo ai Paesi dell’area raccomandazioni su come affrontarli. Gli effetti dell’invasione russa sulle economie latinoamericane vanno a sommarsi a una situazione già complicata dopo due anni di pandemia, rendendo chiaro già da ora come l’anno in corso sarà caratterizzato da una profonda incertezza determinata da una impennata dei prezzi dei prodotti energetici e dei generi alimentari che avranno l’effetto di rallentare le attività economiche e il commercio.

Secondo Mario Cimoli, segretario esecutivo della CEPAL, la congiuntura non deve essere vista come un fenomeno isolato dato che i suoi effetti si aggiungono a quelli già manifestatisi in più di un decennio di crisi accumulatesi, da quella finanziaria internazionale, a quella determinata dal confronto geopolitico tra Stati Uniti e Cina in territorio latinoamericano, a quella della pandemia.

Sono del resto proprio i numeri a palesare l’effetto del conflitto sull’area geografica, che passa da una percentuale di crescita del 6,3% lo scorso anno che ha segnato il rimbalzo dopo la frana economica dovuta al covid, all’1,8% previsto per il 2022. Dato quest’ultimo che tende a riportare l’America Latina alla lenta crescita che ha caratterizzato gli anni compresi tra il 2014 e il 2019, quando mediamente lo sviluppo annuo si è fermato allo 0,3%.

L’andamento economico fa prevedere che la povertà e la povertà estrema supereranno i livelli registrati nel 2021. La prima raggiungerà una percentuale pari al 33,7% della popolazione, con un aumento del 1,6% rispetto all’anno passato. Mentre la povertà estrema sarà del 14,9%, con un aumento dell’1,1% rispetto al 2021. Una situazione che riflette il forte aumento dei generi alimentari.

C’è comunque da dire che il fenomeno dell’inflazione in America Latina si è fatto sentire già dal 2021, quando il tasso medio annuo si era attestato al 6,6%. Si deve probabilmente agli effetti del conflitto la sua recente impennata all’8,1% registrata lo scorso aprile. Ne consegue che l’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti avranno anche un effetto negativo sulle esportazioni di beni.

Di fronte al peggioramento complessivo del quadro economico la Cepal suggerisce politiche fiscali e monetarie che possano favorire la crescita, fortificando le entrate pubbliche attraverso l’ampliamento dello spazio del prelievo onde consentire alle singole nazioni di utilizzarlo come strumento centrale della politica di sviluppo. Il che significa introdurre sistemi capaci di ridurre l’evasione fiscale e che premino la progressività del sistema tributario. Da subito, continua il rapporto, è necessario sostenere i settori meno abbienti, garantendo come obiettivo prioritario la sicurezza alimentare. Non interrompere l’importazione di alimenti e di fertilizzanti, per i quali l’America Latina dipende quasi totalmente dall’importazione. Se si rallentasse tale flusso, il risultato immediato sarebbe una accelerazione dell’inflazione con un danno per i più poveri.

Si impongono politiche agricole in appoggio alla produzione agropecuaria, aumentando l’efficienza nell’uso dei fertilizzanti, passando ai biofertilizzanti. E nel settore industriale bisogna puntare sulla sicurezza energetica sviluppando le fonti rinnovabili. “L’America Latina e i Caraibi affrontano nuovi scenari geopolitici, ha detto Cimoli. La rottura della globalizzazione può comportare differenti configurazioni regionali (….) Di fronte alla regionalizzazione dell’economia mondiale, la regione non può continuare ad agire in modo frammentato. È necessario aumentare il ruolo dell’articolazione regionale nelle risposte alla crisi: formulare e implementare risposte dell’America Latina e dei Caraibi nel suo assieme o dei suoi blocchi di integrazione”.