Luigi Di Maio (foto Depositphotos)

di Gabriella Cerami

Ex capo dei 5Stelle, ex vicepremier, ex ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico nel governo Conte I'ex ministro della Difesa nel Conte II, ora ministro degli Esteri con una guerra in corso, Luigi Di Maio la sua folta rete di rapporti dentro e fuori la politica ce l'ha, e in maniera velata la mette sul piatto mentre si parla di possibile scissione del Movimento 5 Stelle e di un suo addio per creare qualcosa di nuovo. In quanti lo seguirebbero? Si parla di cinquanta, forse sessanta parlamentari grillini, tutta la vecchia guardia che avendo concluso i due mandati non verrebbe ricandidata. Ma l'ex ragazzo di Pomigliano ha interessi ben più grandi.

Nel mondo della politica i suoi rapporti sono trasversali, dato di fatto che gli è costato l'appellativo del giovane democristiano. Partendo da un'immagine recente, andiamo sul palco di Somma Vesuviana dove Di Maio era al fianco di lady Mastella, senatrice di 'Noi di centro', per la chiusura della campagna elettorale. "Sono contenta di essere qui sul palco con il ministro Di Maio, perché quando si è con persone perbene non esistono le cose ibride. Noi non precludiamo il dialogo con nessuno", ha detto Sandra Lonardo. E lui ha apprezzato, poiché la finestra che l'ex capo M5s tiene aperta affaccia proprio sul centro. E poco importa se la senatrice Lonardo è la moglie di Mastella, fondatore dell'Udeur, di quel partito cioè che con basse percentuali è sempre stato al governo e anche in modo determinante, facendo addirittura cadere quello di Romano Prodi. Di recente memoria è la frase di Alessandro Di Battista: "Non diventiamo come l'Udeur". Ma ormai i destini dei due vecchi pupilli di Grillo sono separati.

Di Maio osserva ma nello stesso viene corteggiato e si fa corteggiare. Restiamo al centro, esponenti come i ministri Mara Carfagna e Renato Brunetta, ma anche Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro prendono molto in considerazione il ministro degli Esteri. In particolare con la ministra del Sud, che ha organizzato un mega evento a Sorrento alla presenza del premier Mario Draghi e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i rapporti sono ottimi e anche di grande collaborazione. Tanto che Di Maio, che quel week end aveva impegni fuori dall'Italia, ha fatto di tutto per collegarsi almeno in video nel corso della kermesse.

Non solo al centro ma anche ai lati, sia a destra sia a sinistra. Nel Pd c'è una grande amicizia lavorativa con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, ma al titolare della Farnesina è legato anche Piero Fassino, anima di sinistra dei dem. Di Maio poi si sente spesso con Giancarlo Giorgetti, anima governista della Lega. I due si somigliano parecchio, vengono percepiti all'interno dei rispettivi partiti allo stesso modo. Entrambi sono accomunati dallo stesso dramma, i loro leader hanno una politica ambigua, abbastanza populista nei confronti di Draghi, loro due invece, il populismo lo hanno abbandonato per strada ed è anche per questo che vanno d'accordo e rimangano saldamente ancorati a Draghi, forti anche dei rapporti che coltivano fuori dal mondo della politica.

La galassia per Di Maio non è più quella stellata di Beppe Grillo, ma la sua galassia ora è molto ampia e molto più tentacolare anche perché uno svariato numero di nomine, in questi anni, è passato dalla sua supervisione. Iniziando dalla Farnesina, Di Maio ha accentrato nelle sue mani, prima era al Mise, la gestione del Commercio estero dell'Ice quindi dell'agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane. Una rete di portata enorme, che l'ex capo M5s aveva iniziato a coltivare come titolare dello Sviluppo economico. Nel ministero da lui guidato ha scelto Ettore Sequi come segretario generale, conosciuto quando quest'ultimo era ambasciatore a Pechino e ha lavorato per il compromesso sul memorandum d'intesa della Via della Seta. Il numero uno di Ice è invece Carlo Ferro, che fu indicato al ministro direttamente da Assolombarda. Nell'Ice anche il direttore generale Roberto Luongo è considerato vicinissimo a Di Maio.

Anche la Simest, società di Cassa depositi e prestiti votata allo sviluppo all'estero delle nostre imprese, è finita sotto il controllo del ministero degli Esteri e come presidente Di Maio ha voluto Pasquale Salzano, ex ambasciatore italiano in Qatar. Di questo mondo fanno parte anche Paolo Glisenti, commissario dell'Italia per l'Expo Dubai, e Mariangela Zappia, ambasciatrice a Washington.  

Cambiando ambito il ministro degli Esteri vanta poi buoni rapporti anche con Vito Cozzoli, presidente e amministratore delegato di Sport e Salute. Con i sindacati Di Maio non va forte, complice il suo vecchio ruolo di ministro del Lavoro, varie vertenze aperte e mai perdonate, non ultima la storia dell'Ilva. Il ministro guarda di più al rapporto con gli industriali, recuperando una sintonia, rispetto a quando si occupava direttamente della materia, con il numero uno di Confindustria Carlo Bonomi mentre ha ottimi rapporti con la vice Barbara Beltrame.

Inoltre memorabile è la foto di un recente pranzo tra Di Maio e la direttrice del Dis, dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, Elisabetta Belloni. "Amicizia sempre più solida", ha detto lei. "Mi legano una profonda stima e una grande amicizia", ha risposto lui. Infine il capitolo Chiesa, Di Maio in questi anni ha stabilito a sua volta una buona intesa con la diplomazia vaticana e con la Comunità di Sant'Egidio. Si è ritagliato quindi un profilo istituzionale che oggi lo porta a stare saldamente nel governo Draghi, a cui garantisce il "massimo sostegno", dentro l'alleanza Atlantica poiché "l'Italia ha alleanze storiche da rispettare" e sempre più lontano dal Movimento 5 Stelle, forte della sua rete di rapporti che gli garantirebbe una vita politica anche senza Beppe Grillo e Giuseppe Conte.