Il presidente russo Putin (Foto Depositphotos)

di Alessandro Camilli

Good news, buone notizie dal fronte occidentale: uno dei tre appena andati a Kiev a sostenere l’Ucraina non avrà il sostegno del suo Parlamento (L’Assemblea Nazionale) quando dovesse impegnare altre risorse del suo paese per l’Ucraina e contro l’invasione russa, un altro dei tre si ritrova in maggioranza di governo il capo in pectore del costituendo partito pacifista italiano e già domani il suo di Parlamento va a metterlo sotto mozione, cioè sotto avvertimento che per l’Ucraina, se proprio non abbiamo già dato, poco ci manca. Good news dal fronte occidentale, buona la domenica per Putin: Macron e Draghi hanno grossi problemi nelle loro retrovie.

Mélenchon ce l’ha fatta, non a vincere ma a far perdere - Obiettivo della vasta e variegata alleanza elettorale di ogni tipologia di gauche francese era far perdere la maggioranza assoluta in Parlamento al nemico pubblico numero uno della sinistra “insoumise” (non sottomessa). Obiettivo raggiunto: Macron avrà 40/50 deputati all’Assemblea in meno della maggioranza assoluta. La Nupes allestita per l’occasione e per l’occasione capitanata da Melenchon (una sorta di “gioiosa macchina da guerra” per trovare un riferimento nella storia politica italiana) si scioglierà subito tanti e tanto diversi sono i coalizzati per l’attimo elettorale.

Ma l’obiettivo strategico è stato raggiunto: azzoppare Macron, il macronismo vissuto dalla sinistra francese con lo stesso animo con cui un Landini in Italia potrebbe vivere incrocio e somma tra un Berlusconi e un Renzi. Colpire Macron è per Melenchon e la Nupes il sol dell’avvenire qui e oggi. Macron colpito dunque. Farà fatica a governare. A fare la riforma delle pensioni come a sostenere militarmente l’Ucraina. E se mantenere la Francia in prima linea nello schieramento anti russo dovesse costare in termini economici e sociali, allora mezzo Parlamento francese chiederà al Presidente di arretrare.

Conte, la terza incarnazione - Quella di capo, per ora in pectore, del PPI, al secolo Partito Pacifista Italiano. Il M5Scerto, a parte quel guerrafondaio di Di Maio che addirittura voleva rispettare gli impegni con la Nato. E poi di certo Landini con la sua Cgil, appena ieri sono scesi in piazza “per la pace”. Proposta concreta, atto concreto per la pace secondo Cgil? Una e una sola: basta armi a Kiev. E i Santoro, i Giletti. Orsini già c’è, Di Battista pure. Magari arriva anche Bianca Berlinguer. E qualcuno di certo si aggrega dal Pd e da Leu. Non mancheranno cattolici. Partito Pacifista Italiano in formazione e già al suo quasi battesimo domani in Parlamento. Una bella mozione al Senato i cui si avverte il governo e al governo si intima di praticare deescalation militare in e per l’Ucraina. Deescalation unilaterale visto che la Russia ogni giorno intensifica e rinforza l’attacco? Deescalation militare dei paesi occidentali in pe per l’Ucraina che è esattamente quanto da mesi, visto che gli ucraini si ostinano a resistere, Mosca chiede, esige, aspetta?

Don Abbondio e Ponzio Pilato più… - Sì, sì, due volte sì: il Partito Pacifista Italiano, in un incrocio e fusione tra i caratteri umani di Don Abbondio e Ponzio Pilato, ha il suo capo in pectore e a misura: Giuseppe Conte nella sua terza incarnazione. Prima avvocato del popolo e premier per caso. Poi premier per tutte le stagioni, premier “orgogliosamente populista” e diffidente verso la Ue e poi, senza soluzione di continuità, premier tutto Ue, premier con Salvini e con il Pd, premier con chiunque e dalla mai lenita offesa di non esserlo più.

Ambizioso ai confini e oltre la presunzione: ora vuole dettare alla Nato, alla Ue, all’Occidente. Permaloso: chi non riconosce la lungimiranza della missione e della guida lo “infanga”. Conte aggiunge ai caratteri umani del Partito Pacifista Italiano (Don Abbondio fuso con Ponzio Pilato) altri tratti di antropologia diffusa: l’astuzia furbetta, il livore non sopibile, l’arroganza provinciale delle elites provinciali. Al M5S di Conte, alla Cgil di Landini, ai lacerti di filo sovietismo, ai giornalisti alternativi in carriera oggi o ieri, agli imbavagliati ogni sera in tv, ai nemici e insofferenti di Draghi a prescindere va aggiunta gran parte (quanta?) della pubblica opinione.

Gli spaventati più gli illusi - Per quel che davvero possono conoscere, i sondaggi parlano di circa il 60 per cento degli italiani che si dicono dalla parte degli ucraini e solo un 6/7 per cento si dice dalla parte dei russi. Ma i sondaggi non stimano la percentuale dello spavento, tanto meno la sua dinamica. Lo spavento di una guerra lunga, lunga e costosa. Lo spavento di una guerra che si allarga. Lo spavento di uno stato di guerra, più o meno “calda”, permanente in Europa. Spaventi, ansie e angosce che fanno massa e possono facilmente evolvere e mutare in illusioni. Illusione di potersi chiamare fuori. Illusione di poter trattare, patteggiare, fidarsi di Putin. Illusione che basti dare a Putin un po’ di Ucraina e tutto finisce. Scendendo molto nella scala delle cose del mondo, illusione che Giuseppe Conte sia uno statista.