È il remake della sfida iridata di tre anni fa a Gwangju ed evoca ricordi dolcissimi per il Settebello. L’Italia stasera va a caccia della storia: alle 20.00 nella bellissima location dell’Isola Margherita di Budapest ci si gioca l’oro nella finale dei Mondiali di pallanuoto maschile con la Spagna. Come detto, nel 2019 la finale fu la stessa e a primeggiare furono proprio gli azzurri. La banda di Sandro Campagna, dunque, vuole andare a prendersi il secondo titolo iridato consecutivo (sarebbe il quinto dopo quelli di Berlino 1978, Roma 1994, Shanghai 2011 e, come detto, Gwangju), cosa mai accaduta nella storia della pallanuoto. Una sfida storica quella con gli iberici, visto anche il precedente più noto, quello di Barcellona 1992, con il Settebello che nella tana del lupo agguantò un oro olimpico meraviglioso. L’ultimo precedente è recentissimo: quello di qualche giorno fa nei gironi, con un’Italia poco cinica che ha disfatto un vantaggio ampio, sconfitta 14-12 e costretta a passare dagli ottavi di finale. Il cammino della banda tricolore è stato però eccezionale, nonostante la partita in più da giocare: strepitosa soprattutto la vittoria contro i padroni di casa dell’Ungheria, meravigliosa la semifinale con la Grecia di Del Lungo e compagni. Le parole di Sandro Campagna, ct azzurro, che nel ’92 era presente nella battaglia catalana: “Io guardo all’avversario che abbiamo di fronte con grande rispetto. Gli amarcord li lascio ai giornali e alla gente. I ricordi legati a questa grande sfida nel passato contano poco, quello che conta sarà trovare la chiave giusta dal punto di vista tecnico, tattico e psicologico. Nessuna squadra ha vinto due mondiali di seguito nella storia; speriamo di poter difendere il titolo. Sarà una gara aperta e tutta da vivere. C’è da mantenere i nervi saldi. Loro sono molto consapevoli della loro forza e della loro qualità. Dovremmo esser noi a minare le loro certezze, con tattica e strategia”.