di Roberto Zanni

Biscayne Boulevard, una delle tante strade più trafficate di Miami. Una sera come tante, anzi no, un po' diversa. All'altezza della 80 street il parcheggio del ristorante 'Osteria' è pieno come sempre, ma questa volta il motivo non è solo la buona cucina italiana: le elezioni politiche del 25 settembre sono arrivate nel South Florida. Qui la comunità italiana è numerosa, laboriosa, attenta anche a quello che succede al di là dell'Atlantico. Sono migliaia i connazionali che hanno scelto il caldo di South Beach o Key Biscayne, di Sunny Isles o qualche altra delle 34 municipalità che compongono la variegata Miami-Dade, la contea più popolosa della Florida (quasi tre milioni di abitanti) e la settima di tutti gli Stati Uniti. Una contea multinazionale, perchè qui è rappresentato il mondo intero o quasi. E l'Italia e gli italiani ne sono divenuti uno degli aspetti più rilevanti: non solo ristoranti (tantissimi), ma anche industrie di diversi settori, campo immobiliare, sport. Insomma una piccola Italia e non nella accezione comune di 'Little Italy'. Ecco allora che l'altra sera a Miami una rappresentanza di questa Italia, ricordando anche le abitudini del Paese di origine, si è ritrovata all'Osteria (con la maiuscola) per incontrare, ascoltare, vedere. L'appuntamento era stato lanciato da Andrea Di Giuseppe, capolista di Fratelli d'Italia candidato alla Camera nelle elezioni che stanno arrivando, in coppia con il compagno di partito VIncenzo Arcobelli, che invece corre per il Senato. Una serata in allegria dove sì la politica era l'ospite principale, ma che poi alla fine ha tranquillamente diviso il proprio ruolo con tutto il resto. Ristorante pieno fino all'ultima sedia, oltre 120 gli invitati. Si è parlato dei problemi degli italiani all'estero, delle difficoltà che spesso si hanno per andare dietro alla burocrazia nostrana, la lontananza, spesso vissuta senza grandi ansie che però assolutamente non toglie la voglia e la necessità di continuare a essere legati, a doppio filo, alla terra dove si è nati compresa l'esigenza, sì proprio questa, di essere protagonisti attivi della vita politica e sociale dell'Italia. Specialmente in questi momenti che, al di là come al di qua dell'Atlantico, non sono per nulla facili. "La politica? Una passione, ma anche un dovere - così ha esordito Di Giuseppe per spiegare la sua candidatura - specialmente poi per noi che viviamo all'estero: dobbiamo rendere questo strumento più forte. La mia decisione? Come tutti sanno c'è stato poco tempo, ho ricevuto l'offerta all'inizio di agosto, un paio di settimane dopo ho detto sì". E da quel momento è partita la corsa. Un programma elettorale ampio, sintetizzato in nove punti: ma se dovesse sceglierne uno? "Naturalmente ho fatto una scaletta di priorità, sono uno che ha la testa dura e non cederò, ma se devo dire un punto che mi sta particolarmente a cuore è quello dell'assicurazione sanitaria per gli italiani all'estero". Un aspetto questo che specialmente negli Stati Uniti (per tutti ovviamente non solo gli italiani) è da sempre dibattuto in ogni campagna elettorale americana, per poi essere dimenticato da presidenti, senatori e congressisti di turno. E la possibilità di una 'insurance' agevolata diventerebbe un plus per gli italiani all'estero in particolare nella Circoscrizione Nord Centro America. "Sono convinto che mettendoci tutti assieme, con l'aggiunta di contributi dello Stato si possa arrivare a un risultato eccellente, tra l'altro è un discorso che ho già avviato come presidente del Comites di Miami". Il 'ticket', come si dice da queste parti, Di Giuseppe-Arcobelli si è mostrato da subito omogeneo e ben articolato per le proposte offerte. Arcobelli, componente del CGIE, presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, si può dire da sempre è un profondo conoscitore delle esigenze dell'emigrato, dell'italiano lontano dalla propria patria. "Identità nazionale, italiani prima di tutto, ovunque si trovino - così ha esordito Arcobelli nell'esporre il proprio manifesto elettorale - promozione della cultura e della lingua italiana con potenziamento dei mezzi di informazione rivolti ai nostri connazionali rappresenta una delle priorità. Poi ancora la cittadinanza, anche il riacquisto come ha sottolineato la presidente Giorgia Meloni. Crescita della promozione tecnologica, del Made in Italy inteso in senso globale. Quindi il rafforzamento della rete diplomatica, c'è insoddisfazione per i servizi offerti, ma non è colpa di chi sta facendo questo lavoro, ma va oltre: ai Governi passati, al Parlamento che non hanno messo a disposizione i fondi necessari. Ci vogliono mezzi e risorse. Inoltre riportare il Ministero degli Italiani nel mondo, che fu istituito grazie a Mirko Tremaglia, e sono onorato di poter portare avanti il suo messaggio come presidente del CTIM, perchè ci vuole una contatto diretto". E nel viaggio attraverso le principali comunità italiane negli Stati Uniti, che sta proseguendo, Arcobelli ha voluto sottolineare la forza proprio di Miami. "Qui c'è una comunità dinamica - ha aggiunto - che potrà fare la differenza. La circoscrizione che fa capo al Consolato è infatti la seconda degli USA e la terza nel Nord America alle spalle di New York e Toronto".