di ROBERTO ZANNI
L'attenzione è già rivolta al 2023. Come andrà l'export italiano? Lo si può rilevare dall'ultimo 'Rapporto export' di Sace, appena reso pubblico e nel quale si può andare a cercare i numeri che guardano al prossimo anno. Nel 2023 l'Italia e le sue esportazioni raggiungeranno quota 600 miliardi di euro con una crescita in valore del 5% e del 4% invece per quello che concerne i volumi che permetterà di superare i livelli raggiunti nel 2019. Traguardo questo che consentirà al nostro Paese, ottavo al mondo nella specifica graduatoria, di mantenere complessivamente identica la propria quota di mercato, a livello globale.
L'Italia nell'export mondiale rappresenta il 2,7% e dell'analisi svolta si identificano anche quelle che sono le economie emergenti, vale a dire i mercati in espansione dove le opportunità per le nostre aziende potrebbero essere maggiori che da altre parti. Si segnalano in particolare Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e India aggiungendo anche Messico e Colombia per il crescente inserimento nelle catene di approvvigionamento di quelli che sono identificati come player nazionali. Maggiori prospettive per il nostro export anche sul mercato asiatico: Cina davanti a tutti ovviamente, con potenzialità sempre molto alte, ma c'è anche un altro Paese, più piccolo geograficamente, che potrebbe diventare importante: il Vietnam la cui trasformazione industriale potrà favorire le nostre esportazioni.
In questo viaggio nel mondo attraverso i mercati che maggiormente si possono definire 'italianizzati', al primo posto ci sono gli Stati Uniti naturalmente, mentre un'altra opportunità la può offrire la Spagna grazie alla transizione energetica che sta attuando e che può coinvolgere diversi settori delle industrie made in Italy. E se le previsioni per il 2023 si possono definire positive con previsione di riduzione delle tensioni legate ai costi, ecco che Sace naturalmente ha dato i numeri anche per quello che riguarda la conclusione del 2022, un anno particolare che se da una parte ha visto il mondo tornare a livelli pre Covid, almeno in buona parte, dall'altra è stato testimone di una guerra, quella provocata dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, che dopo ormai sette mesi di combattimenti ancora non vede sbocchi per una riappacificazione.
Ma nonostante tutto l'export italiano nel 2022 crescerà in doppia cifra, del 10,3%. Ma attenzione, questa crescita che in altri anni sarebbe stata definita straordinaria, questa volta invece è guidata, in larga parte, dal fattore prezzi più che dei volumi i quali si dovranno accontentare soltanto di un +2,6%. Ma il 2022 rappresenta l'anno del recupero (+19.9%) con un ritorno ai livelli che si avevano prima dello scoppio della pandemia anche se da qui al 31 dicembre, le cose potrebbero cambiare. Infatti Sace ha indicato due possibilità: in caso di risoluzione del conflitto in Ucraina, o comunque di diminuzione sostanziale, l'export italiano crescerebbe dell'11% e dell'8,3% l'anno prossimo, in caso contrario si scenderebbe rispettivamente a +9,1% e +0.5%.