DI MATTEO FORCINITI

Dopo lo scandalo del video di Aldo Lamorte denunciato ieri da Gente d’Italia una prima, timidissima, risposta ufficiale è arrivata: “Abbiamo appreso il fatto e stiamo effettuando tutti gli approfondimenti del caso ai fini della doverosa segnalazione alla Procura della Repubblica”. Così ha risposto Alessandra Crugnola, il capo della cancelleria consolare di Montevideo, che ha liquidato con poche parole una vicenda gravissima che sta gettando ulteriori ombre sulla regolarità del voto italiano in Uruguay: come abbiamo raccontato, il parlamentare uruguaiano è caduto in una clamorosa gaffe votando il plico elettorale intestato a un’altra persona e lo ha fatto pubblicando il tutto sui social, su Facebook e su Instagram, a poche ore dalla chiusura del voto nello sciagurato tentativo di promuovere il Maie (Movimento Associativo degli Italiani all’Estero).

Il fermo immagine di questo video che abbiamo ingrandito è un po’ sfocato ma non lascia spazio a dubbi. Il certificato elettorale che viene mostrato è intestato a un’altra persona, De Bellis Valeria nata nel 1972.

In Uruguay, dunque, è stato commesso alla luce del sole un reato vero e proprio, una chiara violazione della legge elettorale dato che il voto dovrebbe essere segreto e personale. A sorprendere però è ancora una volta la posizione ambigua dell’Ambasciata italiana (con cui Lamorte è stato in piena sintonia negli ultimi anni) che anziché denunciare subito il tutto alla magistratura preferisce aspettare.

Cosa c’è da accertare se in questo casso abbiamo una prova lampante fornitaci dal video? Si tratta di un tentativo disperato di prendere tempo per far calmare le acque oppure si sta cercando di nascondere qualcosa?

Ci si aspettava una presa di posizione netta da parte delle autorità consolari di fronte all’evidenza incontrovertibile dei fatti che sta suscitando indignazione da più parti dato che a uscirne con le ossa rotte è l’intero sistema democratico del voto all’estero.

E invece, per l’ennesima volta, alle domande legittime si preferisce tergiversare, aspettare senza offrire nulla di concreto. Le domande a cui Alessandra Crugnola non ha risposto le riproponiamo qui un’altra volta in attesa di un chiarimento da parte dell’ambasciatore Giovanni Iannuzzi: come ha fatto Aldo Lamorte a votare per un’altra persona? Come ha fatto ad entrare in possesso di quel plico? È stato aiutato da qualcuno in questa operazione all’apparenza criminale? A Veleria De Bellis è stato consegnato il plico oppure no? E poi, soprattutto: quanti altri voti sono stati falsati in questo modo in Uruguay? 

Al momento una conseguenza diretta la nostra denuncia l’ha provocata: il video della vergogna è stato in fretta e furia rimosso da Instagram dal suo autore nel tentativo disperato di occultare la verità. Noi però quel video lo abbiamo salvato e lo ripubblichiamo integralmente sul nostro sito in modo da aiutare l’Ambasciata e il Ministero degli Esteri a fare al più presto tutti gli accertamenti del caso.

C’è poi da segnalare un’altra vicenda che ha visto negli ultimi giorni protagonista sempre il consigliere del Comites e del Cgie che si è vantato sui social di fare campagna elettorale “nella” sede consolare come ha scritto in spagnolo lui stesso pubblicando delle foto. La risposta data da Luigi Vignali -direttore generale della Farnesina per gli italiani all’estero- è ancora una volta il trionfo dell’ambiguità: “Nello spazio esterno al Consolato, ovvero su suolo pubblico soggetto alla giurisdizione straniera, non vi sono invero normative che impongano il divieto di propaganda politica, fermo restando il divieto di azioni che possano ostacolare il normale flusso del pubblico e in generale essere considerate contrarie all’ordine pubblico. Non abbiamo comunque dato, neanche in passato, indicazioni relative alle distanze da osservare dalla Sede per effettuare iniziative di pubblicità in spazi esterni al Consolato. Nello spazio interno alle Sedi diplomatico-consolari - e su questo abbiamo dato chiare istruzioni ministeriali - occorre invece effettivamente osservare la massima imparzialità e dunque non è ammessa alcuna forma di propaganda politica in favore dell’uno o dell’altro candidato”.