ITA Airways (Depositphotos)

Franco Esposito

Ancora non ci siamo, l'accordo non c'è. Marcia in avanti solo un'idea, l'ipotesi d'accordo. Il concreto è di là da venire, in mezzo a scaramucce, ritirate tattiche, avanzate strategiche. Sul tavolo della trattativa permangono possibilità nuove e meno nuove. L'oggetto viene servito su un piatto d'argento. L'incertezza della situazione mette Ita – e di lei che si parla - sotto una luce particolare. A volerla dirla tutta, Ita è come la famosa corteggiatissima Sora Camlla. Tutti la vogliono e nessuno la piglia. 

Ma qualcosa si muove, eppure si muove. Freschi di trionfo elettorale, Fratelli d'Italia dà il via libera alla cessione di Ita. E Ita si concede la botta di vita sotto forma di un super esborso: 430 milioni di euro, 500mila dollari circa, per l' l'acquisto nel 2023 di aerei e dei realitvi leasing. Ma c'è ancora altro, questo: i manager di Ita si sono incontrati con i responsabili di Certares, Air France e Delta. 

I potenziali compratori stranieri rappresentati  rispettivamente dal top manager Maignè e da un pezzo decisamente da novanta, Isaac Hosseini, con una delegazione di sedici persone. É un preciso segnale: dalla riunione emerge che Ita dovrà infatti spendere quasi mezzo milione di dollari per consolidare la flotta. 

Anche se ormai fuori da Palazzo Chigi, il decaduto governo Draghi ha deciso davvero di venderla, Ita. La compagnia aerea ha pesanti impegni da onorare, unitamnete all'esigenza primaria di dover potenziare la flotta. La cassa poi, è in un momento di grave sofferenza: la liquidità a 204 milioni se calano di appena il dieci per cento i ricavi per passeggere e il prezzo della benzina continua a salire. 

Proprio in questa ottica, il ministero dell'Economia ha deciso di stringere il lotto dei potenziali compratori. Ita, da sola, non può andare avanti, non è nella condizione di camminare in maniera autonoma. La liquidità diventerà non più sostenibile da dicembre.  

I manager di Ita, Delta Air France e Certares hanno discusso sulla "redditività delle rotte". Gli americani di Delta potrebbero fare molto per sistemare Ita nel ricco mercato statunitense e canadese. La cordata favorita nella scelta verrà passata ai raggi X. Il modello di "reverse management"poi valuterà se Ita è nella condizione di massimizzare i ricavi. 

Siamo vicini alla fine, all'ultimo step, al passaggio decisivo. Forse sì. Siamo al prezzo giusto da attribuire alla cessione del bene e quello dei biglietti in base alla domanda. L'ultima parola spetterà al giudice. Sarà lui a decidere, in base ad alcni aspetti fondamentali e all'opinione che avrà acquisito sulle aree di business di Ita. Incluso il Cargo. 

O'Hara, presidente di Certares, conta di raggiungere un accordo con l'armatore Aponte, proprietario di Msc Group, intanto per il trasporto merci. Ma finora non ha ricevuto risposta. Mentre Ita sta facendo di tutto per acquisire spazi nel trasporto merci. Ha sottoscritto, intanto, un'allenza commerciale con Aeromexico, entrando in Cargo.one. Funziona così: una qualsiasi azienda interessata a spedire merci, va su questa piattaforma, indica il peso dei beni, vede quali sono i vettori disponibili al trasporto. Tra queste compagnie, ci sarà anche Ita. L'erede della plurifallita compagnia di bandiera Alitalia. 

Ma anche questa inziativa nell'ambito dei carghi, per quanto promettente, non consente a Ita di imporsi. La compagnia aerea ha bisogno di molto di più. Ma l'armatore campano Aponte della Msc Group, per ora, non risponde. Doveroso inoltre far notare che Msc è stato alleato di Lufthansa nella corsa a Ita. In reatà, i rapporti con la compagnia italiana in vendita non si sono mai interrotti. Rinnovata da tempo un'intesa da 6,5 milioni di euro. Significa cosa? 

Ita garantirà un certo numero di voli charter a Msc Group. La compagnia di navigazione li riempirà in autunno dei suoi crocieristi. Conclusione: nella vendita si procede ad andamento lento. Non è esciusa una proroga sulla scadenza dei termini d'acquisto.