DI SILVANA MANGIONE

Leggendo gli articoli/reportage di Stefano Casini e Matteo Forciniti sullo svolgimento della "farsa politica", intitolata "riunione straordinaria" del Com.It.Es. di Montevideo, la prima cosa che mi ha lasciato del tutto sconcertata è stata la querelle sull'adozione dello spagnolo come lingua ufficiale del Comitato. Si è arrivati alla negazione della ragion d'essere e della natura stessa del Com.It.Es. quando in apertura di seduta è stata presentata una mozione – forse preordinata dal leader Lamorte – che imponeva lo svolgimento dei lavori in lingua spagnola. Le braccia della maggioranza – guidata dal grande marionettaro, terrorizzato all'dea che possano traballare fino a schiantarsi tutti gli scranni elettivi che ora ricopre – erano pronte a scattare in alto per approvare questo obbrobrio etico e concettuale. Benissimo ha fatto SE l'Ambasciatore Iannuzzi che è intervenuto subito per bloccare questo possibile scempio, spiegando che la lingua del Com.It.Es. in tutto il mondo, compreso l'Uruguay, è l'italiano, come indica il suo stesso nome: Comitato degli Italiani all'Estero. Lo abbiamo già fatto, ma siamo felici di poter ringraziare di nuovo SE l'Ambasciatore, non solo per la sua presa di posizione, ma anche per il calore e la forza con cui lo ha fatto. Come tutti sanno, anche su richiesta dei Com.It.Es. sparsi in tutti i continenti, il ConsigIio Generale degli ltaliani all'Estero si batte ogni anno affinché nella legge di bilancio si mantengano le purtroppo ancora esigue cifre destinate ai capitoli di spesa per la diffusione della lingua e della cultura italiane nel mondo. Ma il Com.It.Es. di Montevideo, evidentemente, è una galassia che appartiene a un universo parallelo, costruito e governato da Lamorte. Riflettiamo un attimo. Perché la maggior parte degli eletti nella lista del MAIU o cooptati dalla maggioranza MAIU è prevalentemente, se non esclusivamente, ispanofona? Sono forse stati scelti proprio in virtù di questa loro limitazione linguistica? Selezionati perché il non parlare l'italiano impedisce loro di leggere e capire fino in fondo non soltanto la Costituzione italiana, ma anche la legge elettorale e quella istitutiva dei Com.It.Es.? Ci dispiace molto formulare queste ipotesi e ce ne scusiamo, perché riteniamo che gli italodiscendenti facciano parte di diritto del popolo italiano che vive fuori dai confini d'Italia. Peccato però che, in questa circostanza, la foglia di fico del "chi non sa non è colpevole di quello che fa" non si possa applicare a chi si è fatto eleggere a un consesso che deve parlare italiano per potersi occupare efficacemente delle questioni e della protezione degli emigrati italiani, dialogando con le autorità e le istituzioni italiane competenti. Gli eletti ai Com.It.Es., incluso quello di Montevideo, invece, non hanno, e non dovrebbero avere, come loro compito principale la ferrea protezione delle avidità di cariche di qualcuno. L'enorme foglia di fico della lingua è trasparente e non salva i Consiglieri ispanofoni dall'essere responsabili per ciò che fanno, ciò che spendono dei contributi dello Stato, ciò che decidono a favore della collettività, che li ha eletti a rappresentarli e si aspetta che lo facciano in maniera aperta e legittima. Essi sono responsabili anche delle omissioni di atti d'Ufficio, nel rispetto di tutte le leggi italiane, tranne quelle in conflitto con la normativa del Paese ospitante. In questo caso, anche le leggi uruguaiane puniscono le infrazioni alle regole elettorali come quelle commesse da Lamorte e documentate da lui stesso in flagranza di reato. Ringraziamo i giornalisti di Gente d'Italia, presenti alla riunione, che hanno fedelmente riportato, fra l'altro, una citazione di quanto affermato dallo stesso Ambasciatore: "Quello che si vede nel video è chiaro. Ci sono più reati che appaiono". I Consiglieri delle liste di minoranza e Gente d'Italia hanno deciso di non accettare né sottostare a questo ulteriore oltraggio alla legge e di denunciare alla Procura della Repubblica i Consiglieri di maggioranza che, compatti a favore di Lamorte, non solo non gli hanno chiesto di dimettersi, ma lo hanno addirittura lodato in un coro cacofonico di celebrazione di questo personaggio, che si ritiene al di sopra della legge e del codice penale. Lamorte, uscito non molto tempo fa dal MAIE, è riapparso in occasione delle elezioni del Com.It.Es. come "Gran Maestro" del MAIU – Movimento Associativo degli Italiani in Uruguay, che non fa altro che ricalcare le orme del Movimento Associativo degli Italiani all'Estero, territorializzandolo. Il creatore del MAIE è Ricardo Merlo, già senatore e sottosegretario di Stato agli affari esteri con delega per gli italiani all'estero. Ricardo Merlo è uomo intelligente e politico attento alla sostanza e all'immagine che il MAIE e i suoi sostenitori proiettano nel mondo. Non sappiamo se il MAIU sia stato voluto o riconosciuto ufficialmente dal MAIE oppure no. Quel che è certo è che Lamorte nel suo tutorial stava mostrando come votare per il MAIE, usando il certificato elettorale di un'altra persona, la quale, a tutt'oggi, non ha ritrattato la dichiarazione di non aver mai ricevuto il plico elettorale. Se ciò è vero, i reati potrebbero davvero essere più d'uno, come ipotizzato da parecchie voci, compresa, appunto, quella autorevole di SE l'Ambasciatore, che ha anche provveduto a inviare un solerte esposto a Roma. Sarebbe opportuno e urgente che anche il Sen. Ricardo Merlo si facesse sentire in proposito, sia per chiarire i termini di questa apparente filiazione MAIE – MAIU, sia per intervenire sul reato commesso in flagranza dal Consigliere e Vice Presidente del Com.It.Es., Consigliere del CGIE e deputato supplente del Parlamento uruguayano Aldo Lamorte. Gente d'Italia e gli eletti nelle liste di minoranza del Comitato stanno denunciando alla Procura della Repubblica i Consiglieri di maggioranza, probabilmente correi per una serie di fattispecie, relative al corretto esercizio delle loro funzioni. Ci auguriamo che qualcuno traduca dall'italiano allo spagnolo le analisi dei fatti e le ipotesi di correità che stanno emergendo, in modo che i suddetti Consiglieri possano trovare una linea di condotta più consona a quella di qualsiasi rappresentante eletto dalla comunità a organismi istituiti da precise leggi e finanziati, dall'Italia.