DI MATTEO FORCINITI

A sentire le opinioni dell'avvocato Rosana Paredes sembra che non ci sia alcun dubbio: Aldo Lamorte ha commesso diversi reati secondo la legislazione uruguaiana che dovrebbero portare inevitabilmente a una condanna nel procedimento che è stato appena aperto con la presentazione di una denuncia alla Fiscalía General de la Nación.

L'esperta parte da una premessa all'interno del suo lungo ragionamento: "I fatti sono chiari come si può vedere nel video pubblicato da Gente d'Italia. A mio parere siamo in presenza di una condotta all'apparenza delittuosa ma ovviamente sarà il giudice a stabilirlo e l'imputato avrà il diritto di difendersi. Fondamentale sarà la versione della titolare del plico che sarebbe la persona ad avere più interesse nel denunciare l'accaduto".

Oltre alle denunce presentate in Italia, sono diversi i reati a cui potrebbe andare incontro per quello che ha fatto alle ultime elezioni il vicepresidente del Comites e parlamentare supplente in Uruguay. Partiamo dalla violazione di una corrispondenza privata regolata dall'articolo 296 del Codice Penale: "Il punto più importante sarà la spiegazione del denunciato. Dovrà chiarire come è entrato in possesso di una corrispondenza privata, un documento ufficiale dal contenuto sensibile che era destinato ad un'altra persona e che, per di più, è stato diffuso pubblicamente sui social. Si tratta di un nome reale, non di fantasia, come si può leggere chiaramente nella parte finale del video. Non solo, si potrebbe intravedere anche l'indirizzo e il numero di documento. In base alle dichiarazioni rilasciate alla stampa, la persona in questione non ne sapeva niente di questo quindi sembra a tutti gli effetti una chiara violazione della corrispondenza perché solo il destinatario può aprire e diffondere il contenuto. La donna ha dichiarato di non aver aggiornato l'indirizzo al Consolato italiano ma questo dettaglio appare irrilevante". 

L'altro reato contestato nella denuncia presentata dai consiglieri della lista Rinnovo del Comites è la protezione dei dati personali: oltre a essere riconosciuto dall'articolo 72 della Costituzione, questo principio è tutelato dalla legge 18.331 e regolato dal decreto 414/009. "Anche in questo caso sembra che ci sia una chiara violazione della legge" dice subito l'avvocato argomentando il perché: "L'Unidad Reguladora y de Control de Datos Personales (un organismo di controllo presente in Uruguay) stabilisce chiaramente quali sono i dati personali che possono essere divulgati, sempre e quando ci sia un previo consenso informato. Le preferenze politiche e ideologiche di una persona sono considerati dati sensibili che devono essere tutelati. Ma attenzione: anche se io dovessi ottenere dei dati con il consenso e poi li utilizzo per altre finalità sto commettendo ugualmente un'irregolarità". A differenza della violazione della corrispondenza, in questo caso manca l'aspetto penale: "Qui non abbiamo una figura del Codice Penale che sanziona il fatto ma abbiamo una legge e, soprattutto, la Costituzione dove si parla dei diritti inerenti alla persona e il diritto a non divulgare i dati personali. In casi come questi il giudice dovrà chiarire la situazione".

L'ultimo aspetto, che potrebbe aggravare la posizione di Lamorte, riguarda la legge 19.823 che stabilisce il codice di etica per i funzionari pubblici: "Questa legge è molto ampia nella descrizione della condotta dei funzionari pubblici che devono, in sostanza, rispettare le leggi e la Costituzione ma anche mantenere una condotta morale. Quando parliamo di funzionari pubblici ci riferiamo anche ai membri del Potere Legislativo come è scritto in modo generale nel testo. Un deputato supplente rientra pienamente in questa categoria poiché sta esercitando il suo incarico in questa legislatura come si può verificare dal sito web del Parlamento. Anche se il comportamento denunciato del video non è relazionato con il suo incarico di parlamentare uruguaiano, quello che conta è ugualmente la condotta".

Come detto, in questo procedimento giudiziario sarà fondamentale la posizione di Valeria De Bellis, la cittadina italiana proprietaria del plico elettorale mostrato nel video. Cruciale sarà la sua testimonianza davanti al giudice: confermerà quello che ha detto a Gente d'Italia? "In questo caso abbiamo una dichiarazione previa alla stampa che ci fa supporre che le cose siano andate come ha raccontato lei, ovvero che la corrispondenza è finita -e non si sa come- nelle mani di una terza persona. Lamorte potrebbe essere esonerato dalle sue responsabilità solo qualora sorga un consenso previo tra le due parti sulla corrispondenza anche se questa ipotesi sembra realisticamente molto difficile e dovrà comunque sia essere valutata dal giudice". "Questo possibile accordo previo" -avverte l'avvocata- "dovrà essere estremamente preciso: il proprietario della corrispondenza non solo concede il suo plico elettorale ma deve anche essere informato sull'uso che ne verrà fatto, in questo caso con l'obiettivo di una diffusione pubblica".