Lula (foto: Depositphotos)

di Stefano Casini

Dal suo primo governo, Luis Inacio Lula Da Silva, ha sempre dimostrato di non essere un improvvisato in politica. Sará forse perché soltanto alla quinta volta di provarci, riuscí a diventare Presidente dei brasiliani, senza contare i 15 anni passati tra il già dimenticato governo Roussef, il Mensalao, una specie di nostra Tangentopoli, il carcere e poi una stranissima scarcerazione e licenziamento. 

Ha sempre giocato in due sponde. Da una parte, ha avuto sempre a che fare difendendo le linee di centro-sinistra, anche quelle di estrema sinistra, come Chavez, Maduro, Morales o Kirchner, ma dall'altra, è sempre stato un difensore del capitalismo, proprio come fa, da decenni, la Cina. 

Sua è stata anche l'invenzione del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), un blocco fortissimo che concentra la metá della popolazione del mondo, che, senza fare l'amore con gli Stati Uniti o l'UE, ha sempre mantenuto un'armonia con tutto e tutti, sempre con un occhio puntato sui due più grandi partner economici, come gli opposti USA e Cina. Ricordo che, alla prima presidenza di Lula, quando dovevo viaggiare un paio di volte al mese in Brasile, i più contenti erano gli imprenditori ed  i più grandi.... 

Ci fu un periodo che dovevo intervistare proprio loro, i più grandi imprenditori di origine italiano in Brasile, che sono tanti, fondatori di Bauducco, Randon, Lojas Colombo, Tramontina, Grendene, Marco Polo e tanti altri. Alcuni di questi sono mostri a livello mondiale come Grendene nelle scarpe e Marco Polo, la più grande fabbrica del mondo di autobus. Fu proprio Bellini, il titolare discendente di italiani, che mi disse qualcosa che mi colpí:

"Non mi posso lamentare del governo di Lula, anche se, politicamente parlando, siamo agli antipodi. Tu pensa che ha fatto delle leggi per esonerare tasse a imprenditori che volessero investire nel nord, dove le attività sono pochissimeCi ha offerto anche di pagarci la metá di tutte le mense che abbiamo per i nostri lavoratori. Pensa che io ne ho 22.000!!! Sto risparmiando milioni di dollari al mese e ho piazzato altre fabbriche nel nord dove ci sono esoneri favolosi!".

Questo tipo di misure sono servite a rendere il Brasile una delle potenze economiche più forti del mondo, che ha raggiunto anche il sesto posto, avendoci anche superato nel PIL, in questo XXI secolo. I governi Lula hanno fatto crescere enormemente, non soltanto il Prodotto Interno Lordo del Brasile, ma anche il benessere degli impiegati che, ora, in gran parte, potevano cominciare a comprare una macchina e una casetta a rate. Insomma Lula ha realizzato, nei suoi 10 anni di governo, un lavoro molto positivo dal punto di vista economico. 

Ció che ha distrutto tutto ciò che aveva costruito sono stati gli scandali del Mensalao, la Petrobras, Oderbretch e compagnia che hanno schizzato fango sul suo governo e, soprattutto, durante il governo della sua figlioccia politica che dovette rinunciare: Dilma Roussef. 

Parliamo di miliardi di dollari di mazzette di ogni genere e uno degli scandali politico-economici più grandi della storia.....se non il più grande.

Ma cosa cambia tra la Presidenza del polemico Bolsonaro, paragonato varie volte con Donald Trump per la sua arroganza e accusato brutalmente per aver, come Trump, quasi ignorato la pandemia Covid19 con una percentuale di casi e morti che fece inorridire il mondo, e Lula Da Silva? 

Da una parte, il post-pandemia del Brasile è stato quasi eccezionale, con un ritorno alla normalità pre-Covid, in poco tempo, con record di esportazioni, importazioni e aumento del PIL. Insomma, Lula non prende in mano un paese distrutto e anche per questa ragione, la vittoria dell'ex sindacalista di sinistra su Bolsonaro, è stata così risicata che, durante qualche ora, la paura di non vincere, lo ha tenuto nervosissimo.

In realtà, poco sarebbe cambiato se restava in sella Bolsonaro ma c'é una grossa differenza di leadership politica. 

Il furbo di Lula, ha fatto accordi con tutti per vincere, estrema sinistra, sinistra, centro e destra e ce l'ha fatta. Non è uno scandalo, tutt'altro, anche perché, ci fa ricordare che, per tenere sotto controllo i mercati, lo stesso Presidente eletto, al suo primo round, decise di mettere al Ministero delle Finanze dell'epoca un personaggio di destra che, però, sapeva molto di economia. Tutti aspettano cosa farà Lula con le "alleanze dubitose", quelle con i paesi di estrema sinistra come Venezuela, Cuba, Cina, Argentina o Corea del Nord.

Secondo me, Lula è tornato per rimettere un po' a posto la politica esterna del paese, dopo una presidenza polemica, senza tanta corruzione, ma con nemici costruiti anche sul piano dell'ecosistema del pianeta. Quello che conta è che il PIL del Brasile è superiore a quello di tutto il resto del continente e questo non cambierá. Lula, sicuramente e molti se lo augurano, manterrá sotto controllo l'economia brasiliana, anche per questo, i mercati non hanno reagito negativamente.

STEFANO CASINI