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Franco Esposito

Il buco Parmalat e le sue devastanti conseguenze. Vite distrutte, quelle dei risparmiatori. La colossale truffa diventa un podcast. Il titolo è tutto un programma. "Crac". Prodotto da Chora Media, ricorda le vicende che hanno causato la bancarotta del "latte dei campioni". Dietro la pubblicità con sportivi di chiara fama e grande popolarità si nascondeva il segreto al veleno del tonfo della Parmalat. L'industria fondata dall'imprenditore Calisto Tanzi. 

Un botto clamoroso che travolgerà, stravolgendola, la vita di migliaia di risparmiatori. Centoquaranta milioni di euro la perdita accertata. La metà dei quali appartenenti proprio a piccoli risparmiatori. Letteralmente rovinati. Venti anni sono passati da quel 27 dicembre 2003. Il podcast in sei puntare racconta tutto. Sarà ascoltabile su Audible. 

Il momento topico a Milano, in una piovosa serata. In via Passione, la Guardia di Finanza procede all'arresto di Calisto Tanzi. L'imprenditore parmense è indagato da giorni per la bancarotta che ha travolto le sue imprese. E stravolto, fatto questo di gravità enorme, la vita di 130mila piccoli investitori. É questo la scena iniziale di "Crac", il podcast scritto e narrato da Pablo Trincia. 

Non ci sono Calisto Tanzi, né Domenico Barilli, suo braccio destro, e neppure Fausto Tonna, all'epoca direttore finanziario di Parmalat. Vicenda amarissima, sconcertante e sconvolgente, la storia viene raccontata da impiegati Parmalat, risparmiatori, finanzieri, revisori dei conti, autisti e guardie del corpo. 

Ascesa e caduta del cosiddetto ragazzo d'oro di Collecchio  hanno la voce di Pablo Trinca, direttore creativo di Chora Media. L'ugola più amata dal popolo dei podcast. La curiosità immediata, più grande, è capire cosa resta di quel sogno italiano, apparso nella ricca e grassa provincia d'Italia entrato poi con evidente prepotenza nelle case degli italiani. La panna chef e la coppa Malù poi diventati veri  e propri incubi nazionali. 

Perchè Pablo Trinca ha scelto di occuparsi dello scandalo Parmalat? Dice di essersi avvicinato a "una cosa nuova", non essendosi mai occupato né di economia né di inchieste per bancarotta. "Il crac Parmalat era una sfida affascinante, anche per l'impatto dirompente che ha avuto sulla vita di così tante persone. Ho scoperto un mondo che non conoscevo e imparato tante cose". 

Trinca assimila, in piccolo, la vicenda Parmalat al celebre crac di Bernie Madoff negli Stati Uniti. "Il meccanismo che porterà al grande crollo del 2003 s'innesca negli anni Novanta, quelli d'oro per i Tanzi". Il tempo delle operazioni finanziarie, dei debiti, dei bond. "Basti pensare ai successi  della squadra di calcio. Quindi, quasi nessuno si è accorto che l'impero Parmalat danza sull'abisso. Sta in piedi sul nulla". 

Ma un dubbio è stato a lungo compagno dell'autore del podcast. "Forse più di uno sapeva e si è girato dall'altra parte finché questo castello di bugie s'ingigantisce e scoppia in mano ai responsabili. Ma non solo a loro". Nel senso che dà la misura delle drammatiche conseguenze che la bancarotta Parmalat ha causato. "Soprattutto a chi aveva affidato i propri risparmi nelle mani dei Tanzi. I soldi e pure la fiducia, le speranze". 

Come dire, è stato un delitto, non solo un crac. Scomparso lo scorso primo gennaio, Tanzi si è preso un anno di carcere. "Poi l'hanno mandato ai domiciliari". Fausto Tonna, l'uomo che salendo le scale delle Procura di Parma disse si giornalisti: "Auguro a voi, e alle vostre famiglie, uan morte lenta e dolorosa, è andato in galera diciassette anni dopo i fatti£. Le banche hanno guadagnato fior di quattrini, chi ha pagato davvero? "Solo i poveri cristi", denuncia Pablo Trinca. "Quelli che hanno che hanno investito i loro risparmi in una scatola vuota, anche qualche giorno prima del crac". 

I piccoli risparmiatori beffati non si capacitano di non essere riusciti a recuperare nulla. "Si sentono raggirati e umiliati, vivono un dramma nel dramma". La cifre? Ventimila-trentamila euro, non una grande cosa. "Ma per qualcuno era tutto". 

Trinca ha incontrato un operaio che per sedici anni non è andato in vacanza per costruirsi una casa. "Ha investito tutto in Parmalat e si è ritrovato senza nulla". 

La storia pazzesca è intestata a Filippo, barista a Roma. Aveva fatto il minatore in Belgio, si era ammalato si silicosi, nel dicembre 2001 viene convinto da un bancario  investire 62mila euro, l'equivalente di cinquant'anni di lavoro, nei bond Parmalat. "Dentro quel meccanismo – nella ricostruzione storica dell'autore di "Crac" – c'è, un meccanismo che batte il tempo. Mancano due anni a quello che per Filippo e la sua famiglia sarà un disastro tragico. Clamoroso". 

Secondo Trinca, Calisto Tanzi altro non era se non un megalomane. "Uno con sogni di sconfinata grandezza. Sapeva perfettamente quello che stava facendo". Uno squalo? Quello no, ma uno che ha perso il controllo e si è ritrovato "a giocare un gioco che poteva smettere, sperando nell'affare giusto che avrebbe rimesso a posto le cose". 

Tanzi usato dalla politica? Questo sì, è indubitabile, dimostrato dai fatti. "La politica gli chiedeva favori. E le banche, per fargli credito, gli facevano comprare le aziende". 

Un circolo vizioso, balordo, in cui il cavaliere di Collecchio si è letteralmente perso, strangolato da tutti i lati. Omicida e insieme suicida. Ma a Parma, stranamente, non c'è nessuno che ne abbia parlato davvero male. 

Cita una testimonianza la voce più seguita di Chora Media. Quella della titolare della stazione di servizio di Collecchio. La benzinaia, tout court. "Racconta di aver capito chi erano i Tanzi, padre e figlio, dopo aver visto la mostra con la loro collezione di opere d'arte. Messa insieme da gente che aveva fatto troppi soldi senza capire. E questo le ha fatto fare la pace con i sentimenti contrastanti". 

Troppo facile, troppo semplice, quasi pedestre? Pablo Trinca si affetta a chiarire il concetto a tutto prima perfino criptico. "I sentimenti contrastanti erano quelli che le persone provavano per l'uomo che era stato l'orgoglio di un paese, Collecchio, sconosciuto prima di lui, e lo aveva poi trascinato così in basso". 

Collecchio trainata dal cavaliere Calisto Tanzi, a sua volta trascinato agli inferi da se stesso. Ma non si è trattato soltanto di megalomania. Anche questa è una storia italiana come tante altre. Una per tutte, il botto del Montepaschi Siena.