Madame

 

 

di Alessandro Camilli

 

Madame non è solo una privata cittadina (e anche in questo caso…), Madame la chiamano così perché fa parte egregiamente di una professione che ne fa personaggio pubblico. Madame fa la cantante e si appresta a cantare in concerti e festival con tantissimo riscontro di pubblico e, cosa che non guasta rilevare, che di pubblico hanno anche organizzazione e finanziamenti. Madame è indagata e quindi fino a prova contraria solo sospettata di aver imbrogliato su vaccini e green pass. Forse è ricorsa ad una finta vaccinazione per avere certificazione vaccinale falsa e forse no.

Chi le dà tribuna e microfono e telecamera (da Amadeus Sanremo a Gualtieri sindaco Roma) dice: fino a colpevolezza acclarata e sentenziata vale presunzione di innocenza. Giusto quanto a rilevanza penale. Ma nell’aula dell’educazione civile e perfino civica? In quest’aula, su questo enorme palcoscenico chi è Madame, una che ha fregato il prossimo suo fingendosi vaccinata o una tormentata da una accusa falsa, denigratoria? Come la dobbiamo vedere e ascoltare al Concertone di Capodanno a Roma e sul palco di Sanremo?

Prego, Madame - Dovrebbe rispondere, dovrebbe proprio dire lei, Madame. Dovrebbe dire con civile onestà: ho avuto paura del vaccino, non credo nei vaccini e secondo tradizione italica mi sono ingegnata, arrangiata, non credo sia stato un gran peccato e comunque in tanti hanno fatto come me, o avrebbero voluto farlo. Sarebbero parole onestamente civili (e, sia detto per inciso, non particolarmente rischiose quanto a popolarità in questo paese). Oppure dovrebbe dire con civile onestà: mi sento infamata e assediata da un sospetto senza fondamento, mi sono vaccinata, come decine milioni di italiani, per la mia salute e per la salute pubblica. Potrebbe, dovrebbe dire prima e senza tirarla alle lunghissime aspettando il giorno del mai e l’anno del poi del fine indagine, inizio processo, arrivo a sentenza. Prego, Madame, dica lei come è andata: le sue parole saranno rispettabili e rispettate qualunque esse siano. Dica però, perché in questo caso il silenzio non è privacy, è omertà. Il contrario, l’opposto di una civile e civica onestà.