Genova (Depositphotos)

di Franco Manzitti

Altro che il ponte ricostruito in meno di diciotto mesi, dopo la grande tragedia di Genova dell'agosto 2018, quando precipitarono nel baratro quarantatrè vittime innocenti, il metodo Genova funziona anche per circostanze anche molto più "leggere" o frivole o festaiole se volete.

Il "metodo Genova", tanto osannato, predicato, indicato come esempio di efficienza-velocità-sburocratizzazione, può scattare anche per assegnare velocemente gli appalti alle imprese impegnate a organizzare il triCapodanno di Genova. E dove se no? E' in questa città, baciata dal nuovo metodo esaltante che le autorità costituite, in questo caso la Regione e il Comune, hanno rispolverato quel criterio per assegnare l'organizzazione delle tre serate del 29,30,31 dicembre a imprese e ditte e sopratutto a una emittente privata, vale a dire Mediaset, la realizzazione e la messa in onda degli spettacoli a lungo propagandati e quindi osannati dopo la loro esecuzione a beneficio sia dei trentamila (presunti) spettatori dal vivo e sia dei tre milioni ch avrebbero assistito davanti al televisione.

Non si spiega diversamente l'operazione Capodanno genovese, finita oggi nel mirino della Procura di Genova che indaga per "turbativa d'asta", nell'ipotesi che i committenti pubblici si siano mossi per scegliere gli oranizzatori e i trasmettitori, senza rispettare le regole.

Avrebbero, secondo questa ipotesi accusatoria, proceduto direttamente con l'assegnazione degli incarichi retribuiti con una cifra, che gira attorno ai 400 mila euro complessivi, senza mettere a gara un fico secco.

La notizia dell'inchiesta è esplosa, subito dopo la triplice manifestazione che ha allietato le tre serate-nottate, tra la fine del 2022 e il 2023, quando il presidente della Regione Giovanni Toti, sopratutto, si stava leccando i baffi, rivendicando il successo clamoroso, a suo dire, dell'iniziativa di musica e spettacolo, offerti dai palcoscenici genovese della ombelicale piazza De Ferrari e dell'affascinante porto antico, in un tripudio di show, canzoni e arte varia, offerta per cancellare la lunga coda degli anni bui di pandemia, guerra, lock down, crisi energetica, bollette.

Il "botto" lo avrebbe fatto proprio l'audience televisiva sulla reti Mediaset, offrendo una visione di Genova festante e allegra.

Appunto altro che ponte, ricostruzione e autostrade collassate e intasate per le lunghe conseguenze della tragedia del 2018.

Il nuovo procuratore capo, appena insediato a Genova, Nicola Piacente e il pm designato per indagare sulla presunta turbativa d'asta Walter Cotugno non hanno aspettato che l'entusiasmo si spegnesse e hanno aperto le indagini, sembra sull'onda di uno o più esposti presentati agli uffici della pubblica accusa.

Non si sa da chi. Nell'inchiesta figurerebbero già diversi indagati, i cui nomi sono ancora segreti, ma che potrebbero essere i funzionari che hanno firmato i contratti, appena "modello Genova".

Le ipotesi su chi abbia innescato l'azione "guasta feste" sono facili. L'opposizione in Comune e in Regione , costituita prevalentemente dal Pd, dai Cinquestelle e dalle liste della Sinistra radicale,  è da tempo agguerrita sui metodi con i quali, soprattutto la Regione Liguria spende i suoi soldi per comunicazione e eventi.

Facile che la miccia sia stata accesa, quindi, da qualche leader, che ha deciso di incominciare l'anno nuovo, attaccando con durezza un "regno" che in Liguria dura oramai da sette anni e a Tursi, a Genova da sei anni, nel dominio incontrastato dal centro destra, che ora è anche più blindato, grazie al governo Meloni.

La bordata è stata respinta in modo diverso da Toti e dal sindaco Bucci.

Il presidente della Regione l'ha propria buttata subito in politica, accusando l'opposizione di non sopportare i successi della sua gestione, la nuova visibilità conquistata dalla Liguria con il nuovo corso e ha rivendicato un metodo di scelta perfettamente in linea con le leggi e i regolamenti.

Bucci, più cauto, non è sceso in campo personalmente, ma ha fatto sapere attraverso comunicati stampa che la procedura di assegnazione per gli appalti festaioli era  regolare e per di più addirittura coperta dalle disposizioni sul Pnrr.

Toti era scottato dall'inevitabile accostamento che è stato fatto con il suo passato e presente televisivo. Nessuno dimentica che il suo precedente mestiere era quello di direttore di reti Mediaset e che sua moglie la nota giornalista Silvia Varzì è tutt'ora dirigente nei programmi della stessa rete. E allora niente di più facile che sospettare di questa vicinanza.

Il tema del metodo Genova, applicato agli eventi di fine anno, sorvola poi un po' tutta la politica con la quale da tempo le amministrazione di centro destra gestiscono le loro relazioni pubbliche in senso complessivo. Toti è in particolare accusato dai suoi nemici e avversari politici di "dominare" i mezzi di comunicazione coprendo ogni evento con contratti ad hoc che premiano testate giornalistiche di ogni colore.

Ha trasferito il metodo Genova in toto? Sarà anche l'inchiesta scattata tra Capodanno e la Befana a incominciare a scoprirlo. Oppure il metodo Genova è semplicemente già passato ad un'altra fase e allora ne vedremo delle belle e non solo sui palchi e in tv.