di Bruno Tucci

Dimissioni a catena si chiedono dalla sinistra: prima è stata la volta di Andrea Del Mastro e Giovanni Donzelli. Ora quelle di due ministri: Matteo Salvini e Matteo Piantedosi. La più impegnata a puntare il dito contro il responsabile degli Interni è Elly Schlein Si proprio lei, la nuova segretaria del Pd, che in commissione, le chiede ripetutamente e con estremo vigore. Per Elly Schlein non ci sono altre strade per la dignità del Paese. Dunque, il coro è unanime, sembra essere una sola voce a “implorare” alla Meloni di mandar via “i responsabili” della strage di Cutro.

Su quali basi si fonda la loro richiesta? Su fatti che debbono ancora essere accertati dalla magistratura. La Procura, come è giusto che sia, ha aperto un fascicolo, ma non si è ancora espressa. Troppo presto per sbilanciarsi o per lanciarsi in accuse che non hanno ancora un fondamento. Ma tant’è: la giovanissima numero uno di via del Nazareno deve farsi sentire, deve dimostrare che la svolta è cominciata, che il Pd ha ed avrà tutto un altro volto. Così, forse per propaganda (o senza forse) mira al cuore della maggioranza per fare chiasso e “gettarla in caciara”, come si direbbe a Roma.

Infatti, la Schlein, gli altri esponenti del Pd  sanno perfettamente che le loro richieste non avranno un seguito. Anzi, serviranno al centro destra a serrare i ranghi ed a schierarsi con il metodo del catenaccio (caro al calcio di una volta). Insomma, difesa ad oltranza perché sarebbe suicida dare un seguito a quanto chiesto dalla segretaria e dai suoi secondi. Potrebbe apparire strano questo duro atteggiamento della Schlein e probabilmente ne è cosciente anche lei. Ma quale migliore occasione per farsi conoscere e dimostrare che finalmente, dopo tanti tentennamenti, il partito è uscito dalle sacche e vuole a tutti i costi dire alla Meloni che da oggi in poi il suo cammino non sarà per niente facile.

Politicamente, il “j’accuse” di Elly Schlein è comprensibile. Il Pd è il maggior partito di opposizione deve prendere una strada che faccia capire alla base di essere vivo e controllare la maggioranza, tanto più che i dem non hanno ancora superato il problema delle correnti che hanno lacerato i “piddini”. Basterà ricordare quel che è successo alle primarie: mentre gli iscritti avevano scelto Stefano Bonaccini come segretario, il popolo ha avuto un atteggiamento diverso ed ha voltato le spalle al vertice, facendogli capire che è finito il tempo del marchese del Grillo: io sono io e voi non siete un c……..

I più caparbi della sinistra ricordano quanto è successo giorni fa in Grecia: un treno merci ed uno passeggeri si sono scontrati ed il bilancio è stato tragico: molte vittime tra le quali tanti universitari che viaggiavano su quel convoglio. E’ successo che il ministro dei trasporti di quel Paese, di nome Karamanlis, ha rassegnato immediatamente le dimissioni. “Allora perché anche da noi i responsabili della strage di Crotone, non lasciano il loro incarico?”

Dal punto di vista politico, c’è un altro aspetto che non bisogna sottovalutare. La Schlein si è resa conto che, stando così le cose, il Pd da solo non avrà nemmeno la più piccola possibilità di ribaltare la situazione. Per cinque anni, quanti ne conta la legislatura, dovrà sempre rimanere all’opposizione e far avanzare la destra al potere. Quindi si va alla ricerca di alleanze, cosa che non aveva fatto Enrico Letta, e i più vicini alle loro idee sono i Grillini insieme ai quali il numero della nuova coalizione aumenterebbe di molto. Siccome i pentastellati hanno lo stesso atteggiamento sulle dimissioni in massa del governo Meloni, la Schlein si comporta così come piace al partito di Giuseppe Conte.

Sul futuro del nostro Paese, polemiche a parte, furoreggiano le donne. Dopo Giorgia ed Elly, ecco presentare il suo biglietto da visita Margherita Cassano, divenuta presidente della Corte di Cassazione. Un impegno non di non poco, visti i contrasti esistenti tra politica e magistratura.

Comunque sia, non bisogna mai dimenticare i tanti problemi che assillano l’Italia. Ad esempio l’appoggio incondizionato all’Ucraina, su cui qualcuno la pensa in modo diverso. Che cosa fa il Pd a proposito? Armi o non armi? La Schlein, nel merito, non si è ancora pronunciata. Si aspetta da lei una parola chiara ed inequivocabile.