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Patronati e associazioni protestano per le centinaia di pratiche ferme da mesi nella Cancelleria Consolare di Montevideo? Ma per Iannuzzi è più importante sfilare alla Patria Gaucha di Tacuarembó...

"Stiamo proprio attraversando il momento peggiore per le pratiche italiane". Parole, queste, dette da Elena Bravin del Patronato Acli e raccolte dal collega Stefano Casini che non lasciano spazi a dubbi: nonostante lo sforzo e l'abnegazione degli impiegati presenti la cancelleria di Montevideo non riesce a garantire, come dovrebbe, l'assistenza alla collettività italiana, frustrata da pratiche, per esempio, di cittadinanza. Con le persone che perdono tempo e danaro.

Occhio, cari Lettori. Quanto detto dalla Bravin è in pratica quello che dice tutta la collettivitá italiana e che noi riportiamo da due anni: al posto della costruzione della nuova area consolare, i due milioni di euro sarebbero serviti all'acquisizione di più personale con l'obiettivo, appunto, di velocizzare il tutto. Non ci voleva di certo un genio per capirlo: mancano le fondamenta.

"Sta diventando impossibile ottenere un appuntamento per avviare un iter di cittadinanza. Il telefono del Patronato squilla tutto il giorno per denunce al riguardo, cioè non è possibile avviare una pratica di cittadinanza, letteralmente non funziona", le parole della direttrice del patronato dette a Radio Sarandì. Ma sono tanti i patronati che denunciano questa cosa vergognosa. Insomma, non siamo solo noi, i cattivi de 'La Gente d'Italia', a criticare la scelta fortemente voluta da Aldo Lamorte, Ricardo Merlo con il benestare dell'ambasciatore Iannuzzi che magari avrebbe potuto alzare la voce dicendo ai due di cui sopra che forse bisognava pensare prima al bene della cittadinanza, oramai stremata da tempi di attesa che non stanno né in cielo né in terra.

Come avrebbero voluto, i tre giustizieri della democrazia, non far salire alla ribalta questa situazione incresciosa che noi abbiamo sùbito denunciato. Loro vorrebbero una stampa asservita, brava solamente a pubblicare marchette e sentirsi dire 'come siamo belli e bravi'. La realtà dice altro, purtroppo. E la verità è sotto gli occhi di tutti. Hanno detto che siamo divisivi pur di farci tacere. Avrebbero dovuto dire che siamo diretti e sinceri. Anche crudi e bruschi a volte nei modi. Ma è il nostro mestiere, garantito dalla Costituzione....

Comunque, mentre i cittadini protestano, ( mesi di attesa per i passaporti, anni per le cittadinanze, accordi saltati per le patenti di guida...) il nostro Iannuzzi ha altro cui pensare: eccolo alla Patria Gaucha di Tacuarembó - immortalato da un nostro collaboratore - sfilare cavalcando, cappellino in testa, e la bandiera italiana in mano. Sorridente affinché le fotografie possano essere più accattivanti per i soliti comunicati-marchette.

Forse "Sua Eccellenza" dovrebbe pensare più che altro al bene della gente, dedicando tutto il suo tempo a risolvere le tante grane che ci sono a Montevideo....Altro che cavalcate....biciclettate.... spaghettate...