di Matteo Forciniti

In occasione del centenario della Scuola dei Mosaicisti del Friuli, la Famèe Furlane di Montevideo ha organizzato una mostra con numerose attività nel fine settimana alla Casa degli Italiani.

Quella di Spilimbergo (Pordenone) è un scuola di alto artigianato artistico che raccoglie i saperi e le antiche tradizioni di un territorio per offrire corsi di formazione d'eccellenza ad alunni provenienti da tutto il mondo. Tra le giornate di sabato e domenica la Casa degli Italiani si è riempita di tanti colori con i bellissimi mosaici elaborati da alunni e professori che sono stati accompagnati da fotografie e testi sulla scuola e il suo legame con l'Uruguay come ha spiegato il responsabile della mostra Atilio Deana: "L'iniziativa nasce per rendere omaggio e diffondere una delle eccellenze del Friuli apprezzate in tutto il mondo. In realtà l'anniversario ricorreva lo scorso anno, nel 2022, ma a causa di difficoltà nell'agenda e ritardi nel trovare i materiali abbiamo dovuto posticipare l'evento. Come facciamo sempre, abbiamo deciso di combinare il tema scelto con qualcosa sul locale che riguarda la nostra storia e la nostra collettività".

Tra i protagonisti della mostra ci sono stati infatti i cosiddetti terrazzieri, muratori, architetti e artigiani friulani che hanno lasciato in Uruguay preziose testimonianze dei loro lavori: "Far conoscere la scuola e associarla alle nostre storie di immigrazione è anche un modo per valorizzare la presenza friulana in Uruguay. Vogliamo fare in modo che tutto questo patrimonio che abbiamo raccolto -in alcuni casi anche con qualche difficoltà- si possa mantenere nel tempo".

Tra questi "teracîrs" c'è ad esempio Guillermo Fratta arrivato a Montevideo nel 1928 da Travesio con il mestiere di "cementista": sua fu la pavimentazione dell'iconico Palacio Salvo, una delle tante opere lasciate a testimonianza di questa mano d'opera italiana rintracciabile quasi ovunque. "Purtroppo queste cose oggi vengono ignorate anche all'interno della collettività italiana. Ecco perché è importante farle conoscere a tutti, magari dopo questa mostra ci potrebbero essere altre iniziative" ha segnalato Jorge Zanin ricordando lo zio, Gioacchino Fratta, che con il monolito era capace di realizzare diversi lavori tra tavoli, panchine o pavimenti.

Molto variegato è stato il programma della due giorni di attività organizzato dalla Famèe: dopo i saluti di Stefano Lovison (presidente della Scuola Mosaicisti del Friuli) e di Loris Basso (Ente Friuli nel Mondo), a salire sul palco sono stati i giovani discendenti uruguaiani che in questi anni hanno realizzato periodi di studio a Spilimbergo raccontando la loro esperienza. Diversi sono stati i filmati e i documentari proiettati a cui si sono aggiunti gli interventi del direttore della scuola Gian Piero Brovedani e la conferenza dell'architetto Sergio Driussi che dall'Argentina è venuto a mostrare e descrivere alcune delle sue opere.

L'iniziativa si è conclusa con la presentazione del progetto che porterà la Famèe Furlane, per il suo ottantesimo anniversario, a realizzare un omaggio alla città di Montevideo all'insegna dell'arte mischiando tra i colori l'Uruguay e il Friuli.