Federico Fellini (foto depositphotos)

di Francesco Piccolo

 

E' un momento magico per i libri che raccontano il cinema. Lo fa Quentin Tarantino focalizzando la sua attenzione sulla Hollywood anni '70. Lo fa il grande critico David Thomson il cui splendido saggio sul cinema americano del 2004 arriva ora in Italia con tutta la sua mole di informazioni e curiosità. Lo fa ora Francesco Piccolo, sceneggiatore (da Nanni Moretti a Paolo Virzì, da Francesca Archibugi a Marco Bellocchio alle serie tratte da Elena Ferrante) e scrittore casertano, vincitore nel 2014 del premio Strega per 'Il desiderio di essere come tutti', grande appassionato ed esperto di cinema che pubblica 'La bella confusione) (Editore Einaudi – pagg. 282, prezzo: 20 euro), un suo saggio "autobiografico" incentrato sul dualismo Fellini-Visconti e sull'anno 1962 quando i due cineasti girarono contemporaneamente due film che avrebbero segnato per sempre la storia del cinema, '8 ½' e 'Il Gattopardo'. Due pellicole che avevano in comune un'attrice, Claudia Cardinale, oltre all'autore delle musiche, Nino Rota, che arrivarono in sala cinquant'anni fa a poche settimane l'una dall'altra. Francesco Piccolo, il cui ultimo lavoro per il cinema è la sceneggiatura di ' La storia' di Francesca Archibugi dal romanzo di Elsa Morante, attualmente al montaggio, ha spiegato durante la Masterclass conclusiva del Bif&st la genesi del suo libro.

"L'idea mi venne nel 2014 - ha ricordato Piccolo - mentre mi trovavo al Festival di Sanremo dove lavoravo come autore per Fabio Fazio. Ad un certo punto mi trovai a fumare una sigaretta nel foyer insieme a Claudia Cardinale e lei mi raccontò, tra le altre cose, di quando stava girando negli stessi mesi '8 1/2' e 'Il Gattopardo' e di come i due registi esigessero un colore diverso di capelli per i suoi personaggi senza che dovesse indossare una parrucca. Pare che la sua parrucchiera abbia smesso di lavorare dopo quei film!", ha scherzato. "Dopo avere deciso di dedicare il libro ai due film, ho iniziato un lavoro di documentazione che mi ha richiesto molti anni perché non volevo parlare solo dei film – ha aggiunto Piccolo - ma di tutto ciò che vi ruotava attorno in termini di fatti di cronaca, il modo di vivere il cinema allora, volevo che si potesse leggere come il racconto di un cronista dell'epoca. Ho scoperto, tra le tante cose, che Fellini e Visconti non si sono parlati per 8 anni, a partire da un episodio accaduto alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1954, dove erano in concorso l'uno con 'La strada' e l'altro con 'Senso'. Andò a finire che Fellini vinse il Leone d'Argento (per la regia, ndr) e Visconti non vinse nulla, le rispettive troupe vennero alle mani durante la premiazione e da allora i registi iniziarono una competizione che si trascinò per diversi anni".

Una rivalità accesissima quella raccontata nel libro 'La bella confusione', che è anche un ritratto di un'epoca e viaggia sul doppio binario Visconti-Fellini, coppia di geni contro che si odiavano al punto che – racconta Enrico Lucherini, press agent di Visconti e del 'Gattopardo' – passando in macchina davanti al Canova a Piazza del Popolo e vedendo Fellini seduto al tavolino, il regista del 'Gattopardo' tirò su il finestrino dicendo all'autista di accelerare: "Se mi vede, quello mi sputa!", disse. Una rivalità nata a Venezia e finita in Russia dieci anni dopo, nel 1964, quando Fellini e Visconti portarono al Festival di Mosca '8 1/2' (in concorso) e 'Il Gattopardo' (fuori concorso). Un incontro in albergo, favorito dall'azione diplomatica di Giulietta Masina – moglie di Fellini e grande amica di Visconti - sancì la fine della guerra e la riappacificazione definitiva. I due registi continueranno a farsi i complimenti e a dichiarare apprezzamento l'uno per l'altro fino alla morte di Visconti nel 1976. Piccolo racconta le vicende di due dei film più importanti del cinema italiano, pellicole che nell'annus mirabilis 1963 (ma nei Sessanta c'erano spesso 'anni mirabili') registrarono il primo ('Il Gattopardo') e il terzo incasso ('8 1/2') dell'anno.

Per la cronaca: secondo incasso fu 'Il sorpasso' di Dino Risi e il quarto 'Mafioso' di Alberto Lattuada con Alberto Sordi, a testimoniare quanto la nostra cinematografia fosse (giustamente, visto i titoli) dominante. Piccolo è un grande scrittore, oltre ad essere un esperto di cinema e un addetto ai lavori. Per cui leggere 'La bella confusione', titolo che riporta a quello inizialmente pensato da Fellini per il suo '8 ½', è un piacere oltre che un vero arricchimento. Raccontando la realizzazione in parallelo dei due capolavori del cinema, Piccolo ripercorre anche momenti importanti, racconta vicende personali dei protagonisti e narra aneddoti (alcuni riportati col beneficio del dubbio) che girano intorno ai due film e ai due giganti del nostro cinema. Racconta di Claudia Cardinale, costretta a cambiare colore di capelli passando dal set di 'Il Gattopardo' a quello di '8 ½', attrice amatissima da Visconti e Fellini e interprete fondamentale nei loro film girati nel 1962 – protagonista nel ruolo di Angelica per Visconti e nel ruolo di donna ideale del regista Guido Anselmi-Mastroianni per Fellini – motivo di contrasto e oggetto di ripicche da parte del regista del 'Gattopardo' che faceva di tutto per trattenerla e impedirle di andare da Fellini (che non poté averla sul set per la scena fondamentale dell'harem in '8 ½').

Racconta poi di grandi personaggi che hanno scritto la storia del cinema italiano, legati all'uno o all'altro regista, come Suso Cecchi D'Amico sceneggiatrice di tanti film di Visconti o Ennio Flaiano, sceneggiatore dei primi capolavori di Fellini fino a 'Giulietta degli Spiriti (collaborazione e amicizia di fatto finite dopo il successo di '8 ½' e poi rapporto recuperato nel 1969 e proseguito, unicamente come frequentazione e non più come collaborazione, fino al 1972 quando Flaiano morì). La cosa che rende il tutto molto interessante è anche il fatto che Suso e Flaiano erano amici (secondo la figlia, forse anche qualcosa di più) e scrissero insieme numerosi film, ma erano divisi nella collaborazione con Visconti e Fellini.

Nel libro di Piccolo cronaca, spettacolo, gossip e arte si mischiano dando corpo alla narrazione e senso al titolo: 'la bella confusione' da cui scaturiscono due capolavori assoluti vede anche lontani dai riflettori rapporti sentimentali e personali che influenzano non poco l'opera dei due cineasti. Piccolo racconta la storia durata 37 anni di Federico Fellini con la sua amante segreta (si è rivelata solo dopo la morte del regista), Anna Giovannini, una farmacista con cui visse una storia d'amore parallela, alla quale comprò una casa ai Parioli, che frequentò assiduamente per decenni all'insaputa (ufficiale) di Giulietta Masina. Poi c'è l'amante 'ufficiale', Sandra Milo, legata sentimentalmente (ed eroticamente, come raccontato senza troppo pudore dalla stessa attrice) per 17 anni a Fellini e, curiosamente, diventata tale sul set di '8 ½' quando impersonava proprio un personaggio (Carla) modellato sull'amante segreta Anna. Poi c'è la storia di collaborazione e di probabile intimità Flaiano-Suso Cecchi D'Amico; quindi quella tra Visconti e Alain Delon, con l'attore francese che faceva arrabbiare (e ingelosire) il regista perché lo evitava e, malgrado fidanzato ufficialmente con Romy Scheider, ospitava ogni sera una donna diversa in albergo. Anche Visconti aveva poi le sue storie, seppure vissute in maniera molto riservata, raccontate a Piccolo dal più pettegolo dei press agent, Enrico Lucherini (racconta che il regista ebbe una storia con un importante attore italiano sul set di cui non rivela il nome). 'La bella confusione' di Francesco Piccolo parla della genesi di due capolavori del cinema, racconta le invidie, i problemi, le gioie e le frustrazioni, le difficoltà economiche e quelle realizzative. E poi fa una sintesi che descrive il senso più profondo del cinema: "Nel tempo tutto il resto se ne va – scrive – e rimane soltanto il film; e anche di chi l'ha realizzato, si ricordano solo alcune caratteristiche; e nel tempo, perfino le caratteristiche peggiori cambiano di senso e acquistano leggenda".