Putin
Vladimir Putin (foto: Depositphotos)

di Enrico Pirondini

Che succede in Russia? Come va interpretato l'attentato a San Pietroburgo? È un messaggio a Putin o c'è dell'altro?

Gli analisti di mezzo mondo si sono sbizzarriti con le ipotesi, alcune a dir poco stravaganti se non fantasiose, inverosimili, al limite dell'assurdo e illogico. C'è comunque un filone interpretativo accettato dai più, seppure con le inevitabili sfumature. Ecco i punti condivisi.

1) È IN ATTO UNA LOTTA DI POTERE - Tutti d'accordo: Mosca è una polveriera. Il Putinismo è sotto schiaffo, gli smacchi si rincorrono. Il blogger filo russo saltato in aria con un chilo di tritolo lascia in piedi due piste: vendetta ucraina o "avviso " dei russi anti Putin. C'è anche, più defilata, una terza ipotesi in verità macchinosa, di stampo vetero-sovietico, da manuale KGB.

La statuetta-bomba potrebbe addirittura essere stata escogitata dallo stesso Putin con "intenti preventivi". Nel senso che se Putin decidesse di venire a più miti consigli e trattare la pace, potrebbe avere la necessità di colpire i propagandisti più feroci del "Mondo Zeta" che lo accuserebbero di tradimento.

2) RESA DEI CONTI ALL'INTERNO DELLA ESTREMA DESTRA IN RUSSIA - Sono note le turbolenze della estrema destra ultranazionalista russa. Il dissenso russo non è una novità. I nostalgici dello stalinismo crescono.Oltretutto non può non colpire il fatto che gli ultimi due attentati – quello contro Daria Dugina (figlia di Aleksandr, filosofo di estrema destra , sostenitore della invasione) e questo di San Pietroburgo – sono stati compiuti contro esponenti ultranazionalisti, la frangia più radicale del Putinismo.

E il mondo ultranazionalista ovviamente se la prende con Kiev. È dicono che "l'attentato è stato compiuto per dimostrare che possono calpestare la Russia e quindi è urgente rispondere". Si chiede una escalation.

3) MESSAGGIO CONTRO PUTIN E PRIGOZHIN - È la pista che al momento gode di maggior credito. Il fatto che l'attentato sia stato compiuto in un bar di Evgenji Prigozhin – l'oligarca russo detto il "cuoco di Putin ", fondatore del gruppo paramilitare Wagner – il bar di San Pietroburgo che ospita eventi del " Cyber-club zeta", bar frequentato dal blogger ultraradicale famoso per aver detto in un evento al Cremlino che " uccideremo tutti quelli che ci serve" è una opzione che regge.

Ma potrebbe anche essere letto come un attacco a Putin da chi nel sistema ritiene che sarebbe l'ora di mettere fine al conflitto. In ogni caso c'è una certezza: le vittime dell'operazione hanno capito bene il messaggio. Loro sì.