NEW YORK - In occasione del sesto anniversario dall’apertura al pubblico di Magazzino Italian Art, a Cold SpringNew York, il prossimo 25 giugno, giorno che coincide con il 90° compleanno di Michelangelo Pistoletto, il museo presenterà un progetto speciale a lui dedicato.
Con “Welcome to New York!”, dedicato appunto a Michelangelo Pistoletto, il museo dà inizio ad un progetto espositivo annuale che riguarderà ciascuno dei dodici artisti del movimento dell’Arte Povera.
“Welcome to New York!” è anche il titolo di un’opera di Pistoletto del 1979, che sarà esposta per la prima volta nella Galleria 8 del museo assieme a sette opere specchianti rappresentative della carriera di Pistoletto dagli anni Sessanta fino agli anni Duemila.
Ispirata alla Statua della Libertà con la sua corona di metallo e i suoi stracci colorati che discendono verso il suolo, Welcome to New York racchiude e abbraccia i concetti di multiculturalismo e diversità. L’opera simboleggia le possibilità di crescita ed evoluzione, incarnando i valori di accoglienza e inclusione degli Stati Uniti d’America.
La presenza di Pistoletto nella storia di Magazzino e nella collezione Olnick Spanu è da sempre importante e significativa. In occasione dell’inaugurazione del Museo nel 2017, era stata esposta per la prima volta Stracci italiani (2007), un'opera commissionata al Maestro per commemorare l’anniversario dell’Unità d'Italia. Da allora, il tricolore, realizzato con tessuti di scarto, accoglie tutti i giorni i visitatori che entrano nella hall del museo. Nello stesso anno Magazzino ha ricevuto in dono dall’artista la scultura Sfera di giornali, realizzata in occasione della performance commissionata dal museo Scultura da passeggio (Walking Sculpture), renactement di quella tenutasi a Torino nel 1967, che ha coinvolto l’intera comunità di Cold Spring.
In concomitanza con il ventesimo anniversario della nascita del manifesto di Pistoletto, Terzo Paradiso (2003), Magazzino presenta anche nel parco del museo la monumentale installazione permanente Terzo Paradiso (2023). Realizzata con quarantasei pietre di un metro di diametro, emerse durante la costruzione del nuovo Robert Olnick Pavilion, l’opera riflette l'impegno profondo di Nancy Olnick e Giorgio Spanu, i co-fondatori di Magazzino Italian Art, come ambasciatori del Terzo Paradiso.
LE OPERE IN MOSTRA
Ingresso museo
Stracci italiani 2007
Commissionato da Nancy Olnick e Giorgio Spanu come una stella guida per i dieci artisti italiani che hanno preso parte al The Olnick Spanu Art Program a Garrison, Stracci italiani è stato promesso in dono a Magazzino Italian Art nel 2011, anno che segnava il 150º Anniversario dell’Unità d’Italia. Torino era il centro del Risorgimento, un movimento culturale e politico che ebbe un ruolo cruciale nel processo di unificazione della penisola sotto un’unica bandiera, diventando nel 1861 la prima capitale del Regno d'Italia. Poco più di cento anni dopo, negli anni Sessanta, la città divenne l'epicentro dell'Arte Povera. L'opera, composta da stracci abbandonati, è una reinterpretazione del tricolore italiano e commemora l'unificazione d'Italia. Sebbene Pistoletto utilizzasse originariamente gli stracci per lucidare i suoi quadri specchianti in acciaio inossidabile, nel corso della sua carriera questi sono diventati un simbolo dal significato ideologico più ampio, ovvero una critica alla società capitalista e alla cultura usa e getta. Il 25 giugno 2017, in occasione dell'apertura di Magazzino Italian Art e del compleanno di Pistoletto, Stracci Italiani è stato installato nella hall del museo come emblema di un paese la cui classe intellettuale sosteneva che unificando i sette stati si sarebbe potuta formare una nazione culturale unica, avendo un impatto positivo sulla vita dei cittadini. Come estensione di un'identità nazionale unificata, i dodici artisti dell'Arte Povera rappresentati a Magazzino, esemplificano una nazione culturale dell'Italia.
Love Difference 2010
Progettato da Pistoletto in collaborazione con l'artista e designer Diego Paccagnella, quest’opera invita alla partecipazione attiva dei visitatori incoraggiandoli a giocare a calcio balilla come mezzo per vivere l'arte in una dimensione reale e interattiva. Il campo da gioco è una superficie riflettente che raffigura il contorno dei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo, ed è popolato da ventidue giocatori che indossano le maglie delle nazionali di calcio dei paesi dello stesso bacino. Come indica il titolo Love Difference, l'opera celebra la vitalità e la ricchezza della diversità culturale. Respingendo l'associazione con la competizione e l'individualità, Pistoletto promuove lo sport come una forza unificante basata sulla solidarietà e la collaborazione, lo spirito di squadra e l'integrazione culturale. Nancy Olnick e Giorgio Spanu hanno commissionato l'opera nei colori nero e blu, i colori del Football Club Internazionale Milano, più comunemente conosciuto come Inter Milano. Una versione diversa dell'opera è stata presentata in occasione della prima partita della stagione 2010-2011 del campionato italiano di calcio presso lo Stadio Olimpico di Roma, una performance trasmessa in diretta da RAM-Radioartemobile.
Galleria 8
Sfera di giornali 1962-2009
Michelangelo Pistoletto è probabilmente conosciuto al grande pubblico per la serie dei Quadri specchianti. Realizzati per la prima volta nel 1962, questi lavori sono composti da pannelli di acciaio inossidabile lucidati, acquistati presso fornitori locali di materiali industriali. Sui pannelli, Pistoletto applicava prima collage e successivamente serigrafie a grandezza naturale di ritagli di figure e oggetti provenienti dalla vita quotidiana. Queste opere hanno stabilito il quadro teorico della pratica dell'artista: una dimensione relazionale definita dallo scambio fenomenologico tra opera, spazio espositivo e osservatore. Per ciascun Quadro specchiante, Pistoletto fornisce un intervallo di date che va dalla concezione dell'opera alla sua effettiva realizzazione. Dal 1971, l'artista ha utilizzato la tecnica della stampa serigrafica poiché è un processo di riproduzione che è impersonale, ma non completamente meccanico. Pistoletto posiziona le figure tra lo spazio reale dell'esposizione e lo spazio virtuale dello specchio, così da registrare il riflesso dell'osservatore insieme alle figure del dipinto, collegando arte e vita. In Sfera di giornali (1962-2009), l'artista ha riprodotto l'immagine della sua omonima performance del 1966, in cui rotolava una grande sfera di giornali schiacciati per le strade di Torino, interagendo con i passanti. È stata una delle più importanti azioni artistiche dell'epoca e un punto di arrivo naturale per l'aspirazione di Pistoletto e degli altri artisti dell'Arte Povera di avvicinare l'arte alla vita.
Sfera di giornali 1966-2017
Pistoletto ha creato la prima Sfera di giornali nel 1966 come parte della sua serie Oggetti in meno (1965-1966), una serie eterogenea di oggetti scultorei composti da materiali quotidiani, modesti o facilmente reperibili. Concepiti come una serie di momenti irrepetibili, gli Oggetti in meno testimoniavano la visione del tempo dell'artista. Composta da giornali pressati, la sfera è stata ideata come un'articolazione fisica della dinamica tra gli eventi in continua evoluzione della vita quotidiana. Alla fine del 1967, Pistoletto ha riutilizzato la sfera, rimuovendola dallo studio e facendola rotolare tra tre gallerie di Torino, intitolando l'azione Scultura da passeggio. Dal 1967, la Scultura da passeggio è stata presentata nuovamente svariate volte in tutto il mondo utilizzando i giornali locali in circolazione nella data della performance. Nel novembre 2017, Pistoletto ha riproposto la performance a Cold Spring, New York.
Art International (Ritratto di Maximilian von Stein) 1962-1968
Art International (Ritratto di Maximilian von Stein) raffigura il figlio della visionaria gallerista Margherita Stein intento a leggere Art International, una delle riviste d'arte internazionali più influenti degli anni Sessanta. Pistoletto ha realizzato l’opera, selezionando inizialmente la figura da una fotografia, ingrandendola a grandezza naturale e tracciandone il contorno. Successivamente ha ritagliato e dipinto a mano la figura dopo aver fissato la carta velina sulla superficie in acciaio. Quest'opera esemplifica lo sforzo dell'artista nel superare la pratica tradizionale della pittura, sviluppando una tecnica che ha perfezionato negli anni Sessanta con il fine di raggiungere l'oggettività delle sue rappresentazioni quasi fotografiche, in cui il reale e il virtuale si fondono insieme.
Autoritratto con quaderno 1962-2008
Nel quadro Autoritratto con quaderno, l'artista ha realizzato una serigrafia di un'immagine di se stesso mentre guarda il proprio quaderno, un taccuino in cui annotava pensieri e idee. Il pubblico, guardando l’opera, vede il proprio riflesso sull'acciaio inossidabile finemente lucidato ed è invitato a stare accanto all'artista il quale, a sua volta, riflette sulle proprie idee. La figura conserva una qualità pittorica che evoca le opere dei primi anni Sessanta in cui l’artista aveva appena cominciato a sperimentare con le ampie superfici altamente riflettenti, portandolo successivamente alla creazione dei suoi famosi Quadri specchianti.
Ragazza appoggiata 1962-2007
Ragazza appoggiata esplora l'atto di guardare ed essere guardati, concetto centrale dell'esperienza artistica ed elemento cruciale dei Quadri specchianti di Pistoletto. Guardando l'opera, l'osservatore emula l'atto di contemplazione in cui la ragazza è immersa, essendo in grado allo stesso tempo di vedere la propria immagine nell'opera. Si produce in questo modo un effetto di riflessione di pose e sguardi, enfatizzato dalle proprietà specchianti dell'acciaio inossidabile. L'effetto iperrealistico della figura, ottenuto dall'artista attraverso la grandezza naturale dalla riproduzione fotografica, sfuma i confini tra il mondo reale e lo spazio della rappresentazione artistica. Pistoletto combina alcuni dei principi alla base della pittura tradizionale, come la figurazione e la prospettiva, con una nuova concezione dell'arte basata su pratiche partecipative e un approccio performativo.
Welcome to New York 1979
Welcome to New York è stata esposta per la prima volta alla galleria Giuliana De Crescenzo a Roma nel 1980 nella mostra personale di Pistoletto, e successivamente è stata inclusa nella mostra Division and Multiplication of the Mirror tenutasi al MoMA PS1 di New York nel 1988. La struttura metallica con stracci che discendono verso il basso, evoca la corona della Statua della Libertà, e fa riferimento al ruolo simbolico che la colossale scultura ha assunto per milioni di immigrati che arrivavano negli Stati Uniti nella speranza di trovare delle migliori condizioni di vita. Sebbene un’interpretazione letterale degli stracci potrebbe suggerire un'associazione con la povertà, Pistoletto ha impiegato questi abiti abbandonati, dalla vasta gamma di colori e motivi, per celebrare l'incontro e la fusione di culture differenti. Gli stracci, inizialmente utilizzati dall'artista per lucidare i suoi Quadri specchianti, appaiono in altre opere cardinali, tra cui la Venere degli stracci, così come nelle performance del suo gruppo teatrale di strada, Lo Zoo.
Adamo ed Eva 1962-1987
Adamo ed Eva raffigura due figure nude su due pannelli distinti. Sebbene le figure e i pannelli doppi evochino idee giudeo-cristiane sulle origini dell'umanità, secondo Pistoletto queste opere sono destinate a rappresentare "l'autoritratto del mondo, aperto alla partecipazione di tutti".
La gabbia 1962-1974
Nel 1974, durante il periodo di agitazione sociopolitica in Italia conosciuto come gli Anni di Piombo, Pistoletto realizzò una serie di Quadri specchianti incentrati sui temi della detenzione, della persecuzione e del potere dello Stato. Il motivo della gabbia comparve per la prima volta nella pratica di Pistoletto alla fine degli anni Sessanta, durante il lavoro con il suo gruppo teatrale di strada e performance, Lo Zoo. "Lo Zoo", scrisse il gruppo, "significa coloro che sono dall'altra parte delle sbarre". Il motivo evocava idee della controcultura degli anni Sessanta che criticavano l'autoritarismo e la cultura capitalista. Per La gabbia, presentata per la prima volta nel 1974 alla Sidney Janis Gallery di New York e poi nel 1975 alla Galleria Multipli di Torino, Pistoletto coprì l'intero spazio espositivo con ventinove Quadri specchianti, ognuno dei quali raffigurava una sezione identica di sbarre di ferro. Visti insieme, questi lavori creavano un effetto fenomenologico intenso per gli spettatori, i quali si trovavano rinchiusi due volte: prima nella forma dei loro riflessi detenuti nello specchio, e poi nella presenza fisica della galleria e circondati dalle sbarre.
Uomo che fugge lo specchio 1971
Pistoletto è stato appassionato della scultura classica fin dalla sua infanzia: all'età di quattordici anni ha acquistato una scultura di legno, il primo pezzo di una collezione che sarebbe cresciuta negli anni. L'uso di calchi in gesso di sculture classiche sarebbe poi comparso in diverse opere degli anni Settanta, incluso Uomo che fugge lo specchio (1971), in cui una scultura classica è collocata vicino a uno specchio appeso al muro. Mentre nei Quadri specchianti le figure provenienti dalla vita quotidiana venivano stampate in serigrafia su acciaio inossidabile lucidato, in questa serie i calchi delle sculture antiche si espandono nello spazio reale, creando un contrasto accentuato e una relazione dialettica tra l'epoca contemporanea e l'antichità, la contingenza e il regno atemporale, la visione e l'immagine riflessa.
Parco
Terzo Paradiso 2023
Nel 2003, Pistoletto scrisse il suo manifesto Terzo Paradiso e creò un simbolo per illustrare questa nuova fase della sua ricerca artistica. Ispirato dal segno matematico che rappresenta il concetto di infinito, composto da due cerchi intrecciati che, secondo l'artista, rappresentano i poli opposti della natura e dell'artificio, Pistoletto aggiunse un terzo cerchio di dimensioni maggiori al centro, collegando questi due regni. Terzo Paradiso simboleggia una nuova era in cui si invita ognuno ad assumere la responsabilità personale per una visione globale, costruendo una nuova società in cui i mondi naturale e artificiale si uniscono armoniosamente. Installata all'aperto, l'opera amplia il significato originale di 'paradiso', descritto come un giardino protetto nell'Antica Persia. L'opera è stata realizzata sul terreno circostante Magazzino con quarantasei pietre di un metro di diametro emerse dall'area di costruzione del Padiglione Robert Olnick. Come ha dichiarato Pistoletto: "Siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita". Terzo Paradiso si è anche sviluppato in un progetto globale collaborativo con diverse ambasciate impegnate nello sviluppo sociale e umano. Attraverso un profondo impegno etico, l'artista ha ricreato il simbolo in tutto il mondo al fine di diffondere gli ideali che lo rappresentano. Nancy Olnick e Giorgio Spanu sono ambasciatori del Terzo Paradiso.
Michelangelo Pistoletto
Inizia la sua carriera come pittore nella metà degli anni Cinquanta, a partire dal 1962 Michelangelo Pistoletto entra in una nuova fase della sua ricerca con la creazione dei celebri Quadri specchianti: una serie in continua evoluzione di pannelli in acciaio inossidabile finemente lucidati su cui vengono trasferite fotografie a grandezza naturale di figure o oggetti provenienti dalla vita quotidiana, prima incollando sulla superficie riflettente immagini dipinte su carta velina ottenute dall’originaria fonte fotografica, e successivamente utilizzando la serigrafia. Con i suoi Quadri specchianti, Pistoletto ha superato le convenzioni tradizionali della pittura, avviando una ricerca che esplora i confini dell’arte e dell'esperienza. Questo approccio ha dato origine a sperimentazioni e collaborazioni creative, iniziate con il suo gruppo di teatro di strada, Lo Zoo. Il lavoro di Pistoletto continua tutt’oggi a indagare la relazione tra arte e vita, la natura del tempo, l'etica e l'estetica, considerando l'arte come piattaforma per la trasformazione sociale. L’impegno verso la comunità ha ispirato Pistoletto a costituire a Biella nel 1998 la Cittadellarte, una fondazione dal duplice significato, sia di "città dell'arte" sia di "cittadella dell'arte", nata con l'obiettivo di ispirare e produrre un cambiamento responsabile della società attraverso idee e progetti creativi.
Magazzino Italian Art
Magazzino Italian Art è un museo e centro di ricerca per la promozione dell’arte italiana contemporanea e del secondo dopoguerra negli Stati Uniti. Il museo si trova a Cold Spring, nello stato di New York, ed è un’istituzione no-profit che promuove gli artisti italiani dall’Arte Povera fino ai giorni nostri. Attraverso iniziative curatoriali, scientifiche e di divulgazione, Magazzino esamina gli effetti e l’influenza esercitata dall’arte italiana a livello globale. Magazzino è stato co-fondato da Nancy Olnick e da Giorgio Spanu ed è diretto da Vittorio Calabrese. Il museo di circa 2.000 metri quadrati, progettato dall’architetto Miguel Quismondo, ha aperto al pubblico nel 2017, imponendosi come nuovo punto di riferimento culturale.