Santiago - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'Università del Cile, oggi 5 luglio 2023. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

SANTIAGO – “L’Italia ha da sempre intrattenuto profonde relazioni d’amicizia con il Cile, alimentate anche dalla presenza di un’ampia collettività di origine italiana che è parte integrante del popolo cileno, nonché dalla condivisione dei valori democratici e dello Stato di diritto, dalla comune azione, anche a livello internazionale, a tutela dei diritti umani” Lo ha rimarcato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella tenendo la Lectio Magistralis “America Latina ed Europa: due continenti uniti per la pace, la democrazia, lo sviluppo” all’Università del Cile a  Santiago. Il Presidente ha ricordato l’Istituto dei Diritti Umani e il Museo della Memoria promossi dai Presidenti Bachelet e Lagos. “Si tratta di valori universali che hanno segnato drammaticamente la storia di questo Paese” ha detto. “Una storia – ha proseguito – che cinquant’anni fa intersecò quella della Repubblica Italiana, fino a confondersi con essa in un ricordo che oggi è patrimonio comune. Tanto il popolo italiano visse intensamente la violazione profonda della libertà e dei diritti delle persone operata dalla dittatura militare. L’esperienza di tanti cittadini del mio Paese, dei giovani in particolare, è stata colpita profondamente dalle vicende cilene di allora, così come larga parte dell’opinione democratica europea”, ha detto Matterella. Che ha sottolineato: “Il valore della memoria nella storia di un Paese, di qualunque paese, è elemento fondamentale della sua identità. Come in Europa così in America Latina va pronunciato con forza il no ad ogni negazionismo, brodo di coltura di nostalgie autoritarie. Il “mai più” che segue la presa di coscienza di una nazione matura va accompagnato sempre dal coraggio della verità”. Il Capo dello Stato non ha mancato di ricordare che  “le forze politiche dell’Italia democratica e le sue istituzioni, a partire da quell’11 settembre del 1973, vissero fianco a fianco con il popolo cileno le sue sofferenze, non rinunciando ad atteggiamenti di sanzione diplomatica ma operando perché qui a Santiago l’Ambasciata italiana fosse pienamente operativa divenendo, negli anni successivi al colpo di Stato, punto di riferimento per centinaia di perseguitati, offrendo loro rifugio e salvandone la vita”.