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WASHINGTON - “L’impronta del sistema Italia negli Stati Uniti è forte, dinamica e destinata a crescere, nell’attuale scenario globale in cui è fondamentale rafforzare i legami, anche economici, tra Paesi che condividono valori e visione per il futuro”. Con queste parole l’ambasciatrice d’Italia negli USA, Mariangela Zappia, ha commentato lo studio “L’impatto economico italiano negli Stati Uniti”, che la stessa Ambasciata ha commissionato all’Università di Brescia, sotto la responsabilità del prof. Marco A. Mutinelli, specializzato in ricerche sulle imprese multinazionali.
Secondo la ricerca, l’Italia è il settimo Paese europeo per numero di dipendenti in imprese americane controllate. Negli Stati Uniti sono attivi 1.826 investitori italiani che hanno quote di partecipazione in 3.519 imprese negli USA – di cui 3.187 partecipazioni di controllo –, sostengono circa 260.000 posti di lavoro e fatturano 143.7 miliardi di dollari. Questi alcuni dei dati che spiccano nello studio, per il quale si è tenuto conto con approccio scientifico non solo della sede fiscale delle imprese considerate ma dell’origine dei capitali impiegati e dell’ubicazione dei processi decisionali, elementi che non traspaiono dalle statistiche ufficiali.
“L’Italia è da sempre un partner affidabile per gli USA”, ha detto Zappia. “Puntiamo alla crescita degli investimenti nelle due direzioni, specie nei settori più innovativi, dal biotech all’economia dello spazio, dall’intelligenza artificiale ai materiali avanzati. L’Ambasciata, su impulso della Farnesina, lavora costantemente in questa direzione”, ha aggiunto l’ambasciatrice, sottolineando che lo studio è stato realizzato per offrire un quadro più aderente alla realtà della presenza italiana negli USA e del suo contributo alla più grande economia mondiale. “Si tratta”, ha concluso, “di un contributo che beneficia gli Stati Uniti e al contempo genera profitti, stimola innovazione e apre prospettive di mercato più ampie per le nostre imprese: è quindi una relazione “win-win” che avvantaggia entrambi i Paesi”.
Secondo lo studio, 1.451 imprese italiane hanno una sola filiale o joint venture negli USA, mentre 375 hanno più partecipazioni. La maggioranza delle aziende opera nell’industria manifatturiera (522 partecipate di cui 479 con partecipazione di controllo): il 22,8% nella meccanica strumentale, seguito dalla metallurgia, computer e prodotti elettronici, industria alimentare e delle bevande, settore automotive, difesa, commercio all’ingrosso e al dettaglio, e ristorazione. Le imprese a partecipazione italiana con almeno 100 dipendenti si trovano principalmente nella costa Est (Northeast e South Atlantic raggiungono insieme il 50%) e negli Stati della regione East North Central (22%). Lo Stato di New York ospita il maggior numero di aziende con almeno 100 dipendenti. Oltre tre quarti degli investitori italiani provengono da Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte. Da queste regioni provengono gli investitori italiani per oltre i due terzi delle imprese partecipate ed il 90% circa di dipendenti e fatturato.
L’Italia vanta uno stock di investimenti negli USA superiore a quello americano in Italia ($34,3 miliardi di IDE italiani negli USA nel 2021 rispetto ai $28 miliardi di IDE USA in Italia).
Gli USA sono il primo partner commerciale dell’Italia fuori dall’Europa e il secondo in assoluto dopo la Germania. Secondo i dati dello US Department of Commerce, l’interscambio commerciale bilaterale di beni e servizi ha raggiunto nel 2022 la cifra record di $117,3 miliardi, con una crescita del 23,5% rispetto al 2021. Le esportazioni italiane negli Stati Uniti hanno raggiunto $80,5 miliardi. Gli USA generano oltre il 50% del surplus commerciale netto dell’Italia nel mondo.
Il trend si conferma positivo anche nel primo trimestre 2023, con l’interscambio di beni che cresce dell’11,4%. Le esportazioni italiane di prodotti da gennaio a marzo 2023 superano la cifra di $17 miliardi, con un aumento del 12,9%. L’export USA verso l’Italia è stato pari a $7 miliardi con un incremento dell’8% rispetto al primo trimestre del 2022.