"Lo abbiamo detto in piazza di fronte alla stazione solo qualche giorno fa, il 2 agosto - ricorda Schlein - in occasione dell'anniversario della strage di Bologna: non accettiamo ulteriori depistaggi e tentativi di riscrivere la storia, negando le evidenze processuali per cui l'associazione dei familiari delle vittime si è tanto battuta e la Procura di Bologna e le forze dell'ordine hanno lavorato in questi anni. Tantomeno se questi tentativi ignobili arrivano dal portavoce del Presidente della Regione Lazio".

Le parole del portavoce del Presidente della Regione Lazio Marcello De Angelis sulla strage di Bologna ("So per certo che con la strage di Bologna non c'entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un'opinione: io lo so con assoluta certezza") sono "ignobili": lo dice la segretaria Pd Elly Schlein che chiede "dimissioni immediate".
"Se non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a prendere provvedimenti immediati. È grave che Meloni il giorno della commemorazione non sia riuscita a dire che quella di Bologna sia stata una strage neofascista, sarebbe gravissimo se continuasse a permettere ai suoi sodali di stravolgere la verità processuale. Ponga fine, una volta per tutte, a questa scellerata aggressione alla storia".

"Le evidenze processuali" sulla strage di Bologna "dimostrano che è stata una strage di matrice fascista commessa da organizzazioni neofasciste, con un disegno eversivo, facilitato da apparati deviati dello Stato. E se qualcuno fatica a riconoscerlo non è adatto a ricoprire incarichi istituzionali di nessun tipo". Lo dichiara la segretaria del Pd, Elly Schlein.

Io come Giordano Bruno

"Ho espresso il mio dissenso. E sono finito sul rogo. Da uomo libero", scrive oggi su Facebook De Angelis, in risposta alle tante critiche subite dopo la sua dichiarazione sulla strage di Bologna. "Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare - prosegue De Angelis in un altro post- . E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l'accertamento della verità, con l'utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo - ricorda De Angelis -. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio". "Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso", conclude De Angelis

Reazioni

"Caro De Angelis, per fortuna lei vive in un paese democratico che ha sconfitto i fascisti (come lei). Dunque nessuno la manderà al rogo. Semplicemente continueremo a combattere le sue idee in nome della democrazia e della costituzione repubblicana che i suoi amici volevano sovvertire. Il martirio le è precluso, le dimissioni no. Spero che Rocca si dia una mossa in questo senso". Lo scrive su Twitter il leader di Azione, Carlo Calenda.

"Le parole di Marcello De Angelis sono inaccettabili. Negare la matrice neofascista della strage di Bologna e una verità giudiziaria che diverse sentenze hanno appurato è già di per sé grave, diventa gravissimo quando a scrivere tali affermazioni è il portavoce del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Se De Angelis è a conoscenza di elementi in grado di riscrivere la storia che ha visto condannato suo cognato Luigi Ciavardini, insieme a Mambro, Fioravanti e Cavallini, per l'ignobile atto terroristico, vada a riferire ai magistrati, in caso contrario taccia quantomeno per dovere istituzionale. Nel frattempo ci aspettiamo che il Presidente Rocca prenda le distanze e rimuova De Angelis dal suo incarico". Così in una nota il Gruppo M5S alla Regione Lazio.

"Quanto dichiarato ieri dal portavoce della Regione Lazio Marcello De Angelis sulla strage di Bologna è gravissimo e inaccettabile". Lo dichiarano in una nota Marietta Tidei e Luciano Nobili, consiglieri regionali di Azione-Italia Viva. "Si tratta di considerazioni inconcepibili sul piano storico, che negano la matrice neofascista dell'attentato accertata dalle sentenze e allo stesso tempo rappresentano un attacco inaccettabile nei confronti del Capo dello Stato, che proprio pochi giorni fa si era espresso con parole inequivocabili sulla vicenda. Nell'esprimere la nostra vicinanza ai familiari delle vittime della strage - concludono Tidei e Nobili - riteniamo doveroso e indispensabile che il presidente Rocca prenda in maniera netta e chiara le distanze dalle posizioni del suo portavoce".

Rocca: "De Angelis parla a titolo personale, valuterò"

"Marcello De Angelis ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti".

Lo dice il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca sottolineando che al momento il responsabile della comunicazione istituzionale della Regione resta al suo posto: "essendo il dialogo il faro del mio operato, valuterò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo averlo incontrato".