Monopattino elettrico (Depositphotos)

Personalizzazione e possibilità di scelta tra mezzi e servizi a seconda di convenienza, abitudini, condizioni meteo e stili di vita: sono queste le parole chiave della mobilità del futuro. Come ha certificato UNRAE, il 2022 è stato – con meno di 1,4 milioni di auto immatricolate – tra gli anni coi numeri più bassi degli ultimi 30 (media del periodo, 2 milioni) e vicino al record negativo di 1,3 del 2013.

Gli italiani non hanno però rinunciato a muoversi ma lo hanno fatto utilizzando, in città, modalità diverse di spostamento: sharing di auto, motorino, bici e monopattino e, fuori città, con il noleggio a lungo termine.

Che modello di mobilità porterà questo cambiamento di abitudini? E come impatterà sull’industria dell’automotive?

Meno proprietà, più noleggio ma soprattutto condivisione

La stessa analisi di UNRAE evidenzia come la sensibile diminuzione di veicoli di proprietà stia facendo crescere i volumi delle piattaforme di car sharing e noleggio a lungo termine (NLT) con una quota di immatricolazioni NLT che è passata dal 12% del 2015 al 23% del 2022. Una conferma che viene anche dalla ricerca di mercato effettuata da ANIASA (Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio), da cui emerge che, mentre il settore automotive fa fatica a ritornare ai livelli pre-pandemici, con vendite ancora sotto del 10%, il settore del NLT si avvicina al 30% del mercato dei veicoli, con una crescita costante.

Uno scenario nuovo per l’Italia che, secondo una ricerca di ENEA è il secondo Paese in Europa per numero di auto, dopo il Lussemburgo, con 666 vetture ogni 1.000 abitanti

Il report di Bearing Point ‘Destination 2030’[1] va oltre e rileva che se nel 2021 solo l’8% degli spostamenti nelle grandi città si è svolto attraverso modalità condivise, entro il 2030, la percentuale di shared on demand mobility salirà al 23%.

Una domanda guidata da più elementi: minor necessità di spostamenti grazie anche ad un maggior ricorso allo smart working: l’87% degli intervistati è convinto che gli spostamenti casa-lavoro sono e continueranno ad essere in diminuzione rispetto al    2019.

Maggior comodità flessibilità che si traduce – grazie ai nuovi modelli di condivisione - di ridurre il numero di transazioni: dal comprare la vettura a sottoscrivere assicurazione, tagliando, etc. al pagare semplicemente un abbonamento (mensile o una fee una tantum) via smartphone. L’81% degli intervistati indica che sempre di più prediligerà utilizzare una sola app per tutte le esigenze di mobilità.

Altro driver importante è dato dall’impatto ambientale: quasi la metà degli intervistati indica la riduzione dell’impronta ambientale tra le ragioni. Per questa ragione forse 4 auto elettrificate (ibridi plug-in ed elettriche) su 10 vendute nell’ultimo anno sono state immatricolate da società di noleggio a lungo termine (fonte qui).

Servizi di mobilità intermodale e integrata: il nuovo business per gli attori privati e pubblici

Nel processo di digitalizzazione in corso, anche per l’automotive la chiave starà nell’accesso ai dati degli utenti, la loro interpretazione per comprenderne abitudini, aspettative e anticiparne i bisogni come fattore differenziante.

Uno scenario che sta impattando sui modelli di business dei player del settore automotive e dei servizi di mobilità, generando nuove prospettive e strategie non solo per case automobilistiche, aziende manifatturiere fornitrici ma anche aziende di servizi intermodali, agenzie pubbliche, distributori energetici sino alle compagnie di assicurazione.

Ne sono un esempio le case automobilistiche che, per mantenere il legame anche con i clienti che preferiscono noleggio o sharing, stanno dando vita a società di noleggio con la creazione di nuovi brand di mobilità o quelle che si stanno muovendo per disintermediare il rapporto con i clienti finali adottando un dealer agency model.

Ampliare la propria offerta in ottica multi sevizio e intermodale, non tanto operando in maniera autonoma su tutti gli ambiti, ma orchestrando un ecosistema di partner e adottando rapidamente nuove tecnologie per presentare agli utenti di domani un’esperienza di mobilità accompagnata da servizi collaterali (rilevamento dei parcheggi liberi, identificazione punti di ricarica, intermodalità di pagamento, guida autonoma, ecc.).

Un settore chiamato a cambiare pelle in pochissimi anni – dopo avere avuto il modello dell’auto individuale di proprietà per lunghe decadi - rivedendo la catena del valore per dare centralità ai servizi e arrivare a una mobilità intermodale, integrata, condivisa e fortemente personalizzata.

Un percorso imprescindibile per rimanere sul mercato in maniera profittevole.

(Paolo Uggeti, partner di BearingPoint Italia)