Caro Direttore,

come sai sono arrivato  a Montevideo a soli 13 anni con la mia famiglia: papá Luigi Casini, nominado dal CD della RAI Direttore della Sede RAI America Latina, mia mamma Silvana e mia sorella Annaclaudia.

Non parlavo una parola in spagnolo e ricordo con buon umore che, quando i miei primi compagni di liceo parlavano di “chica”, guardavo per terra, perché, per me, la cicca era un mozzicone di sigaretta.

Quando entrai alla Scuola Italiana, unica Scuola che mi avrebbe permesso di continuare gli studi anche in Italia, l’Ambasciatore aveva un cognome molto importante, Cordero di Montezemolo, un cognome legato agli Agnelli e la FIAT.

Da quel 1965, ho visto sfilare tanti ambasciatori. Alcuni molto bravi, come, fra gli ultimi Scalici, e Palladino, altri con grandi scandali come Ratzemberger, che ebbe una strana storia con un’impiegata dell’Ambasciata o Boniver (fratello di un’allora Sottosegretario del MAE) che riuscí a comprare e vendere 5 vetture in 5 anni di residenza e altri “senza alcuna storia” come Andrea Leggeri o Piccato.

Ogni volta che arriva un nuovo ambasciatore d’Italia, ovviamente, non solo la comunità, ma anche tutti coloro che sono vincolati ad essa, come gestori di patronati, giornalisti, presidenti di associazioni o di enti, mettono in moto un certo nervosismo: sará bravo? Saprá fare il suo lavoro? Sará vicino alla collettivitá? Ci sará qualche scandalo?

Quando giunse alcuni anni fa Iannuzzi, come ha sempre fatto il nostro Direttore, lo ha invitato nella nostra Redazione, gli ha dato molte informazioni di come funzionano enti, COMITES, CGIE, Istituti, Associazioni ecc. e come siamo l’unico vero quotidiano per gli italiani  di tutto il mondo, ha continuato a costruire. dal principio del secolo, una grande amicizia, ma, soprattutto, un’enorme responsabilità con gli oltre 100.000 cittadini italiani che abitano in Uruguay.

Dopo aver stampato GENTE D’ITALIA su ULTIMAS NOTICIAS e sul giornale La República, con l’enorme sforzo tuo, caro  Direttore Porpiglia, siamo riusciti ad approdare sul quotidiano piú letto e importante del paese, EL PAIS. Tutti contenti, dal primo all’ultimo italiano residente in Uruguay. Finalmente, la nostra comunità, aveva una bandiera da difendere, un tricolore marcato a fuoco. Quando abbiamo raggiunto un traguardo tanto importante, l’Ambasciatore dell’epoca si é congratulato con noi, lo stesso che fece quest’ultimo, ma poi, su diretto suggerimento del MAIE e d’accordo con l’Innominabile, ha dichiarato che il nostro giornale é “divisionista”, che non circola nella collettività, che é scritto con i dispacci delle agenzie…..offendendo anche il nostro lavoro di professionisti della notizia! E anche di questo ne risponderà in tribunale dove tutti noi l’abbiamo denunciato……..La palese difesa di un principio antidemocratico secondo la nostra stessa Costituzione che specifica la libertá di pensiero e la libertá di stampa, lo ha messo in evidenza tanto che ha praticamente ha provocato un K.O, diplomatico, etico e di coerenza fra l’Italia e l’Uruguay.

Ho avuto occasione di vedere ambasciatori che hanno difeso la nostra lingua cercando di far cambiare la posizione di un governo sull’insegnamento obbligatorio dell’Italiano, ho visto ambasciatori che hanno promosso, a tutti i costi, rapporti commerciali, facendo arrivare in Uruguay vagoni delle nostre ferrovie, ho visto Ambasciatori che hanno visitato i piú reconditi angoli uruguaiani dove l’italianità é presente.

Ció che non avevo mai visto, era un ambasciatore che si faceva auto-pubblicitá ovunque, con camminate, presenze “da vetrina” in qualsiasi manifestazione, con discorsi evidentemente “autoreferenziali”, che non ha mai alzato la voce per cercare di riportare un Consolato a Montevideo. Tutto “pour la galerie”, ma, in concreto…………..niente! 0!!

Come tanti connazionali in Uruguay, le nostre speranze per recuperare un’immagine all’altezza delle circostanze, puntano sul nuovo Ambasciatore Petri, un uomo con vasta esperienza che dovrá peró fare tanto per recuperarla, per riportarci sul sentiero del rispetto e della coerenza….valori purtroppo persi negli ultimi 4 anni. La collettività non vuole cavalcate esibizioniste al Prado….( come appare nella foto sfilare su un cavallo con cappellino e bandiera in mano...) Non ha bisogno di manifestazioni pubblicitarie su alcuni prodotti italiani che vogliono entrare nel mercato uruguaiano… ci sono i supermercati che lo fanno….. La collettività vuole servizi consolari che funzionano, pratiche di cittadinanze da evadere, promozione della lingua italiana nelle scuole,   rafforzamento di accordi tra Italia e Uruguay….altro che spaghettate e biciclettate…E rivuole Gente d’Italia….il suo giornale, il tuo, il nostro giornale.....

Stefano Casini