di MIMMO CARRATELLI

Torna al gol la coppia più bella del mondo. Osimhen (69’) e Kvaratskhelia (75’) stendono il Cagliari al Maradona (2-1).

Dopo un brutto primo tempo, giocato dal Napoli tutto a destra con Politano, Di Lorenzo e Anguissa, intrappolati dai difensori sardi, nella ripresa entra Mario Rui (59’ per Natan) e la musica cambia.

Perché sulla fascia sinistra il piccolo portoghese ravviva il gioco, lancia in profondità Kvaratskhelia e, su un suo cross, manda in gol Osimhen per il vantaggio azzurro.

Dopo il gol e l’immediato pareggio dei cagliaritani (72’ Pavoletti), Osimhen si esalta e dopo un palleggio acrobatico in area, petto, ginocchio, piede, fra Dossena, Deiola e Augello, infinocchiati dalla prodezza del nigeriano, serve a Kvaratskhelia la palla del 2-1.

Inspiegabile il gol annullato a Politano (81’) che avrebbe chiuso la partita, Osimhen era in posizione di fuorigioco passivo. L’errata decisione arbitrale consentiva al Cagliari un forcing finale (sei minuti di recupero) con qualche apprensione per la difesa napoletana.

Non è stato facile domare il Cagliari schierato col 4-4-2 con Oristanio sulla destra della mediana per contenere Natan e raddoppiare su Kvaratskhelia.

Napoli brutto e impossibile con Cajuste al posto dell’indisponibile Zielinski e mai veramente in partita.

Il Napoli era lento nelle combinazioni sulla destra. A sinistra Natan non si sovrapponeva mai a Kvaratskhelia rimanendo in posizione di prudenza. Il georgiano riceveva sempre la palla tra i piedi e l’azione offensiva sul lato mancino moriva sul nascere.

Il Napoli coglieva il palo con Rrahmani (29’ colpo di testa sulla punizione battuta da Politano) e Meret teneva in piedi il risultato uscendo a valanga su Nandez, tutto solo sul contropiede cagliaritano (42’).

Ranieri cambiava il Cagliari nella ripresa con l’inserimento di un difensore per un attaccante (46’ Obert per Petagna) e un centrocampista più propositivo (Deiola per Jankto) passando a un 3-5-2 con Pavoletti e Oristanio punte.

Ranieri fiutava la serata favorevole dopo il primo tempo sterile del Napoli (inutile 77 per cento di possesso-palla).

Ma era più abile Mazzarri inserendo Mario Rui dopo la lunga assenza del portoghese. Entrava anche Raspadori per Cajuste senza un apprezzabile contributo del bolognese.

Il Napoli ora attaccava meglio anche a sinistra. Politano era dappertutto, ancora una volta migliore in campo e fino alla sostituzione (90’ Zanoli al suo posto) dava anche un notevole contributo in difesa col Napoli incapace nel finale di gestire la gara sotto la pressione del Cagliari scaraventando pallonate lontano dall’area azzurra.

Ranieri, prima di andare sotto, rinforzava l’attacco con Luvumbo per Oristanio e la difesa con Zappa per Nandez allo stremo delle energie. E, dopo il pareggio di Pavoletti (deviava sotto porta il cross basso di Luvumbo, bruciando l’intervento di Juan Jesus), Ranieri impiegava un altro attaccante (79’ Lapadula per il difensore Goldaniga) mirando al successo pieno.

È stata anche una partita a scacchi fra i due allenatori. Come s’è detto, Mazzarri ha fatto la mossa vincente con l’inserimento di Mario Rui.

Il forcing finale del Cagliari si concludeva con due conclusioni alte di Dossena e Luvumbo. La difesa azzurra ha ballato parecchio. È stata una vittoria faticosa.

Nel finale, Gaetano per Osimhen claudicante (82’) e Lindstrom per Kvaratskhelia (90’). Il Napoli del primo tempo, pur tenendo sempre palla, è stato uno dei più brutti mai visti, contenuto da un Cagliari molto ordinato e con continui falli su Kvaratskhelia.

Si è temuto il peggio. Il Napoli era una squadra con poca energie nelle gambe e idee confuse. Mario Rui l’ha svegliato confermando di essere indispensabile sulla fascia sinistra.