di ENRICO PIRONDINI

cque agitate nel partito. Quale partito? tutti. Il governo ha tormenti interni. Caos nella sinistra sulla Basilicata. Alta tensione nei partiti, tutti in fibrillazione. A destra e sinistra. Musi lunghi, finti sorrisi, espressioni imbronciate, rudezze impreviste. La campagna per le urne regionali ed europee sta agitando le acque. Crescono le insofferenze sulle due sponde man mano le scadenze elettorali si avvicinano. La situazione.

I TORMENTI DEL GOVERNO
Salvini ha spiazzato gli alleati sulla vicenda del Terzo mandato (bocciatura al Senato). Lui lo vuole, Meloni e Tajani no. Il Carroccio, risoluto, sta con Zaia, e Matteo non demorde pur “segnato“ dai flop elettorali e dallo stop del ponte sullo Stretto  decretato dal Comitato scientifico che ha segnalato 68 mancanze strutturali nel progetto; ergo, è difficile pensare di aprire il cantiere entro l’estate.

Resta il nodo Europee. La premier si vuole candidare, tanto più che la rivale diretta quasi certamente sarà in campo in tutte le circoscrizioni anche se non come capolista. Tajani da tempo ha annunciato la sua non candidatura, poi ha scoperto di avere il vento in poppa e ha cambiato idea. Salvini, vista l’aria che tira, non  vuole correre rischi. Non si candida e vorrebbe che Giorgia e Antonio facessero altrettanto. Campa cavallo.

CAOS NELLA OPPOSIZIONE
Allarme rosso in Basilicata. È saltata l’intesa raggiunta dal Pd e Cinque Selle sul candidato del Centrosinistra. Domenico Lacerenza, 66 anni, medico, direttore della Sic (Struttura interaziendale complessa) di Oculistica della azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza si è ritirato.  L’ex presidente della Regione, Tonio Boccia, democristiano di lungo corso e per dieci anni deputato dell’Ulivo, lo aveva stroncato così: “Non vi pare che è arrivata l’ora di farla finita? Abbiamo un candidato sicuro, che si chiama Angelo Chiorazzo, che può ancora far vincere il centrosinistra allargato o non. Mi sembra l’unica strada percorribile se i partiti del cosiddetto campo largo vogliono evitare oltreché la sconfitta anche il ridicolo”.

Ergo, campo largo spaccato. Italia Viva e forse Azione (Terzo Polo) inseriranno i loro esponenti nelle liste a sostegno dell’ex generale della Guardia di Finanza che fu eletto nel 2019. Anche 5 anni fa, quando Vito Bardi – ricandidato alla guida della coalizione di Centrodestra – vinse con il 42%, per la Basilicata il Centrosinistra scelse a pochi giorni dalla presentazione delle liste un altro medico cioè Carlo Trerotola (che si fermò all 33,1%), senza esperienze politiche di rilievo.

Dopo il flop in Abruzzo i 5 Stelle temono le elezioni di giugno. L’incubo di scendere sotto la doppia cifra, potrebbe innescare dei meccanismi imprevedibili, potenzialmente devastanti per la leadership dell’avvocato.