di BRUNO TUCCI

Un pericoloso e macabro gioco affascina la destra: il suicidio. Stanno facendo di tutto per aiutare l’opposizione e rischiare quindi la sconfitta. Perchè Matteo Salvini, in primis, e i suoi alleati si guardano in cagnesco per ottenere un voto in più. Il palcoscenico è quello delle elezioni europee dove sono vietati gli inciuci ed ognuno correrà per proprio conto. “ A la guerre com la guerre” per intenderci e nessuno della triade vuol favorire l’amico-avversario.

Non c’è bisogno dell’intelligenza artificiale per capire che questo è il modo migliore per cedere la maggioranza. Eppure, nonostante questo pericolo, si va avanti verso una probabile disfatta se non si innesta la marcia indietro. Allora, elenchiamo gli ultimi fatti: alla kermesse della Lega (un invito alle altre forze europee che la pensano come il ministro dei trasporti) si sperava in un arrivo di Marine Lepen, ma purtroppo non è potuta venire in Italia per impegni presi in precedenza. Però, la prima donna della destra francese non delude gli esponenti del Carroccio per un affondo che ella fa contro Giorgia Meloni. “Non vorrà ancora stare con Ursula  von der Leyen al prossimo appuntamento di giugno”, dice alzando la voce in un video messaggio a distanza. La platea applaude, Salvini gongola anche se non lo dà a vedere.

Palazzo Chigi ascolta, ma non risponde almeno per le prime quarantotto ore. Poi manda in via Sellerio un dispaccio con cui si chiede a Matteo una maggiore prudenza. Che cosa vuol dire? Semplice: Giorgia ingoia il rospo e non dimentica. Però il suo vice premier sa che la Meloni  ha la memoria lunga ed ha molta pazienza. Si farà sentire al momento opportuno. Quando? In politica si deve attendere e la vendetta (se di vendetta si può parlare) deve essere servita su un piatto freddo. Visto che con Salvini il momento è così difficile, la presidente del consiglio stringe un patto di alleanza ferreo con Antonio Tajani, europeista convinto e uomo moderato. Ecco il punto che manda ai matti Matteo, perché il pericolo viene proprio da lì, dai posteri di Silvio Berlusconi che il neo segretario di Forza Italia guida con saggezza tanto che gli elettori lo stanno premiando.

Se alle elezioni di giugno, si verificasse il sorpasso, il leader del Carroccio dovrebbe fare i conti con il suo partito. Una parte abbastanza consistente dei leghisti non vede di buon occhio questa brusca sterzata a destra della Lega e comincia a far sentire la sua voce con esponenti di spicco, ad esempio alcuni governatori del Nord. “I conti si faranno a settembre dopo il voto europeo” ripetono, ma non vanno oltre. Se al congresso fissato per l’autunno, la forza nordista proseguirà la sua discesa, Salvini potrebbe dire addio a quella prestigiosa poltrona su cui siede da diversi anni.

E’ facile quindi comprendere il braccio di ferro con Forza Italia. E’in gioco il secondo posto in classifica dopo gli irrangiugibili Fratelli d’Italia. Sprofondare al terzo posto dopo i fasti precedenti al Papete potrebbe essere determinante per un cambio della guardia in via Sellerio. Questa è la situazione in cui vive oggi la destra che si agita per non tornare indietro. Ecco allora presentarsi il pericoloso gioco dell’autodistruzione che non piace a Giorgia, ma a cui non può sottrarsi visto il braccio di ferro che c’è tra i due suoi alleati. Che fare se non si vuole giocare al suicidio? Riflettere, capire che in questo modo si va a sbattere ed allora addio ai cinque anni di governo. Dovrebbe essere lei a prendere in mano la situazione ed in un colloqio a tre (anche gridando) riportare la calma nel centro destra. Salvini e Tajani si mettano l’animo in pace perché solo con l’attuale maggioranza si può governare a lungo il Paese. Altrimenti, si tornerà al passato con una opposizione sempre più forte e in grado di capovolgere l’assetto attuale che vede la destra primeggiare con diversi punti di distanza.